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Assemblea Nazionale Firenze 2009

 

Partecipazione e ruolo dei genitori

La discussione del gruppo di lavoro ha affrontato il tema “Partecipazione e ruolo dei genitori” prendendo come spunto sia le considerazioni relative alle cosiddette “buone pratiche” emerse durante lo sviluppo dell'Assemblea nella serata del 23 che a quelle derivanti dalle comunicazioni della mattinata del 24 ottobre, che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali e del mondo della scuola. I fatti dicono che la crisi economica è ben lontana da trovare una soluzione, anzi, che i segnali di peggioramento sono vissuti con frustrazione dalle famiglie italiane. Oltre all'incidenza della contrazione dei posti di lavoro, le famiglie sono amareggiate e preoccupate per la mancanza di segnali sulle scelte di politica economica e culturale, e per le ricadute che ci saranno sui propri figli.

La scuola italiana da anni viene percorsa da riforme, contro-riforme o ristrutturazioni, tutte segnate da pesanti tagli delle risorse, come se essa fosse un costo inutile invece che una risorsa per il futuro. E' in atto un tentativo di aggirare il dettato costituzionale, di sostituire la Costituzione scritta con una costituzione materiale, e che tende ad avvantaggiare, per quanto riguarda l'istruzione, scelte a favore della scuola privata e alla riduzione dell'offerta formativa pubblica.

Ne consegue una generale e più sentita preoccupazione, la sensazione di una maggiore solitudine della scuola italiana. I genitori sono interessati non soltanto dalla mancanza di protagonismo sociale e culturale del loro ruolo, ma anche da un diffuso senso di isolamento posto in evidenza dalla disaffezione o dallo scetticismo verso la partecipazione democratica prevista negli Organi Collegiali. Essi sono un organismo da tempo in crisi, ma qualora se ne prenda in esame la ventilata riforma se ne evincono i segnali di una destrutturazione, con conseguenze facilmente prevedibili. In questo contesto ci si sta apprestando alla tornata elettorale per il rinnovo dei Consigli d'Istituto. Oltre a ciò, questo Governo non ha ritenuto di discutere in relazione agli ambiti territoriali e alle scelte sull'offerta formativa da redigere nel rispetto della lettura dei bisogni. L'anno scolastico si è aperto da poche settimane, con la contrazione delle classi e l'aumento del numero di alunni fino a trentuno per classe, con l'improprio utilizzo dei docenti di sostegno, con laboratori che non possono essere utilizzati a causa delle ristrutturazioni nelle mansioni e alla contrazione nell'occupazione del personale scolastico… Con la contrazione delle risorse in molte scuole ci si vede costretti al ricorso all'autotassazione per far fronte alle spese di funzionamento, mentre molti Istituti sono creditori nei confronti dello Stato di cifre rilevanti.

Sono sempre più chiari gli attacchi alla Scuola pubblica garantita dalla Costituzione, e tutto questo avviene in un contesto di scarsa informazione.

E' arrivato il momento che le scuole rendano pubbliche le criticità, e investano il Governo delle responsabilità che invece esso riversa su di loro. Devono emergere, ad esempio, le criticità relative al tempo pieno, alla riduzione della durata delle ore di lezione, all'abolizione della compresenza dei docenti, al rapporto scuola-famiglia.

Nel farlo, non può fermarci la considerazione che è cambiato l'asse culturale: l'approccio individualistico al sistema formativo e ai rapporti tra i soggetti coinvolti nel mondo dell'istruzione è intrinsecamente in contrasto con il sistema formativo.

Come ribaltare questa tendenza? Come favorire la partecipazione alla vita democratica della scuola?

Ribadendo le nostre scelte di tempo-scuola “lungo” e di qualità, che garantisca compresenze, co-titolarità, didattica innovativa e di ricerca; continuando a chiedere trasparenza sui criteri usati nell'assegnazione degli organici; chiedendo che la scuola della nostra Repubblica garantisca il raggiungimento di obiettivi basilari per tutti, da conseguirsi attraverso un'offerta di pari qualità su tutto il territorio nazionale.

Non negando le problematiche che gli organi di partecipazione evidenziano, riteniamo che la loro soppressione avrebbe il controproducente effetto di intensificare la dicotomia tra scuola e famiglia e vanificherebbe la costituzione di un'alleanza educativa.

Noi riteniamo che il ruolo genitoriale sia invece insostituibile, e che per far diventare i genitori un valore aggiunto sia da favorire lo strumento dell'associazionismo, per farli contribuire a trasmettere valori fondamentali per la crescita dei figli, quali solidarietà, integrazione, amicizia, cittadinanza attiva. I genitori devono essere considerati da parte della scuola come risorse di sapere e di aiuto. Per questo riteniamo, pur in questo difficile momento nella storia per la pubblica istruzione in Italia, necessario intensificare il sostegno e la promozione di progetti formativi sulle tematiche educative al fine di sostenere l'assunzione del ruolo adulto attuando il patto di corresponsabilità educativa. Questa opportunità va approfondita.

Contestualmente è importante promuovere e partecipare a progetti per i giovani che creino situazioni di “benessere” in famiglia, a scuola e nella società. E' oggi quanto mai necessario “fare rete” per riappropriarsi della speranza, rimettere insieme i cocci del sociale, promuovere metodi di interpretazione e sistemi di rientro nelle scuole e di socializzazione delle esperienze.

La nostra esperienza associativa riporta alcune buone pratiche e progetti, da condividere e adattare anche tra città o scuole di vicinato, come le esperienze di doposcuola, il Tam Tam compiti, il comodato dei libri in uso gratuito, lo scambio dei libri usati e dei giocattoli educativi, lo sportello delle famiglie, lo scaffale dei genitori.

Networks, esperienze e pratiche da portare a scuola e condividere, che possono aiutare anche a immaginare nuovi ruoli partecipativi e strategie adeguate per la formazione di competenze territoriali. E da mettere a disposizione anche attraverso un portale informatico adeguato (www.genitoridemocratici.it ) che possa essere agilmente navigabile.

L' art. 34. della Costituzione recita: “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

La necessità di dare operatività e concretezza a questo impegno nelle singole realtà scolastiche – dai Consigli di classe ai Forum - si dovrebbe comunque improntare a tipologie atte alla promozione della nostra mission che è laica, partecipativa e ispirata al diritto costituzionale. Parimenti, deve essere coltivato il nostro impegno a creare opportunità di dibattito anche in rete con altri enti che non quelli istituzionalmente legati al mondo della scuola, per un percorso di ricerca e di affermazione di opportunità che possano essere culturalmente praticabili ed efficaci in una società complessa.

 


Firenze 23 - 25 ottobre 2009