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Assemblea Direttivo 2005 C'incontriamo a meno di un anno dall'assemblea di Gela per quello che è il nostro appuntamento statutario, ma che va molto al di là di un adempimento perché rinnova il senso d'appartenenza e d'identità, sollecita la discussione tra noi, ci consente di programmare la nostra attività con rinnovata e condivisa progettualità. Usciamo per due giorni dall'anonimato di una password per incontrarci come persone in carne ed ossa che condividono le nostre regole associative, delle idee, dei programmi. E' questo il surplus di valore che un'associazione come la nostra rappresenta: non solo la sua eredità di saperi, esperienze, posizioni che la rendono immediatamente riconoscibile a livello nazionale e locale, ma anche la particolarità dei suoi associati che volontariamente fanno dono del loro tempo per un impegno diffuso su temi condivisi di cui si assumono personalmente la responsabilità. Sono considerazioni solo apparentemente peregrine rispetto al nostro lavoro di queste giornate perché rispondono anche a domande che in quest'ultimo anno ci hanno attraversato. Abbiamo infatti assistito in questi ultimi anni al proliferare di siti, mailing list o forum di discussione telematica tra genitori sui temi caldi della scuola o sui quesiti che più di frequente un genitore si pone o sul tema dei riformandi organi collegiali e siamo forse stati tutti colpiti dalla loro capacità aggregante, dalla velocità della comunicazione. Non fanno associazione! Meritori nel girare informazioni, nel suscitare il dibattito (merce rara oggi in un paese come il nostro), non escono dalla virtualità, dalla neutralità della comunicazione stessa, non si possono assumere la responsabilità individuale delle posizioni eventualmente assunte. Credo che il nostro essere qui oggi smentisca il successo di questa seduzione informatica: siamo qui numerosi anche per praticare il piacere della condivisione e di questa opportunità e della sua accurata e generosa organizzazione ringraziamo il CGD di Mirano e segnatamente Paola, Giovanni, Aldo…. Il salto consiste quindi nel tesseramento che non è solo il modo per consentire al CGD nazionale la sua sussistenza economica e la possibilità di rappresentarci nelle sedi istituzionali, ma indica anche la volontà di condividere principi fondativi, regole, progetti. Sono qui vecchi amici e nuovi iscritti cui vogliamo dare l'opportunità di conoscerci meglio e di costruire con noi il percorso del prossimo anno di lavoro, insomma di condividere la memoria e di guardare al futuro. Per quanto attiene alla memoria e alle nostre radici, alla nostra fondatrice Marisa Musu il comune di Cinisello Balsamo, nel sessantesimo della Resistenza, ha intitolato una strada della città. Non solo per i suoi meriti di resistente e di intransigente antifascista, ma anche per ricordarne l'impegno nel campo dell'infanzia e nell'essere stata promotrice di un'idea di genitorialità sociale e diffusa. In questo sentiamo di non aver mancato la consegna che ci ha lasciato e che abbiamo condiviso anche nelle iniziative che i singoli CGD hanno attivato o cui hanno partecipato per l'anniversario della Liberazione: il prossimo anno è il sessantesimo della Costituente. La difesa della Costituzione repubblicana, la necessità di un diffuso senso della legalità tra i giovani costituiscono delle tracce di lavoro per tutti noi. Ed ancora nel solco della memoria e delle radici che diventano progetto per il futuro è in corso un progetto editoriale che veda finalmente compiuta l'idea della casetta per gli attrezzi: gli amici di Marisa che ci hanno preceduto nella dirigenza dell'associazione stanno antologizzando i suoi innumerevoli scritti sull'infanzia ed i genitori in vista di un librino che insieme alla riedizione dei ‘Pensieri per i genitori’ di Rodari e alle ‘Filastrocche’ di Argilli costituisca un cofanetto. A tutti loro il nostro ringraziamento: sarà per noi un patrimonio editoriale prezioso, ma anche un impegno di diffusione e vendita. A me il compito dello stato dell'associazione: con piacere posso registrare una tendenza consolidata di crescita, sia nel numero dei CGD locali, sia nella diffusione territoriale più capillare.
Grazie al lavoro di molti amici, ma senz'altro ha avuto un suo ruolo anche la necessità di essere presenti negli organismi istituzionali del MIUR a livello regionale e provinciale. Sul senso della nostra partecipazione a questi organismi si esprimerà l'assemblea. Quello che possiamo registrare a livello nazionale è la grande fatica nel lavorare in una zona di confine dai contorni sempre da definire, il senso di precarietà che accompagna il nostro lavoro perché non venga interpretato come connivenza ad un disegno riformatore che non condividiamo, il contrastare una tendenza confessionale maggioritaria incarnata dalle altre associazioni presenti e fortemente sponsorizzata (non solo metaforicamente) dal Ministero (sapete tutti della interrogazione parlamentare sul tema). A fronte di tutto questo registriamo anche dei successi: sta difficilmente passando a livello regionale e provinciale lo stravolgimento dell'idea della formazione dei genitori declinata solo come formazione sulla riforma grazie anche alla nostra resistenza. Sta invece passando qualche iniziativa che voli più alto del dibattito attuale. A giorni il FONAGS col MIUR siglerà un protocollo col Comitato TV e minori, di cui facciamo parte, per iniziative di sistema nel campo della media-education che coinvolgano i genitori. Ad ottobre, l'11 per l'esattezza, ci sarà la quarta giornata europea dei genitori a scuola: saranno invitati tutti i rappresentanti dei Forum provinciali: è utile non declinare l'invito perché della nostra voce autonoma, democratica c'è davvero bisogno. Come c'è bisogno di una nostra ripresa di iniziativa nel campo della laicità, elemento fondante la nostra associazione ed impegno rinnovato che ci siamo assunti nell'assemblea di Gela e che in questi ultimi mesi ha visto la nostra partecipazione ai convegni sul tema indetti da ‘Scuola e Costituzione’ in diverse città d'Italia. Una campagna referendaria dagli esiti scontati, una discesa in campo di un cattolicesimo oltranzista ed incapace di dialettica, una campagna demagogica e volgare contro l'immigrazione, un giustizialismo diffuso, un'idea di Europa ostile ai suoi cittadini e nemico da abbattere ci preoccupano. I danni di questi anni di governo si rendono evidenti anche nei costumi e nelle persone. E sono danni solo apparentemente meno gravi di quelli che quotidianamente denunciamo a scuola nella perdita di ore, opportunità per i minori, di cattedre che si volatilizzano, del radicamento di un lavoro sempre più precario… Danni sicuramente meno visibili: è largamente percepibile nei più un senso diffuso di perdita rispetto ad un diritto consolidato, ad una garanzia sociale per tutti: quella che la scuola pubblica con le sue luci e le sue ombre rappresentava per tutti nel suo perseguire il mandato costituzionale. Oggi l'arte dell'arrangiarsi. Ognuno s'arrabatta a scegliere, a domandare, a cercare la scuola, l'orario, l'opzione, l'aggiustamento per cui si cerca di mantenere in piedi un'ipotesi di scuola dignitosa: ognuno da solo, per sé alla ricerca del suo miglior mondo possibile in un'insensata parodia di Italietta da film di serie b. Se negli ultimi decenni abbiamo assistito al passaggio da una società delle regole condivise a una società dei rischi individualizzati, da una società della continuità e della stabilità a una società del mutamento discontinuo, nella scuola, negli attori che la animano, il passaggio sembra che si stia definitivamente compiendo. Ci siamo anche rassegnati a che l'insegnamento della religione cattolica ed il suo giudizio valutativo compaiano a fianco alle altre discipline in una sorta di indistinta opzionalità. Uno dei tanti mali minori, in un abbassamento della coscienza critica: non si tratta di chiedere in modo massimalistico l'abrogazione del Concordato, ci basterebbe la sua applicazione! E' stato un anno che ha visto anche l'affievolirsi dei movimenti antimoratti : non certo la loro scomparsa, ma sicuramente un debito d'ossigeno. Molte le cause oltre il naturale andamento fisiologico dei movimenti in sé. Abbiamo tenuto con grande fatica diplomatica in piedi il tavolo nazionale ‘Fermiamo la Moratti’ certi come siamo della necessità di un luogo trasversale in cui coniugare antagonismo e propositività. La manifestazione nazionale del 15 maggio, nonostante la sua tenuta numerica ( da ascrivere però ai sindacati), non può essere registrata come un successo della società civile. Nodo dirimente il tema dell'abrogazione della riforma che divide le forze politiche: ribadiamo che riteniamo la riforma inemendabile, che è necessario per il mondo della scuola ricevere un segnale di forte discontinuità, ma non sta a noi scegliere le forme, ma ai decisori politici. A noi proporci come interlocutori a chi si candida a governare in modo diverso questo paese perché scuola ed istruzione non vengano dimenticate in nome di un'emergenza economica che sembra travolgere ogni progetto: istruzione e formazione rimangono il miglior investimento per le future generazioni. Per questo motivo siamo andati a Bologna alla Fabbrica del programma, per questo motivo chiederemo d'essere ascoltati dai nuovi Presidenti delle Regioni, per questo motivo chiederemo come Tavolo di essere riascoltati da Prodi. Il nostro progetto di scuola si compone di pochi punti irrinunciabili, siamo infatti certi che la scuola non può essere scossa solo da cambiamenti senza un disegno condiviso dai suoi attori, né può permettersi in una furia iconoclasta di cadere in un vuoto normativo. Chiediamo che l'autonomia divenga cultura diffusa e praticata e non solo un antidoto ai disastri morattiani veri o presunti. Alla luce dell'autonomia dobbiamo ripensare ad una nostra proposta di Organi Collegiali, (mentre il dibattito parlamentare langue). Vogliamo ragionare criticamente sul nodo della valutazione senza parole d'ordine precostituite, con laicità. La nostra progettualità è emersa anche nell'impegno che abbiamo profuso nella raccolta di firme per il disegno di legge ‘0/6’ della consulta Gianni Rodari, che mina dalle fondamenta la logica dominante sulla scuola. Altro nodo dirimente tra sindacati e partiti del dibattito sulla scuola è la proposta dell'obbligo scolastico a 18 anni: in linea di massima siamo favorevoli ad esso in una prospettiva di lunga durata, chiediamo però da subito l'obbligo a 16 in un biennio unitario e non unico. Abbiamo intrapreso altre battaglie in favore dell'infanzia. Quella sul Ritalin ha impegnato molte delle nostre energie e ci ha consentito di intessere nuovi rapporti col mondo associativo che intorno a questi problemi si muove: da oggi siamo anche sul sito del segretariato sociale della Rai ‘Giù le mani dai bambini’ insieme a realtà diverse da noi, nel mantenimento della nostra identità. Rinnoviamo la nostra partecipazione alle commissioni di revisione cinematografica: i nuovi membri designati cui cediamo il testimone si sono impegnati a rendere patrimonio associativo la loro esperienza con una rubrica periodica sul nostro sito. Da settembre sarà realtà operante il progetto esposto a Gela: una banca dati informatica dei progetti genitori, delle buone pratiche, dei documenti ad esse afferenti che in sinergia con la rivista Pedagogika metteremo i piedi. Siamo oggi in grado di poter affermare che nonostante le difficoltà in cui versano gli EE.LL. riusciremo a rinnovare la straordinaria esperienza dei bambini di Castiglioncello con il contributo del comune di Rosignano: anche qui ha prevalso su ogni spietatezza economica l'impegno a non disattendere un appuntamento culturale di questa portata. Ci auguriamo che esso possa essere patrimonio davvero di tutti gli associati e fin da ora ve ne indichiamo la data 5, 6, 7 maggio 2006. Ci attende un periodo impegnativo, ma abbiamo la consapevolezza che sia pur tra debolezze e contraddizioni questo paese ha bisogno della nostra voce autonoma e democratica. Con questa consapevolezza l'augurio di buon lavoro a tutti noi.
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