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AUDIZIONE 10 febbraio 2009 Il Coordinamento Genitori Democratici nel ringraziare per l'invito all'audizione e per l'invio di schede di commento puntuali e dettagliate, sente la necessità di una breve premessa che sottragga il testo del documento ad una lettura esclusivamente tecnica. Nel suo insieme il DL tratteggia, infatti, una riscrittura del sistema scuola modificato radicalmente ed esige, perciò, un'interpretazione complessiva. Abbiamo sempre sostenuto che la scuola avrebbe bisogno di rivedere profondamente gli assi culturali su cui poggia la relazione didattica, avrebbe bisogno di attivare concretamente e rapidamente gli strumenti valutativi che le permettano una vera responsabilizzazione e autonomia professionale, avrebbe bisogno di far crescere una vera cultura dell'autonomia a dispetto delle intrusioni burocratiche, avrebbe bisogno di un investimento vero in risorse umane ed economiche, avrebbe inoltre bisogno di una governance dell'istituzione scolastica che valorizzi e sostenga la partecipazione di tutti i suoi attori. Nel disegno di legge in questione viene più volte richiamato il ruolo della famiglia, ma fondamentalmente se ne sottolinea l'esercizio del diritto alla libertà di scelta: la partecipazione, valore democratico e strumento per la reale autonomia della scuola, ha poco spazio nel disegno complessivo. La scuola come si configura nel dettato costituzionale è finalizzata a promuovere l'emancipazione sociale di tutti i suoi cittadini: è la Repubblica che istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi, non le famiglie secondo il loro grado di soddisfazione! Chiediamo pertanto tempi di discussione più distesi, momenti seminariali diffusi anche perché molte sono le proposte di legge in materia presentate sia da parlamentari della stessa maggioranza che dall'opposizione e non sappiamo quale sarà il testo di legge che sarà sottoposto all'esame del Parlamento .
Autogoverno delle istituzioni scolastiche Questioni
Osservazioni Ribadendo la necessità di arrivare a una riforma ormai improrogabile degli OO.CC., rileviamo che (art.1 comma 2 e 3) scompaiono gli organismi di partecipazione demandati (art.9) ad una loro generica valorizzazione affidata alla singola istituzione scolastica e si affermano organi di gestione. Ad essi concorrono soggetti esterni, Enti Locali e rappresentanti delle realtà culturali, etc. Va definito sia l'organismo che decide la presenza di soggetti esterni, sia le finalità per cui sono chiamati a partecipare (potrebbero essere chiamate a partecipare in modo saltuario e solo consultivo!) Le modalità di costituzione delle rappresentanze dei docenti, genitori, studenti è rinviato ad un regolamento della singola istituzione scolastica: riteniamo inaccettabile che l'autonomia venga intesa nel senso che ciascuna scuola possa gestirsi affidando ai singoli regolamenti anche l'individuazione, le modalità di costituzione e di funzionamento degli organismi di governo dell'istituzione scolastica e delle forme di partecipazione perché genererebbero una situazione a macchia di leopardo con effetti discriminatori. L'organo collegiale di governo della scuola dell'autonomia deve essere presieduto da un genitore al fine di garantire l'interazione tra scuola e famiglia affinché la prima riesca a dare una risposta progettuale idonea alle esigenze di questa e del territorio e deve garantire la presenza sufficientemente paritetica delle varie componenti. In considerazione del ruolo di garanzia riconosciuto ai genitori giudichiamo altresì che le esigenze di velocizzazione ed efficienza e le responsabilità individuate nell'art. 16 del DPR 275/99 che disciplina il coordinamento delle competenze, in particolare quelle connesse al ruolo dirigenziale, siano già pienamente soddisfatte dalle funzioni e dai poteri in materia negoziale disciplinate dal DI 44/01 e che gli organi collegiali anziché causa di rallentamento vadano considerati come un valore aggiunto. Affidando tutti i compiti al Dirigente scolastico (membro di diritto e presidente del Consiglio) sparisce ogni distinzione tra compiti di indirizzo e programmazione e gestione! Riteniamo opportuna la conservazione del Consiglio di classe , a fronte della sua sparizione (art.8) e della sua trasformazione in un puro organo di ratifica di voti decisi individualmente dal singolo docente. E' il Consiglio di classe, infatti, che favorisce l'ampliamento alla partecipazione di tutti i genitori proprio per migliorare il rapporto collaborativo, definendo altresì con maggiore dettaglio le funzioni ed il ruolo del rappresentante di classe per rimediare all'attuale dequalificazione e provvedendo ad una maggiore razionalizzazione e precisa individuazione delle modalità spazio-temporali giacché è proprio nella classe quale luogo fisico che maggiormente si attualizza il patto di corresponsabilità educativa. Il Comitato genitori , in quanto organismo dal forte impulso partecipativo, deve essere previsto obbligatoriamente ed assurgere alla dignità di organo collegiale con precise discipline del ruolo e delle funzioni di proposta e di collegamento tra i consigli di classe e l'organo di governo delle istituzioni autonome. Rileviamo l'assenza di qualsiasi cenno normativo agli Organi collegiali territoriali che per quanto rivisti nella composizione e rimodulati territorialmente debbano avere effettive competenze di coordinamento e programmazione e che, a tal fine, gli vengano attribuiti pareri obbligatori e non facoltativi. Ad essi deve essere affidata una funzione di osservatorio sui bisogni formativi del territorio anche per quanto attiene le esigenze dell'edilizia scolastica e l'accertamento e la garanzia dell'adeguata distribuzione in un determinato ambito territoriale delle scuole statali di ogni ordine e grado. Nel ribadire la necessità della presenza paritaria dei rappresentanti di tutte le componenti scolastiche nell'Organo Collegiale territoriale (DS, docenti, personale ATA, studenti e genitori), si esprime netto dissenso in merito all'elezione di secondo grado dei rappresentanti delle varie componenti scolastiche. Quanto alla denominazione di Consiglio di Amministrazione ne rileviamo l'incongruità essendo esso destinato a istituti giuridici di tipo privatistico e comunque organo esecutivo di un'assemblea e sottoposto al controllo di un collegio sindacale. Per quanto attiene alla trasformazione delle istituzioni scolastiche in Fondazioni (art.2) manifestiamo il nostro dissenso perché mutano le finalità della scuola: appare un atto di dismissione del carattere pubblico della scuola che ne modifica profondamente la natura giuridica. Il testo inoltre, non chiarisce di quale tipo di fondazione si tratti, né a quale autorità pubblica le fondazioni debbano rendere conto: le modalità di costituzione vengono rimandate ad un regolamento governativo senza, quindi, un adeguato dibattito in sede legislativa. Se la motivazione sottesa alla trasformazione in fondazione è quella di ottenere per le scuole agevolazioni fiscali sarebbe sufficiente modificare il regime fiscale delle scuole equiparandolo a quello di qualsiasi ente o associazione ONLUS. Manifestiamo inoltre il dubbio su quanto davvero tutte le scuole trasformate come sopra detto possano veramente attirare finanziamenti da parte di privati, determinando situazioni di disparità.
B) Stato giuridico dei docenti Questioni
Questioni
Osservazioni Abbiamo unificato i due punti della griglia di commento, perché il merito di alcune questioni poste esula dalle competenze di un'associazione di genitori. Tuttavia alcuni nodi sono per noi fondamentali ed irrinunciabili: 1) la libertà di insegnamento a tutela dell'apprendimento libero e critico dei nostri figli; 2) la funzione pubblica dell'insegnante; 3) la natura pubblica del reclutamento, a garanzia dell'imparzialità del sistema pubblico dell'istruzione; 4) l'unicità della funzione docente sia pure articolata al suo interno, che garantisce il lavoro cooperativo e collegiale. Si rischia altrimenti di costruire in modo “blindato” una fascia di insegnanti percepiti come i migliori anche dalle famiglie con la crescita esponenziale di conflittualità e la perdita del diritto di ogni bambino\a di questo paese ad avere un'istruzione di qualità. Che vi sia la necessità di rivedere alla luce dei cambiamenti il profilo professionale dei docenti è indispensabile. Però, non condividiamo il percorso professionale delineato (art. 17) che va verso una sostanziale gerarchizzazione funzionale: anziché rilanciare nei docenti motivazione, credibilità, positiva rappresentazione, si formalizzano meccanismi e procedure. Pur consapevoli e fortemente critici verso alcune disfunzioni che connotano la vita scolastica dei nostri ragazzi (incertezza delle nomine dei docenti, alternanza nella designazione delle supplenze con la conseguente perdita della continuità didattica) riteniamo che esse siano superabili proprio valorizzando l'autonomia delle scuole e valutiamo negativamente le forme di reclutamento (artt. 14, 15, 16) che non facciano riferimento a concorsi pubblici nazionali su base regionale e in particolare la “chiamata diretta” da parte delle singole scuole. Solo il pubblico concorso è garanzia della trasparenza dei meccanismi di selezione e tutela della libertà di insegnamento. Siamo consapevoli del fatto che la valutazione dell'istituzione scolastica è tema fondamentale e nel DNA stesso dell'autonomia: si può pensare ad un nucleo di valutazione con composizione mista (esterna ed interna) aperto al contributo dei genitori e degli studenti nelle scuole di istruzione secondaria di II grado capace di fornire informazioni, sintesi, tendenze anche sulla base di indicatori di carattere regionale/nazionale. Quanto alla valutazione di sistema essa non può non essere demandata ad una legge quadro nazionale. Siamo inoltre contrari all'abolizione delle RSU: la contrattazione d'istituto ha costituito uno dei pilastri, sul versante professionale, dell'autonomia scolastica, permettendo di allocare le risorse direttamente alle scuole, con la conseguente possibilità di riconoscere e premiare l'impegno e della professionalità del personale, nonché di porre elementi di valutazione, seppur deboli, del loro operato.
D) Autonomia finanziaria delle istituzioni scolastiche e libertà di scelta educativa delle famiglie Questioni
Osservazioni L'autonomia si pone come forma di promozione umana, per educare i giovani in modo che siano capaci di vivere il proprio tempo, cogliendo il senso di continuità e sviluppo che è proprio della vita. Pensiamo, però, che sia importante che l'autonomia di ogni scuola non si configuri come escludente le altre (si potrebbe dire che nessuna scuola è un'isola) per cui occorre pensarla in una rete di autonomie che garantiscano lo scambio e la solidarietà. Condividiamo, pertanto, il trasferimento dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali di beni e risorse finanziarie, umane e strumentali per la realizzazione di ciò che prevedono gli articoli 117 e 118 della Costituzione nell'ambito del sistema educativo di istruzione e formazione. Manifestiamo la nostra perplessità rispetto al criterio della quota capitaria, imprevedibile ed indeterminata, che tenga conto del numero degli alunni iscritti, del costo medio per alunno, calcolato in relazione al territorio, al tipo di scuola, alla qualità delle proposte formative, e ai criteri di equità e di eccellenza. Sembra pertanto legato alla scelta delle famiglie e confligge (come già detto) con l'art.33, comma 2 della Costituzione. Il CGD ritiene essenziale garantire ad ogni istituzione scolastica un budget fisso per il proprio finanziamento, al quale aggiungere il contributo relativo al numero degli alunni e degli operatori scolastici, alla complessità e alla progettualità e agli obiettivi raggiunti.
Qui puoi trovare il -->testo del progetto di legge 953 e dei progetti collegati <-- |