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Si premette che da quanto emerso dall'analisi del D.L. il Coordinamento Genitori Democratici, non ravvisa elementi di emendabilità all'interno dello stesso e chiederà, nelle sedi opportune, il ritiro del decreto oggi in esame.

 

NOTA SULLO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO CONCERNENTE LA DEFINIZIONE DELLE NORME GENERALI RELATIVE ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA E AL PRIMO CICLO DELL'ISTRUZIONE, AI SENSI DELLA LEGGE 53/2003.

Il Coordinamento Genitori Democratici (CGD), presa visione dello schema di decreto legislativo attuativo delle norme relative alla Scuola dell'Infanzia e al primo Ciclo dell'Istruzione, esprime le seguenti considerazioni :

SCUOLA DELL'INFANZIA

Il CGD, nel riaffermare la necessità di anticipare l'obbligo scolastico al terzo anno della scuola dell'infanzia, rileva un'incongruenza tra il testo della legge 53 ed il decreto applicativo in quanto manca in quest'ultimo, un esplicito richiamo all'inserimento della scuola dell'infanzia nel sistema d'istruzione.
Quest'omissione induce a forti preoccupazioni in merito alla reale volontà di generalizzazione della scuola dell'infanzia: “la possibilità di frequenza” (capo I comma 2) appare non un diritto soggettivo pieno, ma un interesse subordinato alle esigenze di spesa pubblica che rischia di riprodurre situazioni a macchia di leopardo cui da troppo tempo in Italia siamo abituati.
In tal senso ed in assenza di leggi specifiche di finanziamento conferma la propria contrarietà all'anticipo relativo all'ammissione dei bambini che compiono tre anni entro il 30 aprile dell'anno di riferimento.
Relativamente al tempo scuola che si prospetta con un'ampia gamma di scelte individuali, da 5 a 10 ore giornaliere, è legittimo chiedersi quale progetto educativo possa essere sotteso: la possibile presenza di bambini di due anni e mezzo, gli organici ridotti inducono a pensare che una scuola siffatta non risponda alle esigenze formative dei bambini, ma ai bisogni degli adulti.
Si ribadisce infine, pur riconoscendo il valore di una storia documentaria, la contrarietà del CGD all'istituzione del portfolio già nella scuola dell'infanzia dal momento che non si evince dal decreto in oggetto l'intenzione di anticipare l'obbligo di frequenza al terzo anno.

SCUOLA PRIMARIA

Il CGD, nel riconfermare la necessità di realizzare una reale unità della scuola di base, che preveda la Scuola Elementare e la Scuola Media non più separate, ma facenti parte degli stessi ordine e grado, ribadisce la propria contrarietà alla possibilità di anticipo a cinque anni e mezzo dell'ammissione alla scuola primaria, in quanto la compresenza di alunni con 20 mesi di differenza renderebbe più difficoltosa la didattica in un'organizzazione priva della risorsa delle compresenze.
Si esprime inoltre netto dissenso sull'abolizione dell'obbligo scolastico, sostituito dalla generica definizione di diritto-dovere dell'istruzione. Gli almeno otto anni della Costituzione non impongono di fermarsi a 14 anni, considerato anche che nei Paesi più civili e progrediti l'obbligo scolastico va almeno fino ai 16 anni d'età.
Il CGD è altresì contrario all'abrogazione dell'art. 130 del decreto legislativo n.297/94, che garantisce l'attuale ordinamento del Tempo Pieno.
Non è assolutamente condivisibile la diminuzione del tempo scuola, che è alla base della filosofia dell'impianto del progetto educativo e formativo espresso dal decreto legislativo in questione. Infatti, lo schema di decreto esclude espressamente dal tempo scuola le ore eventualmente dedicate alla refezione scolastica, né, a tal proposito ci tranquillizza il commento ministeriale in merito all'intenzione di affidare comunque agli insegnanti l'assistenza educativa alla mensa, poiché temiamo che la logica del risparmio imporrà una definizione degli organici, finalizzata a garantire lo svolgimento delle attività educative obbligatorie e, nella migliore delle ipotesi, di parte di quelle aggiuntive. Il tempo scuola è il tempo di un progetto educativo disteso e non somma di tempi obbligatori, di tempi opzionali e di tempi mensa. Non esistono in questo campo equazioni numeriche che tengano.
Il CGD teme inoltre che saranno soprattutto i “prestatori di opera” coloro a cui cercheranno di rivolgersi le istituzioni scolastiche, non perché prive di Docenti in possesso di specifica professionalità per lo svolgimento delle suddette attività aggiuntive, quanto piuttosto perché non dotate di un adeguato Organico di Istituto.
Il CGD esprime quindi forti preoccupazioni sull'istituzione del docente tutor che, nella scuola elementare, ci riporta alla vecchia figura del maestro unico non essendo chiara la sua individuazione e la sua formazione.
In tal modo si rischia di vanificare quella collegialità che ha costituito la risorsa più preziosa della scuola dell'obbligo dell'ultimo ventennio.
Il decreto legislativo ci pare, inoltre, in linea con una politica finanziaria di tagli ai bilanci delle scuole dell'autonomia e agli organici dei loro operatori (Dirigenti, Docenti e Personale ATA).
Una Scuola priva di adeguate risorse umane rischia di non essere più in grado di garantire un sufficiente numero di ore di compresenza dei docenti (proprie dei moduli, del tempo pieno e del tempo prolungato), necessarie ad una reale individualizzazione, oltreché alla personalizzazione, di un intervento educativo finalizzato al recupero dei più deboli e ad una migliore offerta formativa per i più bravi.

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

La riduzione del tempo scuola a 27 ore settimanali per le discipline obbligatorie e il contemporaneo aumento delle discipline ed educazioni comportano la legittima domanda su quale sarà la riduzione oraria per le singole discipline.
I genitori si chiedono, inoltre, quali saranno le discipline sacrificate e quali le educazioni ridotte al rango di pure e semplici attività integrative e opzionali. Le cosiddette attività aggiuntive e facoltative (3 ore settimanali nella scuola primaria e 6 nella scuola secondaria di 1° grado) si possono prefigurare come una sorta di vecchio doposcuola, considerato che potranno essere affidate ad esperti esterni, assunti con contratti di prestazione d'opera
Si esprimono, infine, forti perplessità sulle funzioni di tutoraggio affidate ad un solo docente, nella scuola media. Sarebbe meglio lasciare alla collegialità del Consiglio di Classe le funzioni relative all'orientamento, alla cura del portfolio e ai rapporti con le famiglie. Nutriamo infatti non poche preoccupazioni in merito alla scelta dell'insegnante in possesso di specifica formazione per lo svolgimento delle mansioni di tutoraggio e su chi e come gli fornirà detta specifica formazione.
L'orientamento che oggi caratterizza tutto il triennio, viene caricata principalmente sul terzo anno e quindi connotata come forma organizzativa volta a definire il percorso scolastico successivo riducendo la sua portata educativa. Operazione tanto più pericolosa, quanto più è rivolta ad allievi che, grazie all'anticipo possono avere 13 anni o poco più, età rispetto alla quale è legittimo avanzare delle riserve rispetto alla reale capacità di prefigurare un proprio progetto di vita.

Coordinamento Genitori Democratici

Roma 11/12/03