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Seminario sulla parità
Bologna 27 febbraio 1999
 
Il dibattito sulla parità, intesa da molti e in modo strumentale come finanziamento delle scuole private, ci sta conducendo a tre aberrazioni:
    1. Si parla in modo diffuso di scuola solo se si parla di parità; molte proposte di legge di trasformazione della scuola sono ferme; del diritto allo studio non se ne parla se non per dare soldi alle scuole private; il dibattito sul miglioramento della scuola è riservato agli addetti ai lavori.
    2. In Toscana, pur di arrivare a dare soldi alle scuole private in regione si arriva ad affermare che la scuola materna non fa parte del sistema dell'istruzione: quindi non è in gioco la parità o l'articolo 33 della costituzione o il sistema integrato, è semplicemente un modo per rispondere alle esigenze della popolazione toscana.

    3. Allora perché la si finanzia con i fondi del Diritto allo Studio?
      E poi, come verrà garantito il diritto del genitore che non vuole essere costretto a "scegliere" una scuola di tendenza?
      Non si può sostenere che l'unico problema per chi è "costretto" a ricorrere alla scuola materna privata sia l'onere della retta. È l'offerta formativa che è diversa, e non può essere sufficiente garanzia di qualità l'aver previsto fra i requisiti necessari per l'accesso ai finanziamenti il riferimento, nel progetto educativo, agli Orientamenti, i nuovi programmi della scuola materna.
      La Regione Toscana propone per il diritto allo studio 1999 tre miliardi per le scuole private solo perché esistono, due miliardi a quelle scuole d'infanzia comunale che presentano progetti di ampliamento del servizio, e niente alle scuole materne statali: mentre alle scuole statali e comunali si chiede, ed è giusto, una progettualità alta e integrata per attingere ai finanziamenti, alle materne private si erogherebbero sovvenzioni "a pioggia" con evidente "dis-parità".
    4. Per consentire alle scuole di tendenza di esercitare la loro libertà costituzionale, si afferma che ogni scuola della Repubblica potrà ispirare la sua attività ai valori che meglio crede, dimenticandosi che tutti ci ispiriamo ai valori della costituzione, tra cui il rispetto delle diversità: si frammenta la scuola la qual cosa è diversa dal renderla più rispondente e intrecciata al livello locale e si apre la strada a scuole pubbliche "padane" variamente articolate sullo stile balcanico.
         

        PERLA GIAGNONI
        segreteria nazionale del C.G.D.
        (sintesi dell'intervento) 

 
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