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Caro libro, ma quanto mi costi?

"Mi spiace, il libro non è arrivato". In fila da mezz'ora, scopro con amarezza dal libraio che il testo di scuola media, ordinato giorni prima, non è ancora disponibile.
Per fortuna il CGD organizza un mercatino tra genitori dove trovo il libro che permetterà a mio figlio di cominciare a seguire le lezioni.
Al mercatino ci sarebbe anche il libro di scienze - quattro volumi fino alla terza media, ben fatto e ben tenuto - ma segnala mio figlio: "Papà, la nuova edizione è con il cd-rom". E allora penso: ma davvero per imparare la funzione clorofilliana non bastano più i libri? E se l'apparato digerente lo trovo a pagina 98 invece che a pagina 85, cos'è che cambia?
Ci sono poi i libri per la scuola primaria. La gratuità non è (ancora) in discussione, ma la disponibilità dei librai nei confronti di chi si presenta con le cedole in mano è bassissima perché per loro si tratta di anticipare ai distributori soldi che chissà quando saranno rimborsati.
E allora, non sarà che i problemi del caro libro nascono perché questo mercato non funziona bene, oppure è un "non mercato"?

Claudio Capone
29.09.2009

Il secondo anno di "Caro Libro", l'area di libero scambio di testi scolastici tra genitori e studenti organizzata a metà settembre dal CGD Roma Ovest, ha avuto, come tutte le esperienze in itinere e, soprattutto, volontaristiche, luci ed ombre. Cominciamo dalle ombre. I genitori e gli studenti che si avvicinavano ci vedevano molte volte come una succursale di "Lungotevere Oberdan", il più grande mercato di libri scolastici usati di Roma. Ci chiedevano quando arrivavano i libri e se li acquistavamo. Naturalmente non era questo lo spirito dell'iniziativa e tutte le volte spiegavamo che eravamo proprio il contrario di quello che potevamo sembrare. Tutti hanno capito lo spirito e, magari, ci daranno una mano il prossimo anno. Altra ombra la mancanza dei ragazzi, perchè uno degli obiettivi è appunto consentire ai ragazzi di incontrarsi per domanda e offerta. Forse occorre uno sforzo organizzativo maggiore per pubblicizzare meglio l'iniziativa, magari preparando più materiale e partendo prima con l'organizzazione.
Infine le luci: qualcuno il suo libro a "Caro Libro" l'ha trovato e molti, dopo averci fatto visita, sono tornati con i libri da scambiare, segno che il progetto resta validissimo. Magari tra qualche anno sarà concorrente di "Lungotevere Oberdan", nel senso dell'offerta dei libri, ma sarà sicuramente superiore per il fatto che a gestire tutto ciò saranno direttamente genitori e studenti, e non operatori del settore. Ve lo garantisco: vedere un ragazzo che se ne va con il tuo libro non ha davvero prezzo...

Fabio Bomarsi 
29.09.2009

Chiedere ad un editore per ragazzi cosa pensa dei libri scolastici una bella provocazione!
Personalmente infatti ritengo che con particolari attenzioni il libro scolastico andrebbe abolito. Non solo in altri Paesi : penso alla Danimarca dove, nelle scuole elementari, un bambino legge circa 110 libri l'anno perché al posto del libro di testo viene usata la biblioteca scolastica, ma anche anche ad alcune situazioni italiane. Pensate alle maestre e ai maestri che riconvertivano la “cedolina” per l'acquisto del libro di testo con l'acquisto di narrativa. Oppure andate a leggervi una bella intervista ad una maestra di Trento (sul sito http://www.unacitta.it cercate l'intervista a Gabriella Mertz) che “candidamente” dichiara che nella sua scuola (pubblica, ma in una Regione a Statuto speciale che evidentemente tiene alla formazione dei propri cittadini, li vuole liberi di pensare, capaci di immaginare e desiderare, di progettare e di emozionarsi) non si usano libri di testo ma utilizzano tanti libri per ragazzi, per tutte le materie! “ogni interclasse – racconta la Mertz - ha una dotazione di narrativa che va dai 1500 ai 2000 volumi, con tutte le pubblicazioni più recenti. Poi abbiamo acquistato gli atlanti aggiornati, perché ogni anno cambia qualcosa nella geografia planetaria. E ancora acquistiamo libri di storia, di geografia, di scienze. In pratica, i bambini non lavorano su un sussidiario, ma hanno a disposizione materiale diverso, libri, articoli di giornale, immagini, testi di canzoni, con il quale costruiamo il “nostro” sussidiario”.
Per noi editori per ragazzi gli editori di “scolastica” sono spesso un impedimento per arrivare nelle scuole. I genitori e gli insegnanti si accontentano del sussidiario, che li guida nei percorsi didattici e non pone troppi problemi. Perché cercare altrove informazioni o notizie che si possono trovare sintetizzate in un manuale?
Gli editori di scolastica inoltre di solito appartengono a grandi gruppi editoriali. Hanno la forza di fare omaggi agli insegnanti (questa pessima abitudine! Per i libri si chiedono sempre omaggi, sconti particolari, come se il lavoro dietro il libro fosse considerato del tutto ininfluente!!) di proporsi con grande efficacia. Pensate che nell'Associazione Italiana Editori (AIE) il gruppo ragazzi viene considerato un gruppo “non merceologico”, quindi ha poteri limitati rispetto ad altri gruppi (ad esempio la scolastica), può proporre ma spesso non può entrare in merito delle decisioni.Ciò non toglie che la grande coesione (tra piccoli e grandi) ha reso questo gruppo capace di proporre e di farsi sentire. Ma che fatica!
Io credo che un grave problema del nostro Paese sia la mancanza di attenzione ai libri e alla lettura, a partire dai più piccoli. Vi consiglio la lettura del libro”La strada di Jella, prima fermata Monaco”, una storia straordinaria che abbiamo tradotto e pubblicato perché crediamo debba essere di insegnamento per tutti noi che abbiamo fiducia nei nostri piccoli e vorremmo che avessero tante opportunità per crescere felici e responsabili. Jella Lepman, nella Germania sconfitta del dopo guerra decide che i libri per ragazzi avrebbero potuto essere uno dei motori per la rinascita di una Paese che aveva provocato e sconvolto l'Europa e il mondo. Un Paese i cui bambini e ragazzi avevano bisogno di crescere con menti aperte, per superare l'orrore provocato dal proprio Paese, per costruire la democrazia.
In Italia non ci sono biblioteche nelle scuole. Non esiste normativa in merito. Timidi tentativi (il migliore fu quello di Berlinguer a mio parere) vengono fatti morire sul nascere. Non ci sono soldi per la scuola, per i banchi, per la carta igienica, per gli insegnanti. Perché preoccuparci dei libri? Il risultato è che dove ci sono libri i nostri figli vedono libri (tutti noi facciamo a gara per portare libri a scuola, per costruire la bibliotechina di classe, ecc.) ma laddove i libri non ci sono, non sono abitudine familiare, i libri non si vedono. Con il nostro progetto LeBibliotecheDiAntonio (di cui allego il comunicato di quest'anno) ogni anno portiamo in una scuola dove non si vedono libri ma che vuole fortemente una biblioteca scolastica tanti libri di tanti editori per ragazzi. Quest'anno andiamo in Sicilia. In un comune dove non c'è neanche una cartolibreria. Ma non pensate che queste situazioni siano solo al Sud! Sapeste quante richieste ci arrivano!
Perché il nostro Paese, oltre a non avere biblioteche scolastiche non ha librerie (sono circa 2.500 in tutta Italia e quelle specializzate per ragazzi un centinaio. Molte librerie indipendenti stanno chiudendo perché non possono reggere il confronto con le grandi catene: Feltrinelli, Giunti, Mondadori , ecc. che applicano una politica di sconto (e qui torniamo a questo annoso problema!) impossibile da sostenere per una piccola impresa.) Poche librerie, pochissime Biblioteche pubbliche effettivamente attive e funzionanti. Nel nostro Paese quindi c'è un diritto negato: quello alla lettura. E lo vediamo nelle statistiche dei Paesi che leggono, in quelle sulla libertà di stampa e di espressione. Ma facciamo molto poco.
Però ci lamentiamo del costo dei libri. E qui veniamo al punto che forse vi interessa di più. Premesso quanto detto prima e quindi che vorrei che i libri scolastici venissero sostituti da tanti libri diversi, che i manuali fossero ridotti all'indispensabile (matematica, grammatica, quelle materie che necessitano eserciziari, elenco di regole e formule), tutti noi ad inizio anno scolastico troviamo che i libri siano troppo cari.
Se per un verso da parte degli editori di scolastica c'è stata (forse ora con le nuove norme che impongono che la scelta del libro valga per 5 anni alcune cattive abitudini andranno scomparendo) una gestione poco attenta ai bisogni delle famiglie e dei consumatori e più attenta ai propri interessi, dobbiamo tornare a quanto accennato prima: dietro il libro c'è il lavoro di una filiera che nessuno considera. L'ideazione di un progetto, l'autore, il grafico, il correttore di bozze, l'editor, la carta, il tipografo, la distribuzione, il libraio per citare quelle più visibili. E di questo nessuno tiene conto. Molte di queste voci non hanno tutele: il progetto editoriale, il diritto d'autore (pensate alle fotocopie!) Questo stato di cose non facilita il lavoro sul libro. Gli insegnanti sono abituati a ricevere i libri in omaggio: sono costi di cui l'editore deve farsi carico se vuole stare dentro il “gioco” della scuola. Gli editori per ragazzi non possono certo permetterselo.
Il mio cruccio (che è quello di molti colleghi e amici) è che però protestiamo sul caro libri, ma non battiamo ciglio nell'acquisto di un nuovo celluare, nelle ricariche telefoniche, nell'i-pod, ecc. Perché i nostri figli potrebbero sentirsi emarginati senza uno di questi strumenti, mentre possedere libri è diventato ormai quasi un disvalore… Non pensate che un pochino dovremmo cambiare anche noi consumatori?
Allora per concludere (anche se ci sarebbe ancora così tanto da dire!) direi che si possono attuare alcune iniziative per evitare spese inutili e per far sì che ci siano libri per tutti,

  • utilizzare i libri per diversi cicli, facendoli passare da studente a studente, insegnando loro ad avere rispetto e cura del libro;
  • usare la biblioteca pubblica (laddove la trovate) e farla diventare un centro importante di attività per la scuola e per i ragazzi., un luogo di scambio, una “piazza” per dirla alla Antonella Agnoli (in fondo il riferimento al suo libro);
  • Impegnarsi per promuovere progetti di promozione alla lettura e fornitura di libri per le scuole. A questo proposito il CGD ha dato vita ad un bellissimo progetto, insieme ad una libraia – Silvana Sola- e due editrici indipendenti, Irene Scarparti di Biancoenero e me della Sinnos: Sesto Senso . Chiedo al CGD con tutto il cuore di continuare a proporre questo progetto, di metterlo a disposizione di tutti, di divulgarlo: è semplice e porta libri a scuola.
  • Ogni volta che volete un libro in omaggio, che chiedete al libraio o all'editore di fare sconti, pensate al lavoro se c'è dietro e chiedetevi se – a parte nel periodo di saldi – fate lo stesso quando andate a comperare un paio di scarpe o un i-pod. Sono certa che non lo fate con la stessa determinazione.

Vi lascio con dei consigli di lettura:

Jella Lepman , La strada di Jella. Prima fermata Monaco, Sinnos Editrice 2009
Antonella Agnoli , Le Piazze del sapere. Biblioteche e libertà, Laterza 2009
Una battaglia per la scuola , a cura di Carla IdaSalviati, Nuove Edizioni Romane, in uscita

Della Passarelli
Sinnos Editrice
www.sinnoseditrice.org

14/10/2009