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Ruvo di Puglia (Ba) RodAndo per la Città Presentiamo attraverso le parole del suo Presidente
la neonata Associazione che opera nel territorio della Provincia
di Bari ispirandosi al «fantasioso Gianni Rodari che ha contribuito
alla formazione della figura del Genitore quasi perfetto»
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Siamo un gruppo di genitori, interessati alla crescita serena dei propri figli, ai problemi della scuola e della sua qualità educativa e, più in generale, a tutti i problemi dell'infanzia e dell'adolescenza, cercando prima di tutto di risvegliare «il bambino che è dentro di noi». Naturalmente un compito non facile rispetto alla poca attenzione di noi adulti ad osservare le difficoltà che non solo i bambini, ma anche gli anziani si trovano ad affrontare, essendo ritenuti dalla nostra società «le periferie dell'uomo». Questa marginalità, ormai diffusa tanto nelle grandi città quanto nei paesi (come il nostro), è un fenomeno che noi avvertiamo, e che raramente viene affrontato con interventi di qualità culturale e strutturale. È a partire da questa difficoltà che ci siamo resi conto della necessità di organizzare in «un movimento di idee» che esprima innanzitutto la difesa dei «diritti del bambino», decisi da noi adulti, ma altrettanto non rispettati. Manca però un percorso culturale che produca degli strumenti (già scritti nella legge) affinché ognuno di noi si senta appartenente al territorio, alla società civile e che siano accompagnati dalle regole di uno Stato democratico. Lo scopo principale dell'associazione è quello di richiamare alla responsabilità dei genitori tutti i problemi presenti nell'ambiente sociale, coi quali i bambini sono costretti a convivere. Inoltre RodAndo per la città è un'associazione di cittadini che si impegnano coscientemente per un ambiente degno di essere vissuto a misura di bambino. In particolare l'attività dell'associazione è rivolta ai seguenti settori: Pubblicazioni, seminari e convegni, lavoro di coscientizzazione e formazione permanente per genitori; Collaborazione con l'ente locale e la scuola, intesa come luogo privilegiato di crescita umana e di formazione civile e culturale dei bambini e dei ragazzi in rapporto dinamico con il territorio. A tal fine l'associazione sollecita l'impegno dei genitori e la collaborazione con tutte le componenti istituzionali; Realizzazione di attività e iniziative per approfondire e allargare la conoscenza del fenomeno del disagio infantile in tutti i suoi aspetti e su di esso intervenire, ricercando la collaborazione di altre associazioni ed esperti; Iniziative di informazione e sensibilizzazione dei genitori e degli insegnanti, per affermare il riconoscimento del diritto alle pari opportunità per i portatori di handicap e del diritto di sostegno per le loro famiglie. Una particolare attenzione ai bambini di altre nazionalità o appartenenti ad altre minoranze, promuovendo la nascita di una società multiculturale che integri senza omologare o assimilare. Tutto questo è anche un progetto socio – culturale che si presenta carico di segni della storia e collettiva dell'infanzia nella nostra città, quindi assieme alla biblioteca ai centri sportivi, anche un centro infanzia vorremmo facesse parte dei servizi extrascolastici per dare «dignità» culturale al bambino. Per questi motivi l'associazione RodAndo per la Città aderisce al Cgd nazionale. Mauro Ieva
Presidente Cgd Ruvo di Puglia |
Roma Progetto «Educazione al Consumo» |
Le cose sono cominciate con un paio di fax e diverse segnalazioni da parte del C.G.D. di Monteverde, in collaborazione con il giornale il Salvagente: ci svelavano l'esistenza di una campagna di educazione al consumo! Dopo la visita di un giornalista del Salvagente è partito alla grande il progetto nelle due classi del liceo linguistico dell'istituto Morgagni di Roma; sotto la mia guida, per un totale di circa 20 ore nell'ambito della cattedra di fisica; sotto la guida della prof.ssa Della Valle, per un totale di 4 ore nell'ambito della cattedra di scienze; sotto la guida della prof.ssa Cocchi per un totale di 1 ora nell'ambito della cattedra di diritto. Ogni alunno (e la sua famiglia!) ha avuto il proprio cofanetto contenente la mini enciclopedia «consumare per non essere consumati» che lo ha accompagnato a scuola tutti i giovedì a partire da febbraio. Anche altri alunni della scuola hanno avuto i cofanetti o i libretti più agognati! Le due classi interessate si sono spontaneamente divise in gruppi, in base ad affinità interesse o lavori in gruppo precedentemente sperimentati e hanno scelto il proprio argomento. In prima battuta c'è stata la lettura, la comprensione e la sintesi dei «volumetti», poi la correzione da parte mia e l'indicazione degli approfondimenti possibili. Il lavoro delle classi si è allora trasferito parzialmente in biblioteca, parzialmente nelle altre discipline, anche grazie alla preziosa collaborazione ed opera delle bibliotecarie e delle insegnanti del corso, gentilissime e competenti. Ma non dimentichiamoci le capacità di scelta gestione e organizzazione degli studenti, che si sono veramente mostrati all'altezza della situazione. Le diverse tappe di lavoro, di consapevolezza e responsabilizzazione sono state: divisione e articolazione del lavoro, in maniera da far «funzionare al meglio» ciascuno dei componenti del gruppo; rendere più serio e approfondito il loro lavoro; evidenziare il percorso logico seguito e da seguire e poi anche da illustrare nella presentazione; dare visibilità al lavoro eseguito e studiarne il modo più consono, rendere più leggibile, attraente, trasparente il prodotto finale; trovare l'esposizione grafica e verbale più incisiva e consona. A mio avviso molti sono stati i pregi dell'attuazione del progetto. Li enumero in ordine d'importanza: gestione diretta e totale responsabilità del progetto da parte degli alunni, con giusto soddisfacimento della loro legittima «voglia di protagonismo»; acquisizione di conoscenze e consapevolezza relativamente ad argomenti di educazione al consumo rispettoso della propria salute, della salute della comunità e della salute dell'ambiente; possibilità di rendere attuali argomenti di chimica, biologia., fisica, diritto, a partire da problemi reali inerenti e insiti nella vita quotidiana; possibilità di comprendere l'importanza di taluni aspetti della vita quotidiana e dell'educazione al rispetto dell'ambiente e delle persone, in base a conoscenze scientifiche specifiche e corrette; sviluppo della sensibilità di trasmettere ad altri le conoscenze acquisite; manifestazione dell'esigenza di riproporre per il futuro anche per altre classi un lavoro analogo; in ultimo, la possibilità di lavorare bene in una terribile sesta ora di fisica! Una esperienza che ( mi piace sottolinearlo! ) anche gli alunni ritengono costruttiva e da estendere ad altri, in futuro. Perché è un proficuo antidoto a: disordini alimentari, maleducazione nei confronti della propria ed altrui salute, irresponsabilità e noncuranza di fronte ai danni all'ambiente. È anche il miglior modo di socializzare responsabilmente su un lavoro concreto, autoresponsabilizzarsi per far produrre utilmente e al meglio la piccola società rappresentata dal gruppo, autoregolare il proprio e l'altrui apporto al lavoro comune, nella esaltazione delle abilità di ciascuno; conoscere e rispettare modi di fare e di essere e di pensare diversi e di concertarli nell'obiettivo comune. Infine non posso non esprimere la mia soddisfazione per un bel lavoro e il ringraziamento per i miei alunni che hanno saputo così ben lavorare, ma anche esplicitare che probabilmente molti di loro ricorderanno con piacere questo lavoro fatto insieme e proposto da me. La lusinga che me ne deriva mi ripaga di fatiche, frustrazioni, delusioni ... e allora è il caso di dirlo : grazie al ...Salvagente!! Anna Mataloni
insegnante, Liceo Sc. Morgagni- Roma |
Novellara «Una legge regionale e tanti perché» |
Quando si è «invitate» ad una «festa» che si tiene al mercoledì, 23.09, ore 14.30, di lunedì, 21.09, pomeriggio (orario della postina che ha in gestione la zona in cui abito), la prima reazione di una donna che lavora e che è anche madre di un bambino di 5 anni, è di smarrimento. «Mio Dio, come faccio ad andare a Bologna dopodomani? Come posso organizzarmi in tempo? E poi devo anche prepararmi per andare a questo incontro». Ed è quello che mi è accaduto, ricevendo l'invito da parte della Commissione Consigliare «Scuola, Cultura e Turismo» della Regione Emilia Romagna. L'invito inoltrato al Sovrintendente scolastico Emilia Romagna., ai Provveditorato agli studi., alle organizzazioni sindacali regionali e della scuola., ai vari enti di formazione e infine ai Cgd, aveva all'ordine del giorno l'esame del progetto di legge «Modifica della L.R. 25/1/1983, n° 6 - Diritto allo studio e qualificazione del sistema integrato pubblico e privato delle scuole dell'infanzia» e abrogazione della L.R. 24/4/1995 n° 52 «Integrazione alla L.R. 25/1/83 n° 6 - Diritto allo Studio?». L'importanza dell'argomento avrebbe richiesta la possibilità di poter usufruire di un tempo maggiore per poter prendere in visione la Legge Regionale, le modifiche proposte e la possibilità di poter effettivamente dare pareri, suggerimenti e indicazioni. Comunque, ascoltando gli interventi dei presenti, è parso evidente che quasi tutti gli invitati erano stati avvisati all'ultimo momento. Allora «sorge spontanea la domanda»: «Perché l'invito è arrivato con così poco anticipo?». Il Presidente Ferdinando Fabbri all'apertura dei lavori ha esordito in questi termini «non siamo qui per essere contro o pro la riforma della L.R., ma per accogliere proposte e suggerimenti.» «Sorge spontanea» un'altra domanda: «allora è già stato deciso che questa L.R. s'ha da fare? e se sì, perché?» Ma prima di continuare devo fare dietro - front, per spiegare, con tutti i limiti della mia ignoranza in materia di leggi, in che cosa consistono queste due Leggi Regionali che dovrebbero diventare «UNO». La L.R. del 25/1/93 n° 6 modificata dalla L. R. n° 52/or aveva come obiettivo la qualificazione del sistema integrato pubblico - privato della scuola dell'infanzia e il diritto allo studio di ogni persona di accedere a tutti i gradi del sistema scolastico e formativo. Per raggiungere queste mete erano state formulate diversi passaggi. Oggi, con la nuova proposta di L.R. si parla di un «sistema di integrazione formativo, di potenziamento di offerte formative e di dare la possibilità agli studenti di poter utilizzare questa offerta formativa». Inoltre, si è puntato molto sul finanziamento della scuola privata. Questa L.R., come ha ribadito il Presidente, anticipa la riforma del sistema scolastico, quindi, una Legge nazionale. Di conseguenza è ancora una volta spontaneo chiedersi: come e dove si potranno avere i soldi per poter finanziare le scuole private, e soprattutto, considerando che le scuole pubbliche hanno previsto tagli «economici a tutti i livelli, con la finanziaria? Di conseguenza si taglia al pubblico per dare ai privati? E se sì, perché? Quali sono inoltre i criteri che definiscono una scuola? Quali i criteri di selezione per il personale docente che opera o dovrà operare nella scuola privata? Le stesse che esistono per le scuole pubbliche? Molti degli interventi ribadivano la necessità di criteri che potessero dare indicazioni in base alla questione dell'accreditamento del Sistema Integrato Pubblico - Privato. Inoltre si è spesso ribadito che il finanziamento della scuola privata è anticostituzionale in base all'articolo 33 della costituzione nel quale si afferma che le scuole private devono autofinanziarsi. A questo punto ci si chiede se questa L.R. e non a caso, di una regione «rossa», l'Emilia Romagna, non sia da considerarsi uno strumento per verificare a livello nazionale quanto sia fattibile un accordo tra forze di potere di sinistra e di destra. Non a caso, questa legge così formalmente ricca e propositiva, cade sui contenuti di cui vuol farsi carico. Purtroppo, a noi genitori interessa capire e conoscere la scuola di oggi e di domani, frequentata dai nostri figli, poter scegliere fin dove ci è possibile una scuola che sia democratica per poter perseguire la democrazia, che sia apartitica, che le nozioni che vengono impartite diano ai nostri figli la possibilità di essere continuamente adeguate ai tempi storici che vivono, per poter in questo modo avere realmente la possibilità di vivere ed essere in formazione per evitare le incertezze lavorative del futuro. Anna Pace
Presidente Cgd di Novellara (RE) |
Taranto Se permettete, ci presentiamo...! |
Eccoci qua siamo quattro ragazze e collaboriamo con il Cgd di Taranto. Abbiamo interessi diversi e tante cose in comune; oltre ad essere diventate molto amiche, abbiamo condiviso un'unica e meravigliosa esperienza: il VOLONTARIATO. A volte parlare di se stessi, delle proprie sensazioni, dei propri pensieri non è facile come si potrebbe pensare: ebbene, ognuna di noi aveva bisogno di qualcosa o di qualcuno, aveva necessità di riempire dei vuoti interiori, di dare un senso alla propria vita e di sentirsi utile agli altri. La nostra esperienza è cominciata così? Inizialmente la nostra mente è stata invasa da tante domande: ne sarò capace? ne sarò all'altezza? come mi giudicheranno? Questo perché non eravamo convinte di possedere titoli di studio idonei, capacità particolari, o cose di questo genere, tali da poter rivolgere tutto il nostro interesse a favore dei bambini. Col passare del tempo, stare accanto a loro, trascorrere la maggior parte della giornata, giocare, studiare, crescere insieme, ci ha permesso di cambiare opinione e in più ha risvegliato in noi il valore dell'infanzia e soprattutto quanto essa debba essere importante, serena e spensierata. Purtroppo non sempre è così. Infatti capita di conoscere bambini che apparentemente sembrano essere felici ma in realtà sono spesso preda di un'improvvisa tristezza, di pianti immotivati, di comportamenti litigiosi, calo nell'ambito scolastico o peggio ancora voglia di solitudine. Sono tutti segnali d'allarme che c'inducono a riflettere: da chi o da che cosa dipendono questi atteggiamenti? Il fine che ci poniamo è quello di dimostrare loro tutto il nostro affetto, perché solo così riusciamo ad instaurare un dialogo per capirli ed aiutarli. Certo, può capitare di fallire in qualche situazione, ma in ogni fallimento ci sarà pur sempre una piccola «vittoria». Si tratta di un compito piuttosto arduo e faticoso, ma in compenso ci sentiamo realizzate per quello che facciamo e per le emozioni che ci trasmettono. Perché allora perdere di vista le cose più belle, le più semplici che la vita ci offre come quella di avere accanto un bambino? Così possiamo riscoprire noi stessi e ritrovare la felicità e la serenità che pensavamo aver dimenticato. Non vogliamo che questa esperienza resti solo nostra ma deve spaziare e per questo ti offriamo la possibilità di partecipare alla nostra iniziativa. Potrai trovare su questa rivista altri articoli che affronteranno situazioni - tipo riguardo ai problemi che un bambino o un adolescente può avere e se vorrai, potrai aiutarci a risolverli........ Non ti chiediamo del tempo, ma solo un po' d'attenzione. Marianna, Marcella, Giuditta e Tina
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