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colori
e sapori dal mondo
una proposta per un servizio immigrati
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'orizzonte
prossimo venturo della nostra Italia è ormai disegnato: sarà
sempre più multietnico e multiculturale, dove insieme al sangue
si mescoleranno culture diverse e si realizzeranno nuovi modi di vivere
dalla convivenza e dal confronto dei costumi e delle lingue, delle religioni
e, perché no, anche delle cucine. Se così è, si impone
la necessità di mettersi tutti (nessuno escluso) in gioco nei confronti
degli aspetti legati alla quotidianità della vita di coloro che
in Italia ci sono dalla nascita e di coloro che vi sono arrivati per storie
e strade diverse. Le istituzioni poi hanno l'obbligo di garantire
agli immigrati spazi di accoglienza, che diventino sempre più e
sempre meglio veri e propri momenti educativi. Da queste premesse
ha preso avvio il progetto del CGD di Firenze e dell'Associazione EST (Educazione
Solidarietà Terzomondo), con l'obiettivo di affiancare l'Ufficio
Immigrati del Comune di Scandicci (dove da sempre esiste una forte presenza
del CGD) mediante un corso di cucina multietnico, «Colori e Sapori
del Mondo», che si è realizzato dal 2 ottobre al 12 dicembre
scorsi. Questo articolo ha lo scopo non tanto di pubblicizzare l'esito
più che positivo dell'iniziativa (quando mai un'iniziativa non ha
avuto uno strepitoso successo?), bensì di socializzare brevemente,
tramite la nostra stampa associativa, gli «ingredienti»
principali del progetto, le tappe raggiunte e le prospettive di lavoro.
Tutto ciò con l'intento di favorire la promozione di analoghe iniziative
in altri territori. Il primo e fondamentale ingrediente, da cui tutto
deriva, è stata l'individuazione di uno staff di persone dotate
di una buona volontà e di un discreto spirito di sacrificio: nel
nostro caso un mix di giovani e meno giovani (tra cui il sottoscritto)
che avevano da poco concluso un corso di formazione sulla cooperazione
internazionale e che avevano individuato «Colori e Sapori del
mondo» come un «progetto locale», in cui poter
sperimentare le teorie apprese al corso di formazione. In questo senso
il CGD a Scandicci è stato individuato quale partner locale.
Il secondo ingrediente è stata la costruzione della relazione umana
tra il gruppo proponente (CGD e EST) e le comunità e/o i singoli
immigrati resisi disponibili al progetto. Ne abbiamo trovati dieci, in
rappresentanza della Giordania, Togo, Perù, Senegal, Eritrea, Cuba,
Filippine, Capo Verde, Messico, India. Questa fase preparatoria è
servita ad instaurare un clima favorevole al dialogo e ad individuare i
cuochi nonché le condizioni idonee alla realizzazione del corso.
Il terzo ingrediente è stata perciò la ricerca di una struttura
dotata di una cucina idonea a contenere una trentina di persone, tra allievi,
cuochi e staff organizzativo. L'abbiamo trovata questa volta nella Casa
del Popolo di Casellina (una delle circoscrizioni di Scandicci), inserendoci
in quella serie di attività di «commerciale sociale»
(corsi di ginnastica, di ballo, pizzeria, feste e cene per i soci ecc.)
che ormai contraddistingue le Case del popolo e i Circoli ricreativo-culturali.
Il quarto ingrediente è stata la ricerca degli sponsors: un noto
negozio di prodotti etnici di Firenze (Vivimarket) e la sezione soci della
COOP di Scandicci, il Consiglio di circoscrizione di Casellina, l'ARCI
provinciale di Firenze. Due parole sullo svolgimento del corso: le lezioni
sono risultate sufficientemente interattive ed efficaci da permetterci
di realizzare un «saggio finale», in cui una parte degli
allievi ha cucinato, con la supervisione dei cuochi terzomondiali, piatti
tipici dei dieci paesi per 180 persone. Nonostante alcuni incidenti di
percorso (un piatto filippino a base di carne di maiale dato a musulmani,
quantità talvolta insufficienti per tutti ecc.), l'iniziativa è
andata in porto con la soddisfazione di tutti. L'obiettivo comunque più
importante è stato (ed è) di contribuire, come associazioni
di volontariato, ad «arricchire» il servizio dell'Ufficio
Immigrati, per superarne i limiti dovuti alla componente burocratica di
«sportello», seppur importante specialmente nel corso
della recente fase di regolarizzazione. «Colori e Sapori del Mondo»
ha fatto da apripista infatti rispetto ad iniziative collaterali di tipo
educativo, in cui l'immigrato regolare e l'italiano per nascita imparano
una nuova (ineludibile) dimensione di cittadino. In marzo e aprile in alcune
scuole elementari di Scandicci si farà un laboratorio di fiabe etniche
(Perù, Togo, Cina, Eritrea, Senegal) e in autunno la cucina del
Marocco, Egitto e Cina (i popoli più presenti nel territorio di
Scandicci) sarà affiancata dal laboratorio di danze di Cuba, Perù,
Capo Verde e Togo. I «Colori e Sapori del Mondo» si
accompagneranno perciò a «Suoni e Danze del Mondo»,
una nuova fase sperimentale di un percorso che ci auguriamo destinato a
diventare vita vissuta per tutti i cittadini, indipendentemente dal paese
di nascita.
Paolo
Bavazzano
(CGD di Firenze) |