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ASSEMBLEA NAZIONALE CGD

DOCUMENTO SU ORGANI COLLEGIALI

Recita la nota esplicativa al DPR 235/07 del 31 luglio 2007: “La scuola dell'autonomia può svolgere efficacemente la sua funzione educativa soltanto se è in grado di instaurare una sinergia virtuosa, oltre che con il territorio, tra i soggetti che compongono la comunità scolastica: il dirigente scolastico, il personale della scuola, i docenti, gli studenti ed i genitori. L'introduzione del patto di corresponsabilità è orientata a porre in evidenza il ruolo strategico che può essere svolto dalle famiglie nell'ambito di un'alleanza educativa che coinvolga la scuola, gli studenti ed i loro genitori ciascuno secondo i rispettivi ruoli e responsabilità”.

L'art. 2 della L 169/08 fa salvi questi fondamentali principi.

Riteniamo che sia impossibile una rivalutazione del ruolo della famiglia, la realizzazione di una vera alleanza educativa e la consapevole collaborazione ad un unico progetto educativo senza la conservazione ed il rafforzamento di luoghi di confronto e proposta deputati collegialmente alla realizzazione di questo progetto, che non può prescindere dalla imprescindibile e prioritaria  individuazione dei bisogni dello studente e del territorio.

“Programmare e condividere con gli studenti, con le famiglie, con le altre componenti scolastiche e le istituzioni del territorio, il percorso educativo da seguire per la crescita umana e civile dei giovani” (citiamo ancora la nota del 31 luglio 2008), presuppone necessariamente un'interazione stabile tra tutti i soggetti individuati in un rapporto che senza soluzione di continuità accompagni l'intero percorso educativo dello studente.

È  evidente che per tener conto  “delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie” (art. 4 L 169/08) non possa essere sufficiente la semplice adesione a moduli o formulari ma che sia indispensabile un'interazione stabile e duratura tra scuola e famiglia che tenga conto anche delle continue trasformazioni del territorio.

L'autonomia fonda la sua logica proprio nella decentralizzazione al fine di individuare le soluzioni più idonee al contesto.

Riteniamo perciò che la scuola autonoma non possa né debba identificarsi con la scuola della dirigenza e giammai con un’azienda e che un’istituzione che si ispiri ai valori democratici debba garantire la presenza di organismi di interazione e confronto.

Senza negare le problematiche che gli organi di partecipazione hanno evidenziato in questi anni, riteniamo che non risponda ad alcuna logica risolutiva la loro soppressione che avrebbe anzi il controproducente effetto di intensificare l’attrito tra scuola e famiglia e vanificherebbe la costituzione di un’alleanza educativa, ma sia opportuna invece l’individuazione di idonei correttivi.

Uno di questi consiste nella soddisfazione della prioritaria esigenza che i rappresentati eletti siano sufficientemente informati nello svolgimento del proprio ruolo poiché pensiamo che la garanzia della democrazia nella scuola passi anche attraverso un'attività formativa di tutte le componenti per la realizzazione della quale è possibile individuare idonei percorsi.

In considerazione del ruolo di garanzia riconosciuto ai genitori giudichiamo altresì che le esigenze di velocizzazione e le responsabilità individuate nell'art. 16 del DPR 275/99 che disciplina il coordinamento delle competenze, in particolare quelle connesse al ruolo dirigenziale, siano già pienamente soddisfatte dalle funzioni e dai poteri in materia negoziale disciplinate dal DI 44/01 e che gli organi collegiali anziché causa di rallentamento vadano considerati come un valore aggiunto.

Per incentivare la partecipazione democratica è indispensabile una Carta dei diritti dei genitori analoga allo Statuto delle studentesse e degli studenti e la previsione ed il riconoscimento di permessi retribuiti.

È necessaria l'introduzione di facilitatori nei rapporti quali  la figura di mediatori.

Riteniamo inaccettabile che l'autonomia venga intesa nel senso che ciascuna scuola possa gestirsi affidando ai singoli regolamenti anche l'individuazione, le modalità di costituzione e di funzionamento degli organismi di governo dell'istituzione scolastica e delle forme di partecipazione perché genererebbero una situazione a macchia dei leopardo con effetti discriminatori nelle realtà di degrado.

L'organo collegiale di governo della scuola dell'autonomia deve essere presieduto da un genitore al fine di garantire l'interazione tra scuola e famiglia affinché la prima riesca a dare una risposta progettuale idonea alle esigenze di questa e del territorio e deve garantire la presenza sufficientemente paritetica delle varie componenti.

È necessaria la costituzione Commissioni e gruppi di lavoro che prevedano la presenza obbligatoria dei genitori al loro interno.

Riteniamo opportuna la conservazione del Consiglio di classe che favorisca anzi l'ampliamento alla partecipazione di tutti i genitori proprio per migliorare il rapporto collaborativo, definendo altresì con maggiore dettaglio le funzioni ed il ruolo del rappresentante di classe per rimediare all'attuale dequalificazione e provvedendo ad una maggiore razionalizzazione e precisa individuazione delle modalità spazio-temporali giacché è proprio nella classe quale luogo fisico che maggiormente si attualizza il patto di corresponsabilità educativa.

Il Comitato genitori, in quanto organismo dal forte impulso partecipativo, deve essere previsto obbligatoriamente ed assurgere alla dignità di organo collegiale con precise disciplina del ruolo e delle funzioni di proposta e di collegamento tra i consigli di classe e l'organo di governo delle istituzioni autonome.

Il CGD ritiene inoltre imprescindibile per la realizzazione dell'autonomia l'esistenza di organi collegiali territoriali che, per quanto rivisti nella composizione e rimodulati territorialmente,  debbano avere effettive competenze di coordinamento e programmazione e che, a tal fine, gli vengano attribuiti pareri obbligatori e non facoltativi.

Ad essi deve essere affidata una funzione di osservatorio sui bisogni formativi del territorio anche per quanto attiene le esigenze dell'edilizia scolastica e l'accertamento e la garanzia dell'adeguata distribuzione in un determinato ambito territoriale delle scuole statali di ogni ordine e grado.
Si esprime, infine, netto dissenso in merito all'elezione di secondo grado dei rappresentanti delle varie componenti scolastiche. Il CGD ritiene che soltanto elezioni per liste contrapposte possano garantire il necessario confronto ideale e programmatico tra le diverse componenti e concezioni che animano la nostra società e che costituiscono la vera ricchezza del sistema nazionale dell'istruzione e della formazione.

Non siamo contrari alla conservazione terminologica del nome “distretto scolastico” pur con la già indicata ridefinizione dell'ambito territoriale.

Castellammare di Stabia, 2 novembre 2008. 

 

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