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INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI CASTIGLIONCELLO
TREDICESIMA EDIZIONE

Il bambino fantastico
 

5/6/7 maggio 2000
Castello Pasquini

6 maggio
 
 

I genitori del 2000 interrogano Gianni Rodari

Qui a Castiglioncello, tra i genitori e gli insegnanti del Coordinamento democratico, Rodari non è solo lo scrittore, il teorico dall'immenso spessore civile, il pedagogo rivoluzionario. Qui a Castiglioncello, Rodari è per tutti “Gianni", un amico. Una riflessione commossa, sentita e partecipe quella che si è svolta ieri pomeriggio sull'autore della “Grammatica della fantasia". Rodari è morto vent'anni fa ma ha ancora molto da dire. Ne introduce l'opera sovversiva Matteo Viviano del Cgd, salutando Maria Teresa,  la moglie dello scrittore, presente al convegno. Poi tocca a Marisa Musu, giornalista, ripercorrere le tappe del pensiero rodariano. Tappe rivoluzionarie perché predicare quarant'anni fa la centralità del bambino nella scuola e nella famiglia era un concetto audace,  difficile da far passare. “Rodari - spiega Marisa Musu - sosteneva che bisognava insegnare al bambino a non accontentarsi, sosteneva che il mondo si può cambiare uscendo di casa. Oggi però le riflessioni di Gianni sono difficili da applicare. Ancora più difficili che nel passato perché è venuta a cessare la speranza come intermediaria". Marisa Musu solleva dubbi, pone interrogativi a sé stessa e alla platea. “Allora - dice - lasciamo fermi i valori di Rodari ma cambiamone la pratica perché la realta dentro e attorno a noi si è trasformata". E conclude con una riflessione di Gianni in memoria dell'amico Bruno Ciari, perfettamente applicabile allo stesso Rodari: “Era un uomo prezioso e buono. Nostro dovere è farlo conoscere e apprezzare in un paese più attento ai cantanti e ai calciatori che ai veri maestri".
? Appassionato l'intervento di Marcello Argilli, scrittore per ragazzi. Argilli rivendica l'essere politico di Rodari, figlio della “cultura laica e progressista ". “Si poteva essere comunisti, legati saldamente al movimento operaio e insieme autori di poesia", sostiene Argilli che ricorda la passione civile che animava lo scrittore. E continua: “La grammatica della fantasia grazie a Rodari ha avuto diritto di cittadinanza nella scuola. Per lui creatività era sinonimo di pensiero divergente. Per lui fantasia e passione viaggiavano insieme, elementi imprescindibili dell'arte di inventare. Oggi è sconsolante constatare di come l'elemento immaginifico sia scomparso dalla nostra scuola. Oggi la letteratura per ragazzi è ludico-evasiva, leggera e superficiale. I libri di Rodari erano, invece, dei giocattoli impegnativi. La fiaba era il luogo di tutte le ipotesi, una strada per conoscere il mondo. Si rivitalizzi Rodari, si smetta di trattarlo come un santino buono per tutte le occasioni". 
? A Fernando Rotondo, studioso di letteratura per l'infanzia, è toccato, infine, il compito di tracciare un quadro sui libri per i piccoli. Da Collodi, passando per Salgari, De Amicis e poi, più in là nel tempo per Tofano, Zavattini e Calvino fino ad arrivare a Rodari. “Nell'81, l'anno dopo la morte di Rodari - osserva Rotondo - si è inaugurata la moda del tascabile. La crescita dei libri per ragazzi è esponenziale". Un dato molto positivo: l'80% dei bambini tra i 5 e 14 anni legge un libro l'anno, contro il 40% degli adulti. Un trend lento ma progressivo. Basti pensare che nel '97 l'incremento delle vendite in ambito di letteratura dedicata all'infanzia è stato del 7%. E tra gli eredi possibili di Rodari, Rotondo indica Roberto Piumini, Bianca Pitzorno, Giuseppe Pontremoli e Andrea Molesini. Autori con differenti caratteristiche e spessore ma in grado di costruire “giocattoli poetici" adatti ai bimbi del nuovo millennio.
 

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