INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI CASTIGLIONCELLO
TREDICESIMA
EDIZIONE
5/6/7
maggio 2000
Castello
Pasquini
|
7
maggio
La tavola rotonda
Tre giorni pieni, ricchissimi di
spunti, di punti di vista sul bambino fantastico e sui motori che attivano
o inibiscono il processo immaginifico. Riflessioni su ciò che è
la scuola e ciò che potrebbe diventare, sulla famiglia e il suo
futuro, sui linguaggi della fantasia e della realtà, sulla memoria
come strumento creativo. E in mezzo provocazioni intellettuali per superare
il muro degli stereotipi, come lo definisce Mario Russo psicologo del Coordinamento
genitori democratici, e provare a guardare oltre la siepe. La tredicesima
edizione degli Incontri internazionali di Castiglioncello si è chiusa
con una tavola rotonda variegata e appassionante, un'operazione di sintesi
complessa in cui i ragionamenti si sono intersecati e sovrapposti, disuniti
e ricomposti proprio nel tentativo di oltrepassare la siepe, mano nella
mano con i bambini. A coordinare quest'ultimo incontro la giornalista Marisa
Musu. Il primo intervento è spettato a Giancarlo Tanucci, professore
di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione all'Università
“La Sapienza" di Roma. Tanucci ha riportato parte della sua ricerca su
fantasia bambina e fantasia adulta sottolineando come il processo creativo
implichi l'attivazione della memoria anche durante l'infanzia. Creatività
come operazione divergente, quantunque per Tanucci “la divergenza implichi
costi sociali, concetti ingombranti e percepiti pericolosamente". Dunque,
secondo il docente essere fantastici significa anche governare la propria
capacità immaginifica.
Luca Raffaelli, esperto di fumetti
e cartoni animati, ha scientemente estremizzato il tema. Controcorrente
rispetto ai media, ha difeso i cartoon giapponesi, a cominciare dai celebri
Pokemon che per alcuni sarebbero i responsabili del disagio del bimbo romano
che tre giorni fa si è lanciato da una finestra. Per Raffaelli prima
di giudicare è necessario comprendere. “Dobbiamo capire - ha detto
- perché i nostri bambini sono intrigati da queste storie, da questi
personaggi. Invece gli adulti contestano a prescindere, considerano un
bimbo fantastico solo se ama ciò che noi amiamo". Ben oltre la siepe,
in sintonia con i suoi scritti, è andato Massimo Canevacci - professore
di antropologia culturale alla prima università di Roma. Canevacci
si schiera contro la memoria immobile che, a suo dire, classifica in maniera
rigida l'identità infantile e, più in generale, le identità
tutte. Per l'autore di “Culture extreme" vanno rivoluzionati i codici,
“vanno moltiplicate le culture in modo confuso in nome di una sporcizia
ibrida che permette agli adulti di ascoltare il nuovo, di percepire le
trasformazioni, di comprendere i modi di bambini e adolescenti".
Anche il regista Enzo D'Alò,
come Raffaelli e Canevacci, si è espresso a favore dei cartoni giapponesi
in quanto espressione di un linguaggio “altro" rispetto ai codici confortanti
della Disney. “Siamo abituati - ha detto D'Alò - alle immagini e
alle storie proposte dall'industria cinematografica americana. Consideriamo
ciò che è diverso come sbagliato. Non ci sto. Io, personalmente,
mi sento più vicino alla fantasia poetica dei giapponesi che al
merchandising dei cartoon che arriva dagli Usa". Per ultimo Marco Veronesi,
direttore della scuola di Capodarco per la formazione di operatori sociali,
ha insistito sull'adulto fantastico, vero e imprescindibile motore per
la stimolazione del bambino fantasioso.
Memoria sì, memoria no. Creatività
come operazione divergente, infanzia al centro della scuola e della famiglia,
televisione e cartoni animati considerati come strumenti “cattivi" o come
mezzi innocui. Temi su cui interrogarsi ancora, su cui riflettere. Un insegnante
di Napoli che ha preso la parola ha sintetizzato bene: “Vado via da Castiglioncello
giustamente spiazzato e quindi più ricco". Fuori dal Castello Pasquini,
un bimbo piccolissimo giocava nel parco mettendo in fila una serie di pietre
bianche. Un trenino? Una collana? Una fila di formichine? Oltre la siepe
le risposte sono infinite e infinitamente fantastiche. |