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COMUNICATO STAMPA

Si è riacceso in questi giorni il dibattito sull'educazione sessuale nelle scuole a seguito della circolare della ASL di Milano del 18 giugno che vieta ai suoi medici di fare educazione sessuale agli studenti sotto i sedici anni.

Nel contempo l'associazione italiana di ginecologia e ostetricia lancia un allarme rispetto all'aumento della diffusione di malattie sessualmente trasmissibili e di aborti nella popolazione giovanile.

Questi dati pongono degli interrogativi inquietanti a tutti noi adulti che abbiamo delle responsabilità nei confronti delle giovani generazioni a cui non possiamo sottrarci.

Né giova il tono da crociata del Sottosegretario Roccella che attribuisce solo alla famiglia il compito dell'educazione sessuale.

La famiglia ideale, pertanto, non solo è oggi sostitutiva di ogni politica di welfare, ma deve essere anche ‘competente’ ed efficace nell'educazione affettiva e relazionale dei nostri ragazzi.

Siamo certi che il dibattito vada sottratto ad ogni ideologismo e che sia necessario individuare le opportune strategie per potenziare le capacità delle stesse famiglie ad ‘educare’, ma siamo altrettanto certi che serva un intervento diffuso e capillare con operatori competenti e con una maggiore integrazione tra il lavoro delle Asl, dei consultori e delle scuole e chiediamo al Ministro dell'Istruzione di prendere in seria considerazione l'introduzione nella scuola dell'educazione sessuale.

 

Roma, 1 luglio 2009

 

Sull'argomento --> un articolo su Unimagazine con l'intervista a Antonia Cascio, del CGD di Palermo