Comunicato stampa
Il Coordinamento Genitori Democratici esprime la propria più sentita e partecipe solidarietà, se non nella presenza fisica, di certo nella vicinanza morale a quanti – giovani, associazioni, cittadini e istituzioni - promuovendo la marcia del 4 novembre, manifesteranno a Locri in nome della legalità e del riscatto da ogni potere occulto, criminale e mafioso.
In quanto associazione di genitori non possiamo non manifestare la nostra più profonda preoccupazione rispetto alla efferatezza e al dilagare di quei poteri criminali che si impongono con la sopraffazione, il delitto e la connivenza politica per estorcere il presente e il futuro delle giovani generazioni del nostro Paese.
Siamo tutti calabresi, sì, almeno nella consapevolezza che ovunque occorre resistere all’immoralità dilagante nella quale trovano aggancio e terreno fertile, in alcune regioni d’Italia, le varie criminalità organizzate.
Libere istituzioni per liberi cittadini e cittadine, perché, come ci ricordava Francesco Fortugno, denunciando lo scorso 24 maggio le minacce mafiose all’assessore alla sanità della regione Calabria, “gli uomini che danno corpo alle istituzioni, sono la espressione della libera determinazione dei cittadini e sono essi stessi semplici cittadini, chiamati a mantenere vivo quell'ideale di democrazia che tanto è costato al nostro Paese. Non eroi votati al sacrificio, quindi, ma padri e madri di famiglia che hanno il comune sentire della gente, ma è proprio questo comune sentire che ci rafforza, che ci spinge ad impegnarci ed a reagire ad ogni tentativo di affermazione della illegalità e della sopraffazione”.
In questo messaggio c’è la necessità di un profondo rinnovamento della politica, che in tutto il Paese, deve fondarsi su attori che considerano se stessi come dei volontari operanti nel sociale e non una casta privilegiata di professionisti della politica e dell’interesse personale. E ciò riguarda tutti noi.
Anche per questo ci sentiamo vicini a quei ragazzi di calabresi che, in un documento indirizzato al Capo dello Stato, hanno scritto: «Il sacrificio di Franco Fortugno è stata una frustata che ha colpito tutte le genti della Calabria, noi giovani ci siamo svegliati dal torpore in cui vivevamo e abbiamo riscoperto la capacità di indignarci».
Da questo comune sentimento, non dall’apatia, può fiorire un futuro migliore.
4 novembre 2005
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