7
maggio 2000
Agli incontri
di Castiglioncello omaggio a Rodari
Non solo
tv e videogiochi
Il libro
affascina i bimbi
di Maria Meini
CASTIGLIONCELLO.
Se il 50 per cento dei bambini e dei ragazzi colora il proprio mondo fantastico
attingendo dalla televisione e dai videogiochi, è vero anche che
il «vecchio» libro ha ripreso quota. Il dato ci arriva dalla
seconda giornata del Convegno internazionale di Castiglioncello dedicato
al «Bambino fantastico». E la fonte è diretta: uno studioso
di letteratura per l'infanzia, Fernando Rotondo, che ieri pomeriggio ha
partecipato all'omaggio che il Coordinamento dei genitori democratici,
organizzatore degli incontri castiglioncellesi, ha rivolto a Gianni Rodari
nel ventennale della morte dello scrittore.
Rotondo ha
tracciato un bilancio sull'andamento del libro per i più piccoli.
Nell'81, l'anno dopo la morte di Rodari, è nato il "tascabile" -
ha ricordato - e da allora la crescita dei libri per ragazzi è stata
esponenziale. L'80% dei bambini tra i 5 e i 14 anni legge un libro all'anno,
contro il 40% degli adulti. Un trend lento, ma incoraggiante. Tanto che
nel '97 l'aumento delle vendite è stato del 7%.
Accanto al
libro gli esperti che si sono succeduti ieri a Castiglioncello hanno dato
la loro approvazione anche ai giochi di ruolo. «Il gioco è
uno stile comunicativo, che ci consente di vivere l'avventura di un mondo
possibile», ha detto Luca Giuliano, sociologo della Sapienza di Roma.
Che proponendo «i modelli ludici della fantasia» ha sottolineato
il valore dei giochi di mimicry, o di ruolo, in una realtà che è
sempre più dominata dalla fiction, dalla spettacolarizzazione degli
eventi.
Duccio Demetrio,
educatore degli adulti, dell'Università di Milano ha posto invece
l'accento sulla necessità di coltivare la memoria, eccezionale esercizio
di crescita per il bambino.
E a proposito
di memoria collettiva, lo psicanalista David Meghnagi ha parlato dei meccanismi
di trasmissione psichica tra le generazioni. «Il trauma di una famiglia
ma anche di un popolo - ha detto - se non affrontato si trasmette, in una
coazione a ripetere, di generazione in generazione come un grumo luttuoso
non elaborato»: è il caso dei figli dei desaparecidos o dei
sopravvissuti ai lager. E sempre di più, con la crescita delle società
multirazziali, insegnanti ed educatori «devono considerare l'intreccio
tra vissuto collettivo e individuale nell'approccio col bambino disagiato». |