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padri separati: una figura in cerca di diritti e responsabilità

La tragedia familiare che a Roma ha spinto un padre separato ad uccidere le figlie di 4 e 7 anni e poi a suicidarsi ha riportato alla attenzione della pubblica opinione la proposta di legge per l'affidamento dei figli ad entrambi i genitori, presentata dal deputato di Forza Italia Umberto Giovine il 21 febbraio di quest'anno a Milano. I dati del fenomeno presentati alla stampa dalle associazioni in difesa dei diritti dei padri separati parlano da soli: le coppie separate sono il 25 per cento, i figli coinvolti sono circa un milione, affidati alla madre nel 93 per cento dei casi; inoltre il 40 per cento dei padri dichiara di non poter vedere i figli da più di sei mesi per ostacoli creati dalla madre affidataria. Le associazioni di padri separati propongono, oltre all'affidamento bigenitoriale, che gli inevitabili conflitti siano risolti dallo Stato attraverso uffici di consulenza e di conciliazione formati da esperti capaci di attuare le necessarie difficili mediazioni. L'obiettivo delle associazioni che sostengono la proposta di legge e a cui arrivano decine di migliaia di richieste di aiuto è di ridare dignità e ruolo ai padri, certamente oggi penalizzati dalle norme in vigore. Non si può non riconoscere quanto possa essere avvilente essere ridotti a timbrare il "cartellino degli affetti": inizio e fine del week-end, inizio e fine delle feste comandate, inizio e fine dei "rigidi 15 giorni di vacanza"
Soprattutto non si può non riconoscere che i comportamenti della paternità stiano trasformandosi nella direzione di assunzione di maggior responsabilità fin dai primi giorni della nascita del figlio. Sono ormai molti i padri che assistono al parto, si assumono tutte le cure parentali del bambino piccolo (lavarlo, vestirlo, dargli da mangiare), con un attaccamento affettivo che è certamente un segno positivo del cambiamento dei tradizionali ruoli maschio - femmina. Si può ben capire come essere trasformati improvvisamente in una figura che "fa il genitore a ore" sia sempre di più un indebolimento di ruolo che o allontana progressivamente il padre dalla vita dei figli, o crea condizioni irreversibili di sofferenza che possono, a seconda dei soggetti, sfociare in comportamenti fortemente depressivi o violenti. Il tema ovviamente coinvolge profondamente il Coordinamento Genitori Democratici, impegnato nella difesa dei diritti e dei bisogni dei minori, e credo, anche per esperienza personale, che lo spirito della legge debba essere condiviso, perché si propone di configurare un più alto livello di civiltà nei rapporti a tutto vantaggio dei minori. 
Ma proprio con l'esperienza personale, credo che non siano da sottovalutare le grandi difficoltà che dovrebbero essere superate, per non trovarci poi una legge buona solo sulla carta. 
Si deve aver chiaro che non ci troviamo di fronte ad una proposta di legge che interpreta e normatizza il compiuto cambiamento del costume di un popolo in un momento della sua storia. Si tratta comunque di un'anticipazione, che può anche favorire in tempi lunghi il cambiamento del costume, ma che certamente non implica di per se stessa questo cambiamento. In altre parole se la tutela dei minori, in relazione al loro bisogno di poter contare su tutte e due le figure genitoriali, è perseguita in maniera coercitiva e autoritaria, "ex lege", possiamo stare sicuri che conteremo molti più insuccessi che successi. Mi riferisco ai genitori incapaci di accettare responsabilmente una mediazione familiare: all'interno di una situazione conflittuale insanabile, l'affidamento congiunto può costituire addirittura un elemento di peggioramento del conflitto stesso e un nuovo ricorso al giudice. Questa situazione di elevata conflittualità è purtroppo la norma nella stragrande maggioranza dei casi. 
Un'altra questione che merita di essere approfondita è il ruolo della mediazione familiare. Non credo che una soluzione confezionata da esperti sia di per se stessa la risposta positiva ai casi conflittuali. Se la mediazione su una questione così profondamente coinvolgente non è elaborata autonomamente dai genitori può avere successo? Se cioè i genitori non sono in grado di conciliare responsabilmente i loro dissidi interni per amore di figli, possono diventarne capaci grazie a un intervento esterno? Difficile dare una risposta a questi interrogativi se contemporaneamente non vengono sviluppate azioni capaci di incidere sulla cultura della corresponsabilità. La mediazione di un organo esterno dà risultati positivi se è richiesta dalle parti; se cioè si è già disponibili a costruire e condividere un programma comune di separazione soddisfacente per entrambi. 
La cultura della corresponsabilità d'altra parte si scontra molto profondamente con comportamenti e convinzioni molto radicate. 
Bisogna innanzitutto superare la devastante pretesa di moltissimi genitori che i figli siano una loro esclusiva proprietà. È inutile sottolineare come questo atteggiamento renda sostanzialmente fallimentare ogni ipotesi di mediazione, come già rende difficile gli affidi consensuali di bambini in difficoltà. 
Dobbiamo imparare a considerare che le unioni possono non essere eterne, e che si possono consumare in un periodo più o meno lungo della nostra vita; questa possibilità dovrebbe prepararci psicologicamente ad affrontare tale eventualità in maniera non drammatica e a rafforzare così fin dall'inizio l'impegno educativo verso i figli. Mi auguro in ogni caso che anche senza delegare a una legge un reale miglioramento della vita dei nostri figli, già da adesso i giudici possano vagliare con maggiore apertura la possibilità di optare per l'affidamento ad entrambi i genitori almeno quando sia palese la loro maturità in tal senso. 
Sono convinto che promuovere azioni per far crescere nel nostro Paese la cultura della responsabilità educativa sia obiettivo di quanti sono impegnati per garantire i diritti dei minori: i compiti anche del CGD, insieme alle associazioni che si occupano in modo specifico delle tematiche della separazione. 
S.T.
Alcuni recapiti telefonici utili. 

Pronto papà, tel. 051/6340152 
Padri separati, tel. 051/6346060 
Movimento padri separati genitori sempre, tel. 051/6342602 
Associazione madri separate, tel. 051/581563 
Gea, genitori ancora, tel. 02/8376778 
Associazione padri separati, tel. 02/740780 
Associazione Paidos, tel. 055/890309