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Per una scuola più inclusiva e più efficace

La scuola, come i ragazzi che la popolano, ha bisogno di tempi distesi, non di occupare le pagine dei giornali come territorio di bulli o di asini; ha bisogno di una stabilità di orizzonti per poter riflettere, ragionare, progettare. Non può e non deve essere colonizzata ogni volta dai governanti di turno: la scuola come la Costituzione la definisce e cioè laica, plurale e pubblica, significa appunto spazio pubblico, non terreno di conquista.

La scuola è un bene comune, un servizio per tutti, troppo prezioso per essere continuamente impoverito o distrutto.

Le ragioni della scuola non possono essere quelle di una parte, dato che al centro c'è l'educazione dei giovani quindi, fuori da ogni retorica, il futuro di questo paese che ha bisogno di investimenti, di innalzare, già dalla prossima finanziaria, l'incidenza di spesa per l'istruzione pena la vacuità di qualsiasi dichiarazione programmatica.

È necessario pertanto uno sforzo straordinario per rendere la scuola più inclusiva e più efficace portando a termine queste questioni:

- generalizzazione della scuola d'infanzia e suo inserimento nel sistema nazionale d'istruzione

- ripristino dell'organico funzionale (strumento che si è reso più che mai necessario anche alla luce del recupero dei debiti dei nostri ragazzi)

- tempo pieno/prolungato nelle scuole primarie di primo e secondo grado

- formazione ed aggiornamento del personale della scuola che tenga conto del nuovo profilo professionale che si chiede ai docenti in una società complessa con particolare riguardo al sostegno dei diversamente abili e alle buone pratiche della integrazione culturale

- un sistema di valutazione nazionale ed indipendente

- riforma del biennio della scuola superiore in senso unitario con un'area comune ben definita e la conseguente riforma della formazione professionale post-obbligo

- valorizzazione dell'istruzione tecnica

- riforma (ormai improcrastinabile) degli organi collegiali dell'istituzione scolastica e territoriali che armonizzino il governo democratico della scuola con l'autonomia. Sicuramente essi non saranno esaustivi delle nuove forme di partecipazione che oggi più che mai, in una logica necessaria di sussidiarietà, devono essere promosse per garantire che le scuole, radicate nei territori, siano un presidio democratico aperto alla comunità di studenti, docenti, genitori, ma daranno linee di governo e indirizzo certe alle singole istituzioni. Solo così la scuola sarà una risorsa per le famiglie e le famiglie per la scuola. Le opportunità in questo senso non mancano. Penso alla recente introduzione del patto di corresponsabilità nello Statuto degli studenti che può divenire occasione per un confronto trasparente e per un percorso condiviso della scuola con i genitori e gli studenti

- una definizione dei livelli minimi di prestazione sul diritto allo studio che poi i tavoli regionali e nazionali programmeranno e monitoreranno

 

Angela Nava Mambretti
Presidente Coordinamento Genitori Democratici

intervento su Italia Oggi 18/03/2008

Italia Oggi