torna alla home page
torna a iniziative

 
INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI CASTIGLIONCELLO

sedicesima edizione

alla rassegna stamparassegna stampa

il bambino irreale

Il Tirreno

I nostri figli? Soffocati dagli spot

Allarme da Castiglioncello: troppa televisione e diete sbagliate
Lo psicologo Amadori: i piccoli imparano dalla pubblicità che per essere felici bisogna comprare

di Luciano Donzella

CASTIGLIONCELLO. Bambini sempre più sovrappeso e che passano troppo tempo davanti alla tv, bombardati dagli spot. Un quadro allarmante, quello emerso ieri al convegno di Castiglioncello, dove 320 studiosi si stanno confrontando al castello Pasquini sul tema “II bambino ir-reale”, ovvero uno sguardo incrociato fra il mondo degli adulti e quello dei bambini. Il tutto cercando di fissare le coordinate per leggere le dinamiche di una realtà in continua, profonda mutazione. Ieri è stata la giornata clou del convegno internazionale, che si conclude oggi.

Venerdì la manifestazione, curata dal Coordinamento Genitori Democratici (Cgd) e dal Comune di Rosignano col patrocinio della Regione e dell'European parents association (Epa) si era aperta con Gianfranco Simoncini, assessore regionale all'Istruzione, che ha parlato della crescita dei servizi dedicati all'infanzia in Toscana, sia per gli asili nido tradizionali, sia per le tipologie integrative, con un totale ad oggi di 705 servizi rivolti alla prima infanzia che riguardano 23.168 bambini (il 26,4% del totale della popolazione nella fascia 0-2 anni) e una copertura del 71,43% della domanda.

Fra le altre relazioni, quella del prof. Alfonso Maurizio lacono, preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa ha parlato della possibilità di proporre ai bambini la filosofia come “pensiero puro”.

Ieri, nella seconda giornata è intervenuto, tra gli altri Alessandro Amadori, psicologo della comunicazione che ha analizzato gli effetti dell'affollamento pubblicitario sui minori. Presentando dati agghiaccianti: «Per molti osservatori - ha detto - la pubblicità televisiva, con i processi di persuasione e di induzione al consumo, fa male ai bambini. Se per esempio un bambino guardasse per due ore al giorno Italia 1, nella fascia oraria compresa fra le 15 e le 18, vedrebbe in un anno 31.500 spot pubblicitari. Su 15 ore di programmazione quattro sono di pubblicità. Cifre che confermano l'effettivo “bombardamento pubblicitario” a cui sono sottoposti i bambini». Esiste poi un rapporto fra consumo televisivo e sovrappeso: il mangiare disordinato e costante nell'arco della giornata avviene spesso davanti alla tv, e vedere centinaia di spot è un forte incentivo verso un consumo non necessario di alimenti. Un ragazzino che guarda la televisione per 3 ore al giorno, ha il 6% di probabilità in più di diventare obeso, rispetto ad un suo coetaneo che non guardi la televisione.

Una continua esposizione alla pubblicità poi per Amadori crea insoddisfazione e induce i bambini a ritenere che la felicità stia tutta nel consumare. «Una campagna pubblicitaria ben costruita può mettere in crisi il rapporto genitore-bambino: il piccolo a cui si dice che una serie di prodotti sono “per lui”, considera “cattivo” l'adulto che non soddisfa le sue “legittime” richieste. Se il messaggio che proviene dai media contrasta apertamente con la volontà dei genitori, questi dovranno fare un lavoro supplementare per convincere i figli a seguire la loro linea educativa».

Dopo aver messo la tv sul banco degli imputati, Amadori conclude che se i bambini guardano troppo la tv è anche perché i genitori dedicano poco tempo ai propri bimbi: i padri italiani giocano appena per 15 minuti al giorno con i figli. La tv è quindi una baby sitter che fa comodo e che rischia di diventare il capro espiatorio di un più ridotto rapporto comunicativo nell'ambito familiare tra genitori e figli.

Oltre alle relazioni, che sono proseguite per l'intera giornata, si sono svolti quattro laboratori tematici. Il primo su bambini e filosofia, esperienze di filosofia con gli alunni della scuola elementare; il secondo sull'orientamento come specchio della complessità, una riflessione sulla cultura dell'orientamento che chiama in causa la questione delle risorse educative e formative disponibili; il terzo sulle sfide dell'intercultura che negli ultimi anni ha visto la sperimentazione di percorsi didattici ed educativi rivolti alla promozione del dialogo e dell'integrazione tra culture diverse; il quarto su bambini e razionalità, con la presentazione di esperienze realizzate nelle scuole materne di Scandicci, rivolte a valorizzare la curiosità dei bambini sulla base del loro rapporto con il mondo e sostenere la loro capacità di formulare domande e problemi scientifici. Il Convegno prosegue ancora oggi.