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Al Ministro della Pubblica Istruzione
On. Mariastella Gelmini

v.le Trastevere, 79/a
00153 Roma

 

Gentile Ministro Gelmini,

gli insegnanti, gli studenti e i genitori che nel giugno 2007 hanno sottoscritto tra loro un patto educativo con il comune intento di porre all'attenzione generale l'importanza del ruolo e della funzione dell'istruzione e della formazione, Le rivolgono un sentito appello, consapevoli che la scuola sia il luogo dove si costruisce cittadinanza e cultura e da dove si può rimettere in moto lo sviluppo anche economico del Paese.

È, nei fatti, il bisogno di rendere il nostro sistema scolastico più efficace, più inclusivo, più qualificato; in grado di ridurre in tempi brevi la dispersione scolastica, aumentando nel contempo il numero dei diplomati, come la stessa Europa, con la strategia di Lisbona, ci richiede.

È un impegno che la scuola può sostenere, ma non da sola e non senza forti investimenti; e non con la politica del “punto e a capo”.

  1. La scuola ha bisogno di investimenti straordinari per funzionare efficacemente ed equamente. Alle forze politiche, in campagna elettorale, era stato chiesto da parte di un vasto schieramento di soggetti e associazioni professionali, di vario orientamento, che fosse innalzata, già con la prossima legge finanziaria, l'incidenza della spesa per l'istruzione sul totale della spesa pubblica: senza tale impegno, infatti, ogni dichiarazione sulla scuola non potrebbe essere credibile. Invece, solo pochi giorni addietro, dal fondo di riserva speciale del Ministero dell'Economia e delle Finanze sono stati prelevati circa 30 milioni di euro, già destinati alla Pubblica Istruzione e all'Università. Dunque, con la consueta e imprudente politica dei tagli in questo settore, la situazione già critica in cui versa il nostro sistema scolastico è destinata a diventare ancora più critica. Vogliamo perciò esprimerLe la nostra preoccupazione, convinti che Lei, in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione, saprà fare sentire la Sua voce a garanzia degli interessi della scuola, delle famiglie e del Paese; a tutela del diritto allo studio di ogni studente.
  2. La scuola ha bisogno di stabilità e di serenità istituzionale, non sopporterebbe perciò un nuovo “voltare pagina”. Vogliamo con ciò sottolineare la necessità che la scuola riceva presto un segnale tranquillizzante che non saranno interrotti i processi innovativi che, pur tra difficoltà, sono stati avviati nella precedente legislatura e che sono tuttora in fase di sperimentazione: in particolare, la sperimentazione relativa all 'innalzamento dell'obbligo di istruzione a dieci anni e quella sulle Indicazioni per il curricolo , perché entrambe segnano l'avvio di un rinnovamento dell'insegnamento, oggi necessario per scommettere sulla qualità del sistema scolastico.
Vogliamo inoltre sottolineare l'importanza di quel lavoro che è stato avviato nelle scuole per il recupero dei debiti e che, pur se ha evidenziato la necessità di riconsiderare modalità e tempi per l'organizzazione delle attività, ha indubbiamente messo a fuoco, affrontandolo concretamente, il grave problema delle conoscenze e delle abilità fondamentali che mancano a tanti ragazzi, evitando di scaricare sulle famiglie l'onere delle lezioni private.

Vogliamo inoltre mettere in rilievo alcune priorità che a nostro parere andrebbero affrontate:

  • la riforma degli organi collegiali, certi che una scuola, luogo di vita e di crescita culturale per ogni giovane, debba vedere la partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti (studenti, genitori, insegnanti); che tale partecipazione cresca con la capacità di darsi valide rappresentanze; che solo nel rispetto delle specificità dei ruoli si costruisca responsabilità e si realizzi integrazione; che le modalità di autogoverno debbano essere coerenti con la gestione democratica della scuola.
  • L'autonomia scolastica, da sostanziare con una costante attività di ricerca e sperimentazione (art. 6 del Dpr 275/99) sui problemi fondamentali dell'azione educativa: e cioè attraverso l'individuazione dei saperi essenziali e più significativi dal punto di vista dell'apprendimento; delle metodologie didattiche e delle modalità relazionali più idonee al raggiungimento di risultati migliori.
  • La valorizzare della funzione docente, trovando nuove strategie per configurare forme di sviluppo professionale, incominciando a riconoscere l'impegno di chi nella scuola studia, si aggiorna, ricerca e sperimenta con assiduità e senso di responsabilità. Senza che le strategie si traducano in gerarchizzazione di ruoli e in “fughe” dalla classe. Lo sviluppo della professionalità va pensato come sviluppo della capacità di insegnare/apprendere. Va certamente incoraggiato e riconosciuto l'impegno di chi spende il suo tempo per organizzare, migliorandolo, il funzionamento complessivo della scuola, ma va altresì valorizzata la scelta di chi ha deciso che sia anche importante insegnare bene ed efficacemente la propria disciplina.
  • Una legge quadro nazionale per il diritto allo studio che fissi i livelli essenziali delle prestazioni che ogni Regione si deve impegnare a garantire, al fine di determinare pari opportunità nell'accesso all'istruzione, in piena sintonia con l'articolo 117 della nostra Costituzione. Oggi le possibilità di accesso risultano estremamente disomogenee da una Regione all'altra del nostro Paese, dal momento che la garanzia, formale e sostanziale, del diritto all'istruzione viene demandata alle singole volontà delle amministrazioni regionali, ne consegue che lo Stato non possa non ottemperare al dettato costituzionale sancito dall'articolo 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]”. Di qui l'urgenza di un piano nazionale per il diritto allo studio che rilanci tra le giovani generazioni il valore della cultura anche attraverso il libero accesso alle varie forme del sapere.

Gentile Ministro Gelmini, questi sono i contenuti dell'appello che le tre associazioni congiuntamente Le rivolgono, preoccupate delle difficoltà in cui versa la nostra scuola e desiderose di contribuire al loro superamento; peraltro fiduciose di poter esporre in modo più approfondito in un incontro con Lei i temi sopra richiamati.

 

Con viva cordialità.

Il presidente nazionale del CIDI
Sofia Toselli

Il presidente nazionale dell' UDS
Roberto Iovino

Il presidente nazionale del CGD
Angela Nava

 

Roma, 18.06.2008