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Roma, 17 novembre 2008 Oggetto: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università e mozione 1/00033
Egregio Min. Gelmini, le sottoscriventi associazioni del Gruppo CRC, esprimendo la propria preoccupazione in merito alle disposizioni urgenti recentemente approvate, Le scrivono per richiedere alcune informazioni, e per confermarLe il nostro impegno di monitorare l'impatto che tale legge avrà in termini di conformità alla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (CRC), in particolare attraverso il Rapporto Supplementare per le Nazioni Unite che verrà predisposto dal Gruppo CRC nel corso del 2009. Le preoccupazioni si riferiscono soprattutto alla reale possibilità di rispondere all'esigenza di una scuola, che dovrebbe essere sempre più pronta ad affrontare situazioni di disagio e complessità, in considerazione dei mutati scenari sociali, economici, culturali, effettuando tagli significativi di risorse (circa 47.000 ATA, 87.000 docenti[1]) e di tempo ( 24 ore settimanali nella scuola primaria come offerta di base o standard). Nella scuola primaria, in particolare, la nostra preoccupazione è legata alla possibilità che il maestro unico possa essere in grado, ricevuta un'idonea formazione, di affrontare e risolvere da solo nella complessità odierna della relazione educativa le varie situazioni di disagio che potrebbero presentarsi nella classe, e che, se affrontate nella manifestazione iniziale, potrebbe prevenire l'acutizzarsi del disagio. Nel 4° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia pubblicato, come consuetudine, il 27 maggio u.s., e di cui Le alleghiamo nuovamente copia, la nostra attenzione per quanto concerne l'attuazione del diritto all'istruzione (art. 28 CRC) e finalità educative (art. 29 CRC) si è concentrata soprattutto sull'attuazione di tale diritto per i gruppi di minori più vulnerabili. In particolare ci riferiamo al diritto all'istruzione per i bambini e adolescenti con disabilità che nell'anno scolastico 2007/2008 erano 161.686. In considerazione del fatto che ogni bambino e adolescente con disabilità ha il diritto di essere supportato nell'elaborare una propria ipotesi di vita, a perseguirla, avendo a disposizione tutti i mezzi e le opportunità che la società gli offre[2], l'istruzione dovrebbe avere come obiettivo l'educazione inclusiva ed essere quindi finalizzata a favorire «lo sviluppo della personalità del bambino e dell'adolescente nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità»[3]. La legge finanziaria 2008 prevedeva la stabilizzazione (ovvero l'assunzione) in tre anni del 70% degli attuali insegnanti di sostegno. Saremo interessati a conoscere quali sono le misure che il Ministero dell'Istruzione intende attivare per garantire effettivamente un'istruzione di qualità anche agli alunni con disabilità. Con riferimento al diritto all'istruzione per i minori stranieri, di cui si registra un'incidenza crescente sulla popolazione scolastica (5,6%nell'anno scolastico 2006-2007, e 6,4% nell'anno scolastico 2007-2008), evidenziamo come lo stesso Comitato ONU nelle raccomandazioni all'Italia esprimeva preoccupazione per i risultati disomogenei ottenuti nel rendimento scolastico. L'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli studenti stranieri e l'educazione interculturale[4] ha pubblicato «La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri»[5], da cui emerge la scelta dell'intercultura come «paradigma dell'identità stessa della scuola, occasione di apertura a tutte le differenze (di provenienza, di genere, di livello sociale, di storia scolastica)[6]. Tale orientamento appare in netto contrasto con la Mozione 1-00033, approvata dalla Camera dei Deputati in data 14 ottobre, in cui si chiede l'impegno del Governo a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado e ad istituire “classi di inserimento”. Al fine di garantire il principio di non discriminazione (art. 2 CRC), il diritto all'acceso ad un'istruzione di qualità per tutti (art.28 e art. 29 CRC), e di assicurare un'opportuna integrazione dei minori stranieri nella classe fin dall'inizio dell'anno scolastico se possibile, e comunque in ogni momento, sarebbe opportuno prevedere un apprendimento intensivo della lingua italiana con insegnanti specializzati e/o con il supporto di mediatori culturali, senza collocare i minori stranieri in “classi di inserimento”. Rileviamo inoltre che l'attuazione di percorsi di educazione alla legalità e alla cittadinanza dovrebbero essere proposti al gruppo-classe nella sua interezza. Per quanto riguarda poi la presenza di bambini, bambine e adolescenti rom nelle scuole, sia italiani che stranieri (mentre nella Mozione citata ci si riferisce ad alunni nomadi solo come alunni stranieri), saremmo interessati a conoscere i dati di iscrizione e frequenza scolastica di tali gruppi vulnerabili in relazione all'anno scolastico in corso e conoscere se e quali misure ulteriori il Ministero dell'Istruzione, alla luce dei mutamenti in corso, intende attivare per garantire il loro diritto all'istruzione e per ridurne la dispersione scolastica. Infine portiamo alla Sua attenzione il fatto che nel corso di questi ultimi anni, parallelamente alla crescita del numero di adozioni internazionali, è aumentato anche il numero di studenti e studentesse adottati presenti nelle scuole italiane[7] ed i minori che arrivano in Italia a scopo di adozione sono di età sempre più elevata[8], alcuni quindi già in età scolare. Di conseguenza la scuola diventa attore di fondamentale importanza nel loro percorso di inserimento, anche se, come rilevato nel 4° Rapporto CRC, la scuola si trova spesso impreparata ad affrontare il mondo dell'adozione. Il Gruppo CRC raccomandava pertanto al Ministero Pubblica Istruzione, Direzione Generale per il Personale della Scuola, di realizzare percorsi di formazione per gli insegnanti per dar loro strumenti idonei per trattare il tema dell'adozione, in collaborazione con le famiglie e con le realtà che sul territorio si occupano di adozione. Saremmo interessati a sapere se, anche alla luce del Decreto approvato, il suddetto Ministero stia tenendo in considerazione la raccomandazione avanzata. Per quanto concerne invece l'età dell'obbligo scolastico il Comitato ONU accoglieva favorevolmente l'adozione della Legge 9/1999 che estendeva la durata dell'istruzione obbligatoria da 8 a 10 anni, e nel 4° Rapporto CRC abbiamo rilevato con favore l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, previsto dalla Legge Finanziaria 2007[9] e regolamentato con Decreto 139/2007[10]. A seguito delle polemiche sollevate con l'emendamento al decreto 112 della nuova finanziaria siamo a chiederLe rassicurazioni in merito. Come evidenziato nel 4° Rapporto CRC, relativamente al tema della dispersione scolastico formativa, si sottolinea come non sia stato ancora realizzato un sistema informatico sistematizzato e condiviso che permetta di quantificare con esattezza l'ampiezza del fenomeno, nonostante la costituzione di un'anagrafe nazionale degli studenti[11]. Le associazioni del Gruppo CRC raccomandavano pertanto al Ministero della Pubblica Istruzione di implementare il sistema informatico relativo all'anagrafe nazionale degli studenti, e di procedere al suo raccordo con quelle realizzate a livello locale. Ancora con riferimento al Decreto Legge recentemente approvato, con specifico riferimento all'attuazione dell'art. 29 della CRC, ed in considerazione dell'analisi svolta nel 4° Rapporto, saremo interessati a sapere se tra “le azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»”, sarà inclusa anche l'educazione ai diritti umani, compresi i diritti dell'infanzia, così come raccomandato anche dal Comitato ONU. In ordine al tema dell'edilizia scolastica, sempre affrontato nel 4° Rapporto CRC, ci preme sottolineare che la legge di conversione[12]prevede che al piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici previsto dalla legge 289/2002 e successive modifiche, è destinato un importo non inferiore al 5% delle risorse stanziate per il programma delle infrastrutture strategiche, in cui il piano stesso è ricompreso, mentre era previsto un importo non inferiore al 10%[13]. E' stata inoltre eliminata la clausola che tale finanziamento fosse garantito fino al completo esaurimento del piano straordinario. L'aver previsto l'immediata messa in sicurezza di almeno cento edifici scolastici con particolari criticità sotto il profilo della sicurezza sismica è sicuramente un impegno importante, ma in considerazione del fatto che in 6 anni solo 1.600 sono stati gli edifici messi insicurezza sui 14.700 situati in zone sismiche[14], sarebbe auspicabile il ripristino delle risorse decurtate con l'articolo 7bis, nonché una previsione di un piano per la messa in sicurezza pluriennale. Infine vorremmo portare alla Sua attenzione il diritto alla partecipazione attiva e responsabile dei minori, e nello specifico di tutti gli studenti e le studentesse della scuola di ogni ordine e grado, rispetto ad ogni questione che li riguarda (art. 12 CRC). Ciò significa essere ascoltati, consultati e coinvolti, in base alle “capacità in evoluzione” di ciascuno, e che la loro opinione sia tenuta in debita considerazione. In tal senso sottolineiamo l'importanza di prevedere forme di consultazione con gli studenti nel momento in cui vengono previsti dei cambiamenti, come quello in corso, in modo da realizzare processi e percorsi formativi ed educativi che permettano l'effettivo esercizio dei propri diritti. Auspichiamo l'ascolto dei ragazzi/e anche nel corso dell'implementazione e nelle successive fasi di valutazione e monitoraggio della nuova legge. Confidando in un Suo cortese riscontro in merito, Le porgiamo distinti saluti. Agedo AGESCI Ai.Bi. - Amici dei Bambini Anffas Onlus Arché onlus Arciragazzi ASGI Associazione Bambini senza sbarre Associazione Culturale Pediatri Associazione Saveria Antiochia Omicron onlus Associazione Stak - Andrea de Gasperi onlus Associazione Valeria onlus Batya, Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione Camera Minorile di Milano Centro Studi Hansel e Gretel CIAI – Centro Italiano Aiuti all'Infanzia CISMAI Cittadinanzattiva Consiglio Nazionale Disabilità Coordinamento Genitori Democratici Coordinamento La Gabbianella Cooperativa Sociale Pralipé onlus Federasma onlus Ires Cgil Il Sole onlus Intervita onlus Laboratorio per la Salute Materno Infantile - IRFMN Legambiente scuola e formazione Movimento Difesa del Cittadino MDC Junior Save the Children Italia Unione Italiana Sport Per tutti - UISP VIS [1] Fonte: “La scuola restaurata”, Comunicato Legambiente. [2] Art. 23 CRC [3] Comitato ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, Commento Generale n. 9 I diritti dei bambini e degli adolescenti con disabilità. [4] L'Osservatorio per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale è stato istituito nel dicembre 2006, con decreto ministeriale. Si veda www.pubblica.istruzione.it/dgstudente/intercultura/intercultura.shtml [5] Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione Generale per gli Studi e la Programmazione e per i Sistemi Informativi La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri ottobre 2007 [6] La scuola italiana sceglie di adottare la prospettiva interculturale ovvero la via del dialogo e di confronto tra culture per tutti gli alunni e a tutti i livelli: insegnamento, curricoli, didattica, discipline, relazioni, vita della classe. Scegliere l'ottica interculturale significa non limitarsi a mere strategie di integrazione degli alunni immigrati, né a misure compensatorie di carattere speciale. Si tratta invece di assumere la diversità come paradigma dell'identità stessa della scuola nel pluralismo, come occasione per aprire l'intero sistema a tutte le differenze. Tratto da Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri cit. [7] Rapporto della Commissione per le Adozioni Internazionali, febbraio 2008. [8] I minori adottati in Italia attraverso l'adozione internazionale a partire dal giugno 2000 fino a giugno 2008 sono 21.671. Il 37% dei minori, al momento dell'ingresso in Italia, si collocava nella fascia di età tra i 5 e i 9 anni. In riferimento ai dati della CAI del primo semestre del 2008 si evince che la provenienza del 90% dei minori adottati (adozione internazionale) si concentra in 15 paesi, per i quali l'età media risulta si colloca tra i 5 e i 6 anni, con un minimo di 1 anno e 6 mesi fino a un massimo di oltre 8 anni. Rapporto statistico CAI – Gennaio 2008 – Giugno 2008. [9] Art. 1 comma 622, 623 e 624 Legge 27 dicembre 2006, n. 296. [10] Decreto Ministeriale 139/2007, Regolamento recante norme in materia di adempimento dell'obbligo di istruzione. [11] L'anagrafe degli studenti fa parte del SIDI – Sistema informativo nazionale [12] Art. 7 bis [13] Comunicato stampa Cittadinanzattiva “La scuola del futuro” [14] Comunicato stampa Cittadinanzattiva “La scuola del futuro”
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