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Documento conclusivo

L'Assemblea Nazionale, riunita nel Parco del Delta del Po il 26 giugno 2005, approva la relazione introduttiva del Presidente.

1. In particolare l'Assemblea approva l'impegno a sviluppare un progetto in ambito formativo basato:

  1. sul sostegno al progetto organico 0/6 promosso dalla Consulta Gianni Rodari, sul rispetto dei tempi di crescita dei bambini e la specificità delle fasce 0-3 e 3-6;
  2. sullo sviluppo della continuità didattica nell'ambito della scuola dell'obbligo e la promozione degli istituti comprensivi;
  3. sul rifiuto di ogni precocismo; in particolare si respinge l'idea di imporre ai ragazzi di 12 anni una scelta, che appare irreversibile, tra licei e formazione professionale, tra studio e lavoro;
  4. sull'innalzamento dell'obbligo scolastico unitario (non unico) graduale e progressivo (in questa fase almeno fino a 16 anni), ribadendo il compito dello Stato a garantire a tutti una formazione di base comune e di qualità elevata, nel rispetto dei principi della Costituzione;
  5. sulla definizione dei livelli essenziali di apprendimento da assicurare a tutti i ragazzi, superando difficoltà e limiti delle famiglie di origine, e sulla difesa del valore legale dei titoli di studio;
  6. sul riconoscimento che il processo di valutazione è un nodo fondamentale di ogni processo educativo, ad ogni livello (studenti, formatori, dirigenti, sistema locale, regionale, nazionale);
  7. sullo sviluppo di una progettualità innovativa nelle scuole che veda la partecipazione attiva e consapevole dei Genitori, delle oro Associazioni, delle loro Rappresentanze;
  8. sulla difesa della laicità dell'istruzione che, per noi, significa: impegno per la pace, rispetto e interesse per le culture diverse, partecipazione alle decisioni che interessano la comunità, natura non confessionale delle leggi e dell'istruzione pubblica.

2. Per quanto riguarda il complesso di interventi avviati dal Ministro Moratti, siamo interessati a ogni iniziativa che segni un forte elemento di discontinuità rispetto a quel disegno. Riteniamo insufficiente parlare semplicemente di abrogazione. E' indispensabile fornire una prospettiva per i problemi fondamentali qui sopra indicati.

3. In particolare sul decreto di Riforma dell'istruzione superiore, respingiamo l'idea del doppio canale, con scelta precoce a 12 anni, come elemento di discriminazione sociale.

Evidenziamo che la proposta del diritto-dovere all'istruzione fino a 18 anni formulata dal Governo, nasconde il reale abbassamento dell'obbligo scolastico a 15 anni; a questa età i ragazzi possono così essere avviati all'attività lavorativa, senza un'adeguata formazione di base e senza che siano preparati alla formazione permanente, unico antidoto contro la dequalificazione progressiva e l'espulsione da un mercato del lavoro in rapida evoluzione.

Riteniamo inoltre indispensabile la piena valorizzazione della cultura umanistica e scientifica, senza ritorni al passato. Difendiamo la pari dignità delle discipline che caratterizzano i differenti indirizzi formativi.

4. Devono essere investite maggiori risorse nella formazione permanente dei Genitori e degli Operatori. La formazione deve riguardare prioritariamente il metodo di sviluppo di progetti all'interno delle scuole, le modalità di coinvolgimento degli alunni e delle famiglie, la comunicazione relazionale di qualità tra le diverse componenti scolastiche, la piena applicazione della autonomia scolastica.

La Segreteria Nazionale è impegnata ad approfondire e aggiornare la riflessione della nostra Associazione sulla autonomia scolastica.

5. Siamo interessati allo sviluppo del processo di valutazione formativa. Ma rileviamo indeterminatezza e ambiguità nel portfolio, come viene attualmente proposto dal MIUR. Si teme che il portfolio possa diventare nel tempo uno strumento di pregiudizio e di discriminazione sociale, in ragione degli insuccessi e del disagio scolastico, dell'appartenenza culturale e religiosa, della presenza di disabilità... Vi è la forte probabilità che risulti intrusivo nei confronti di diritti tutelati dalle norme sulla privacy.

Devono essere individuati standard oggettivi e metodologie comuni nazionali (scheda di valutazione), limitandosi strettamente all'aspetto cognitivo e formativo. Deve essere chiaro ciò che si misura (sapere, saper fare, saper essere) rispetto a specifici ambiti di apprendimento.

Invece tutto quello che riguarda la persona nel suo complesso, le sue potenzialità e le sue difficoltà, va trattato in altro modo. Può essere oggetto di rilevazione, nell'interesse del bambino e della buona comunicazione reciproca tra scuola e famiglie; ma devono essere utilizzati strumenti alternativi e, in primo luogo, il dialogo diretto tra Insegnante e Genitore.

6. Rifiutiamo l'ideologia della personalizzazione (dare di più a chi ha maggiori capacità/possibilità) che viene propagandata attraverso i cosiddetti Piani di Studio Personalizzati. Riteniamo indispensabile valorizzare il gruppo-classe e le relazioni con la comunità territroriale come strumenti di apprendimento condiviso, trasversale, collaborativo. E' indispensabile, in una società evoluta e complessa (e anche in un'azienda moderna!), valorizzare la capacità di condivisione del sapere, di collegamento interdisciplinare, di integrazione in gruppi di lavoro.

7. Le valutazioni di sistema, sia interne che esterne, con lo scopo di migliorare la qualità, sono opportune purché condotte nel massimo rigore scientifico e con trasparenza; riteniamo che la cultura della valutazione debba oggi permeare tutte le attività e anche il sistema educativo. La metodologia e i risultati devono essere discussi anche con le Rappresentanze dei Genitori, al livello competente (FoNAGS, FoRAGS, FoPAGS, Organi Collegiali Territoriali e Scolastici).

8. I Forum, peraltro viziati all'origine dal loro carattere non elettivo e della funzione semplicemente consultiva, devono essere riempiti di contenuti. Continueremo a partecipare e svilupperemo la nostra organizzazione a supporto dei nostri Rappresentanti.

Tuttavia l'attuale situazione è decisamente insoddisfacente: convocazione episodica, regolamentazione carente, nomine non sempre concordate con l'Associazione competente, esclusione da ambiti decisionali di rilievo…

9. Cresce il disagio nella scuola italiana, quale conseguenza della riduzione delle risorse assegnate (organici, sperimentazioni, sostegno…). Una delle forme più odiose e preoccupanti è il controllo della iperattività dei bambini con l'uso di psicofarmaci. L'Assemblea approva la campagna avviata dal CGD insieme a Psichiatria Democratica contro l'abuso del ricorso al Ritalin.

10. Ogni Gruppo e ogni Iscritto del Coordinamento Genitori Democratici si impegni a far vivere queste indicazioni nella propria realtà territoriale e scolastica.

Ogni Gruppo promuova una campagna di adesione al CGD su questi temi, aumentando gli iscritti e il radicamento in ogni area del territorio nazionale.

Si spieghi a ogni Genitore il significato e il valore di avere una Associazione di riferimento autofinanziata e orgogliosamente autogestita, con lo scopo di far crescere nel Paese una cultura della scuola e delle unioni familiari improntata a valori di laicità, democrazia, libertà, uguaglianza.

 

Si dà mandato alla Segreteria Nazionale di dare la massima diffusione a questo documento nelle sedi politiche, sindacali, culturali, associative che riterrà opportune.