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NOTA SULLO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO RECANTE MODIFICHE AL DECRETO LEGISLATIVO 30 GIUGNO 1999, N. 233 CONCERNENTE LA RIFORMA DEGLI ORGANI COLLEGIALI TERRITORIALI DELLA SCUOLA, A NORMA DELL'ART.21 DELLA LEGGE 15 MARZO 1997, N.59.

Il Coordinamento Genitori Democratici (CGD), presa visione dello schema di decreto legislativo per la riforma degli Organi Collegiali territoriali della Pubblica Istruzione, in attuazione della delega conferita al Governo dalla Legge 137/02, esprime le seguenti considerazioni:

Trent’anni fa, da una spinta democratica, determinata dalla mobilitazione di studenti e lavoratori, nascevano gli Organi Collegiali scolastici che si prefiggevano il passaggio da una gestione burocratica della Scuola ad una gestione sociale che avrebbe dovuto avere come protagonisti milioni di cittadini. Ma tutto ciò non è mai avvenuto, dal momento che l’Amministrazione Scolastica, centrale e periferica, innescò insormontabili meccanismi di rigetto nei confronti della partecipazione delle varie componenti scolastiche, con particolare riferimento a quella degli studenti e delle loro famiglie.
Esaminando lo schema di decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri, nella seduta del 27 Novembre 2003, ci pare che gli ostacoli per una reale partecipazione e gestione sociale della Scuola non siano affatto stati rimossi.
Il CGD fa innanzitutto rilevare che è mancato un preventivo confronto con le Associazioni dei Genitori in merito alla composizione e ai compiti dei nuovi organi collegiali territoriali. Il MIUR, per semplificare le procedure di costituzione dei suddetti organismi, ne ha depotenziato le competenze, riducendo gli spazi di partecipazione attiva dei rappresentanti delle componenti scolastiche. Nei nuovi OO.CC. viene attribuita una forte rappresentanza all’amministrazione scolastica, alle regioni e agli enti locali, mentre si riduce drasticamente la rappresentanza degli operatori scolastici, dei genitori e degli studenti, in contrasto con lo stesso dettato della Legge delega in merito ad un’adeguata rappresentatività delle componenti scolastiche.

Il CGD si dichiara contrario su:

  • L’assenza dei genitori nel Consiglio Nazionale dell’Istruzione e della Formazione;
  • L’assenza dei rappresentanti dei Docenti e del Personale ATA nei Consigli Scolastici Regionali;
  • La mancanza di pariteticità tra le rappresentanze delle varie componenti scolastiche.

Il CGD ritiene inoltre che i consigli scolastici regionali e locali debbano avere effettive competenze di coordinamento e programmazione e che, a tal fine, gli vengano attribuiti pareri obbligatori e non facoltativi. I consigli scolastici locali dovrebbero altresì adoperarsi per garantire sul proprio territorio la presenza di scuole dello Stato di ogni ordine e grado.
Si esprime, infine, netto dissenso in merito all’elezione di secondo grado dei rappresentanti delle varie componenti scolastiche. Il CGD ritiene che soltanto elezioni per liste contrapposte possano garantire il necessario confronto ideale e programmatico tra le diverse componenti e concezioni che animano la nostra società e che costituiscono la vera ricchezza del sistema nazionale dell’istruzione e della formazione.
Pertanto, il CGD, nel ribadire la propria disponibilità al confronto con l’Amministrazione Scolastica, chiede al Sig. Ministro del MIUR il ritiro del decreto legislativo sulla riforma degli organi collegiali territoriali.

Coordinamento Genitori Democratici