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CGIL Scuola proteo fare sapere

Scuola media, la “terra di mezzo”, un dialogo aperto con elementari e superiori

Convegno Nazionale
Paestum (SA)
Hotel Ariston
27 - 28 aprile 2004

 

I genitori e la nuova scuola

Sintesi dell’intervento di Angela Nava

Mi è piaciuta molto la metafora del titolo: “terra di mezzo”. Mi fa pensare ai confini, che possono essere intesi come collegamenti, come limiti temporanei e non invalicabili. In quanto genitori riflettiamo spesso sul ruolo degli adulti nei confronti delle giovani generazioni, e ci chiediamo “cosa vogliamo fare?”

Di fronte ai confini, si può essere doganieri, che i confini esaltano, o traduttori, che aiutano il passaggio. Noi vorremmo essere questi. La Scuola della Moratti ci pare sia quella dei doganieri!

Questa cosiddetta riforma si è annunciata con parole pesanti, come lo slogan che è stato adoperato per introdurre gli Stati Generali: “Punto e a capo”. E’ stata una affermazione di fortissima discontinuità. In pedagogia equivale ad una dichiarazione di guerra. Eppure la comunicazione è sempre stata molto rassicurante: cambierà poco e solo ciò che è necessario cambiare. Proprio come se ci fosse bisogno di un punto e a capo dopo il “disordine”.

Bertagna, in occasione del primo seminario nazionale di formazione Genitori / Scuola (Sabaudia, 17 aprile) è uscito allo scoperto. Scopo del seminario era esplicitamente formare i genitori delle associazioni sulla riforma affinché ne fossero gli alfieri. Ha detto: dietro alla Riforma c’è un idea e un progetto di società, una visione del mondo. A nostro parere, qui è caduta la maschera del tecnico! Se è vero che le parole hanno un peso, cito un’affermazione, in merito alla dinamica dei gruppi per l’apprendimento. La classe .... penalizza i migliori e i peggiori. Di questa visone del mondo parlava.

Del resto la Riforma si apre con la formazione spirituale della persona, che attinge ad un repertorio ideologico da anni ’50. In tutti i documenti la famiglia risulta essere necessariamente depositaria di valori, anche se non si sa quali. Ma tutto l’investimento mediatico fatto sulla sua libertà di scelta è risultato un boomerang. Si è tentato di mettere insegnanti e genitori uno contro l’altro. Dobbiamo insieme spezzare la contrapposizione, e rilanciare la negoziazione tra scuola e famiglia come pratica quotidiana nella scuola.

 

Le ragioni e gli obiettivi del convegno

Contro i processi di cambiamento che la legge 53/03 vuole introdurre nella scuola media, cancellando le migliori esperienze che hanno caratterizzato le tappe di evoluzione di questa scuola, vogliamo proporre una riflessione che rimetta al centro le ragioni della scuola.

Siamo di fronte ad un’inversione di tendenza che interrompe bruscamente una tradizione e una cultura di accoglienza e di inclusione, per accreditare forme di discriminazione sociale, inaccettabili agli occhi di chi non si rassegna a tale cambiamento.

La scuola reale è molto più avanzata rispetto alla riforma Moratti, infatti il dibattito educativo nella scuola media ha segnato tappe importanti in questi ultimi decenni, dalla scuola media unica, all’introduzione del tempo prolungato, alle varie sperimentazioni realizzate grazie all’impegno e alle intuizioni dei docenti che hanno cercato il percorso didattico più efficace per rispondere ai problemi posti. Tutte le scuole medie hanno finito per beneficiare dell’evoluzione del dibattito culturale, in quanto le riforme introdotte hanno rappresentato il prodotto più avanzato di questo dibattito.

Non vogliamo che questo patrimonio vada disperso, l’autonomia didattica e organizzativa è un mezzo che consente alle scuole di dare continuità a quelle esperienze respingendo la gerarchizzazione dei docenti a favore della ricchezza derivante dalla collegialità, così come la cultura, la storia della scuola “di mezzo” e delle persone che la animano deve diventare l’antidoto migliore ai processi di controriforma che vogliamo sconfiggere, per andare avanti nel cammino delle riforme superando i problemi che ancora restano, con un percorso democratico e condiviso in cui non venga negata la parola delle scuole.

CGIL Scuola, Roma 2 aprile 2004

 

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