Principi
fondamentali
"I
valori espressi dalla Costituzione devono essere il riferimento dell'attività
formativa della scuola, attività che mira all'educazione di cittadine
e cittadini consapevoli dei loro diritti e doveri, nel quadro della
solidarietà politica economica e sociale prevista dall'art. 2
della Costituzione.
Si richiede pertanto che ogni classe sia dotata del testo dei 12
Principi fondamentali, opportunamente incorniciato, da appendere
a lato della cattedra o in altro punto ugualmente significativo".
Questa è la richiesta presentata, in tempi non sospetti, al Consiglio
d'Istituto dell'Itas P. Scarcerle di Padova dalle/i insegnanti del Dipartimento
di Diritto e approvata dallo stesso nello scorso anno scolastico. Da
allora in tutte le classi della scuola c'è un quadro con i 12
Principi fondamentali appeso alla parete dietro alla cattedra: niente
di rivoluzionario, semplicemente dovuto. Molte e molti in questi giorni,
Rossanda, Hack, Ovadia, Zincone per citarne alcuni, hanno ricordato
con ricchezza di argomentazioni che una cosa sono le scelte personali,
che ciascuno è libero di fare ed di esigerne il rispetto, altro
è la garanzia di laicità delle istituzioni, unica vera
garanzia per tutti che non ci saranno prevaricazioni o lottizzazioni
in nome della fede, qualunque essa sia. È necessario che questo
principio venga ribadito innanzi tutto nella scuola, dove abbiamo il
compito di contribuire a formare cittadine e cittadini e non solamente
lavoratori adattabili e consumatori famelici o fedeli cattolici, a seconda
se adottiamo l'ottica della riforma Moratti o le aspettative della Cei.
È un compito arduo, dobbiamo remare controcorrente ed è
per questo che la Costituzione e i suoi Principi Fondamentali sono un
riferimento essenziale. La proposta dell'Istituto Scarcerle è
stata fatta propria dall'Assemblea nazionale del Coordinamento Genitori
Democratici (CGD) tenutasi a Venezia l'11 maggio scorso. Perché
non la estendiamo a tutte le scuole?
Giuliana Beltrame
Insegnante e presidente del Cgd Padova
La
lettera è stata pubblicata su il
manifesto del 7.11.2003
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