una missione
impossibile?
Programma di formazione EPA per i genitori europei:
il progetto e la sua realizzazione |
i
può insegnare a fare i genitori? E, se ciò è possibile,
si può farlo allo stesso modo in cui si insegna una materia scolastica
o un'abilità tecnica?
Proviamo, in questa sede, a raccontare sinteticamente alcuni risultati
delle fasi di progettazione e di sperimentazione del modulo di formazione
elaborato per iniziativa dell'Epa, l'associazione che rappresenta a livello
europeo la maggior parte delle associazioni nazionali dei genitori; in
un intervento successivo potremo riportare le valutazioni sulle iniziative.
Il partenariato scuola-famiglia
L'intero programma elaborato dall'Epa ruota attorno al concetto di
«partenariato» («Partnership» o «Partenariat»).
L'idea - guida del «partenariato» scaturisce dalla consapevolezza
che le sfide poste ai sistemi formativi dalle rapide e costanti evoluzioni
della società europea rendono sempre più indispensabile la
cooperazione e il dialogo tra i diversi protagonisti dell'educazione. In
particolare, i genitori, gli insegnanti e gli stessi ragazzi, in quanto
coinvolti del loro processo di apprendimento, oltre che le associazioni
e altre componenti del processo educativo.
La strategia di fondo che sostiene il Programma è pertanto quella
di sviluppare tra i genitori nuovi poteri (in termini di competenze e capacità)
all'interno di strutture che possano venire incontro ai bisogni di partecipazione
e partenariato.
Queste competenze fanno riferimento:
a) alla maturazione della consapevolezza del proprio ruolo e alla fiducia
in se stessi;
b) alla capacità di lavorare in gruppo (spirito di gruppo, capacità
di animare la partecipazione, leadership, soluzione negoziale dei conflitti,
ecc.);
c) alla gestione positiva dello stress e del tempo a disposizione,
come pure alla presa di decisione e al problem solving.
Ulteriori tipi di competenze da sviluppare, infine, riguardano l'ambito
della comunicazione, quali, per un verso, la capacità di ascolto
e di relazione interpersonale e, per altro verso, l'utilizzazione delle
principali tecniche e modalità comunicative.
Il modulo realizzato e i principi della formazione
dei genitori.
L'impostazione del programma Epa ha avuto il merito di valorizzare
due concetti-guida nella formazione dei genitori: il potere, l'esperienza.
a) l'esperienza
L'esperienza rappresenta il luogo di partenza e di ritorno per ogni
iniziativa di formazione rivolta ai genitori, nel senso di fornire contenuti
ed esempi per le attività formative, proporre spunti di riflessione,
porre al centro del lavoro comune i conflitti culturali e psicologici che
spesso stanno alla base dei problemi connessi alle scelte educative.
La formazione dei genitori non può presentarsi, perciò,
come trasmissione di contenuti teorici o informativi, né di modelli
di comportamento staccati dalla realtà e dal vissuto della famiglia
e della sua rete relazionale. Piuttosto, si costituisce come occasione
per apprendere dall'esperienza, nel senso di riflettere sui problemi, le
scelte, le condizioni che caratterizzano sia l'esperienza quotidiana di
genitori, sia lo stesso vissuto sperimentato nei contesti formativi.
Ciò comporta alcune scelte progettuali, sia sul versante delle
metodologie (privilegiando strategie e metodi formativi che fanno leva
sulla partecipazione attiva dei genitori), sia per quanto riguarda i contenuti
(ponendo al centro degli interventi temi collegati all'effettiva esperinza
quotidiana dei genitori)
b) il potere
La dimensione del «potere» pervade tutte le iniziative
di formazione rivolte ai genitori, in primo luogo nel senso di «poter
fare i genitori Non è strano, allora, che dietro le richieste dei
genitori di maggiore formazione sia presente, più o meno esplicitamente,
anche la richiesta di «maggiore potere»: nel senso, ovviamente
di accrescere la propria potenzialità a fare i genitori.
Ciò è tanto più vero quando al centro dell'intervento
formativo è collocato precisamente il tema dei rapporti tra scuola
e famiglia, in particolare se è affrontato nell'ottica di «moltiplicare»
i residui poteri che ancora rimangono in possesso di scuola e famiglia
in un contesto sociale segnato da trasformazioni rapide e profonde.
A partire da tali impostazioni, il modulo elaborato si articola su 3
sessioni, di 2 ore ciascuna, e si sviluppa in relazione alle tematiche
se seguono:
«Perché siamo qui?»
-
Ragioni e motivazioni dell'impegno nella vita scolastica e della collaborazione
da parte dei genitori
-
Cos'è il «partenariato»?
-
Perché si avverte il bisogno di realizzare situazioni di «partenariato»
tra scuola e famiglia?
Possibilità e sfide del «partenariato»
-
Quali sono i differenti livelli di responsabilità (famiglia, classe,
istituto, comunità) rispetto ai quali si declinano i problemi dell'esperienza
scolastica dei bambini?
-
Quali sono gli ambiti sui quali, rispettivamente:
a) è possibile intervenire direttamente,
b) si può solo esercitare un'influenza,
c) sono fuori dalla nostra portata?
Esempi di buon «partenariato» e definizione di progetti
-
Raccolta di esempi di positiva collaborazione tra scuola e famiglia
-
Analisi dei principali problemi e individuazione di quelli che è
possibile affrontare;
-
Definizione di un percorso progettuale: obiettivi, risorse disponibili,
azioni, monitoraggio e valutazione.
Mario Russo
Psicologo Cgd
|