torna alla home page

news

 

Regolamenti Gelmini

di Fabrizio Dacrema, Coordinatore Dipartimento Formazione e Ricerca CGIL

Il Consiglio dei Ministri del 18 dicembre ha approvato i regolamenti attuativi del Piano Gelmini sul primo ciclo dell'istruzione e su rete scolastica e organici, mentre i regolamenti sul secondo ciclo sono stati solo presentati (la loro attuazione è stata rinviata al 2010/11).

Regolamento Primo Ciclo

Il regolamento del primo ciclo impone alla scuola primaria il modello maestro unico o prevalente a partire dalle prime classi del prossimo anno scolastico ed elimina le contemporaneità dei docenti per tutte le classi. Si tratta di una palese invasione di campo dell'autonomia scolastica sulla base della quale (vedi dpr 275/99) le decisioni circa i modelli di organizzazione didattica sono di competenza delle scuole.

Saranno le famiglie a scegliere il tempo scuola tra 4 possibilità: 24, 27, 30 o 40 ore settimanali: la richiesta di 24 o 27 ore settimanali sarà comunque assicurata, mentre l'opzione per 30 o 40 ore sarà corrisposta solo in base alla disponibilità di organico. Il tempo pieno, il 25% delle attuali classi, continuerà ad avere due docenti per classe e si potrà attivare nei limiti dell'organico assegnato (rimane confermato il numero dei posti attivati complessivamente per l'a.s. 2008/09), ma le compresenze dovranno essere utilizzate per una maggiore diffusione del tempo pieno medesimo. Anche il tempo pieno nelle classi prime sarà obbligato a funzionare secondo il modello dell'insegnate prevalente, mentre in tutte le classi si perdono le compresenze, un aspetto essenziale per questo modello di organizzazione didattica per le attività di recupero e laboratori.

Vengono in questo modo eliminati tutti gli aspetti qualitativi che hanno fino ad oggi permesso alla scuola primaria italiana di conseguire risultati positivi riconosciuti in tutte le indagini internazionali (ultimi in ordine di tempo i dati dell'indagine internazionale TIMSS sugli apprendimenti in matematica e scienze): gruppo docente corresponsabile, specializzazione degli insegnanti per ambiti disciplinari, programmazione unitaria, tempi distesi, compresenze per individualizzare i percorsi e arricchire i curricoli.

Una scelta unicamente dettata dai tagli previsti dalla legge 133/08, di cui la Cgil ha chiesto il ritiro.

Nella scuola dell'infanzia il Governo ha rinunciato ad imporre il modello del maestro unico e la frequenza solo antimeridiana (è confermato il tempo scuola di 40 ore con due insegnanti per sezione), ma ha reintrodotto l'anticipo della frequenza a due anni e mezzo già cancellato nella precedente legislatura. Nella scuola secondaria di primo grado il tempo prolungato è possibile solo se prevede attività in fasce orarie pomeridiane e se garantisce il funzionamento di un intero corso.

Regolamento sulla rete scolastica e gli organici

Il Regolamento per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane ribadisce i parametri dimensionali già previsti per l'attribuzione e il mantenimento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche (numero di alunni compreso tra 500 e 900) e li rende inderogabili legiferando nel merito di una competenza esclusiva delle Regioni.

Inoltre, continuando ad invadere le prerogative delle Regioni, il Regolamento introduce parametri relativi ai punti di erogazione del servizio: almeno 30 bambini per i plessi di scuola dell'infanzia, almeno 50 per i plessi di scuola primaria, almeno 45 per le sezioni staccate di suola media di primo grado, almeno 20 alunni per classe per le sezioni staccate e gli indirizzi della secondaria superiore.

Anche nella distribuzione della dotazione organica regionale ai territori e alle scuole il Regolamento ribadisce il governo ministeriale sulle risorse, gestito in ultima istanza dall'amministrazione statale, in contrasto con la competenza sulla programmazione dell'offerta formativa e sulla conseguente distribuzione delle risorse professionali e finanziarie attribuita alle Regioni dal Titolo V della Costituzione.

È rinviato all'anno scolastico 2010/11 l'aumento del numero massimo di alunni per classe, elevato di 1 o 2 unità in tutti i gradi scolastici: 26 elevabile a 29 in caso di iscrizioni in eccedenza nella scuola dell'infanzia, 26 elevabile a 27 in caso di resti nella scuola primaria, 27 elevabile a 28 in caso di resti nelle secondaria di primo grado, 27 - numero minimo per la costituzione delle prime classi - elevabile a 30 in caso di resti nella secondaria superiore. È confermato il rapporto di un insegnante di sostegno ogni due alunni disabili e, se considerato necessario, il limite di 20 alunni nelle classi in cui sono inseriti alunni disabili. Infine le logica autoritaria e centralistica dell'ingerenza nelle prerogative delle diverse autonomie continua imponendo condizioni pesanti e dequalificate di utilizzazione del personale attraverso la modificazione unilaterale delle regole contrattuali.

La partita rimane aperta

Adesso i due regolamenti approvati dal Consiglio dei Ministri dovranno iniziare un iter piuttosto complesso che si concluderà non prima della metà di marzo (il Consiglio di Stato ha tempo esattamente 90 giorni per esprimere il proprio parere). La “partita” vera si giocherà sulla determinazione degli organici: dopo il rinvio dei regolamenti sulla secondaria di secondo grado e la rinuncia al commissariamento delle Regioni sulla rete scolastica, è aumentata la pressione sulla Gelmini affinché realizzi la maggior quantità di tagli nel primo ciclo. Alle classi di scuola primaria organizzate nei moduli di tre insegnanti su due classi verrà attribuito un tempo scuola di sole 27 ore, mentre la maggioranza dei moduli funziona a 30 ore settimanali, e verranno eliminate tutte le contemporaneità dei docenti. In questo quadro solo l'eventuale opzione per classi a 24 ore potrebbe rendere disponibili quantità orarie da mettere a disposizione per aumentare il tempo scuola nelle altre classi. Per i curricoli il regolamento prevede che per almeno tre anni scolastici, restino in vigore le Indicazioni Nazionali della Moratti, “aggiornate” con i curricoli della Commissione Ceruti - Fiorin, istituita dal Governo Prodi. In sostanza la Gelmini tiene fermi gli obiettivi di apprendimento ma sconvolge e impoverisce l'organizzazione didattica ritenuta coerente per quegli obiettivi e che fino ad oggi ha consentito alla scuola primaria di ottenere esiti formativi elevati.

A queste contraddizioni si aggiungono le evidenti forzature a cui il Ministro è costretto per realizzare i tagli previsti dalla legge 133/08: il maestro unico o prevalente diventa una sorta di modello di organizzazione didattica di Stato, vara un regolamento sulla rete scolastica senza nemmeno l'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, snatura e non aumenta il tempo pieno dopo aver sbandierato un aumento del 50%, calpesta il contratto di lavoro dopo aver tentato di costituire un fronte moderato del sindacalismo scolastico.

A queste forzature corrispondono altrettanti punti di forza del movimento che alla Gelmini si oppone.

Il Ministro potrà tagliare le risorse alle scuole ma non potrà mai impedire loro di scegliere il modello di organizzazione didattica più coerente con il loro piano dell'offerta formativa e con le risorse che hanno a disposizione e se quel modello non sarà il maestro unico né quello prevalente non sarà alcun regolamento né Ministro che potrà togliere alle scuole le prerogative tutelate dalla Costituzione.

Non è difficile prevedere che le famiglie confermeranno le loro scelte per tempi scuola di 30 o 40 ore, ma appena verranno a conoscenza degli organici insufficienti attribuiti alle scuola comprenderanno rapidamente che per la stragrande maggioranza delle loro richieste non ci sono risorse. Le spiegazioni degli insegnanti sugli effetti della “cura” Gelmini sulla qualità dell'offerta formativa (fine dei percorsi di recupero, dei laboratori, della classi aperte, …) faranno il resto e ciò non contribuirà alla pace sociale nella scuola. È, per altro, facilmente prevedibile lo sviluppo di un esteso contenzioso legale.

Le Regioni esprimeranno parere negativo sul regolamento del primo ciclo perché hanno ben chiaro l'impoverimento del tempo scuola e dei modelli di funzionamento ricadrà su di loro e sugli Enti Locali, le cui risorse sono sempre più ridotte. Faranno anche muro contro l'espropriazione delle lo prerogative sulla rete scolastica e contro un regolamento approvato senza nemmeno l'intesa in Conferenza Stato-Regioni.

Roma, 22 dicembre 2008

 

Puoi scaricare il testo in --> formato pdf (43 kB)