torna alla home page
news

IL BAMBINO E LO SCHERMO
rassegna stampa

il bambino e loschermo

ANSA

CINEMA: ELENA MONTECCHI, NUOVE REGOLE PER TUTELARE MINORI
SE N’È PARLATO ALLA TAVOLA ROTONDA ‘IL BAMBINO E LO SCHERMO’

(ANSA) - ROMA, 13 FEB - Spazio all’autoregolamentazione, meccanismi sanzionatori forti, disposizioni di classificazione delle opere e graduazione degli orari di messa in onda, ispirati alle regole in vigore nel resto d’Europa: sono alcuni dei punti nella proposta per una riforma radicale dell’attuale sistema di revisione cinematografica, finito al centro delle polemiche dopo il caso ‘Apocalypto’. L’ha spiegato Elena Montecchi, sottosegretario del Ministro dei Beni e le Attività Culturali, durante la tavola rotonda ‘Il bambino e lo schermo - Cinema e minori: istruzioni per l’uso’, organizzata a Roma dal Coordinamento Genitori Democratici.
“L’obiettivo della nuova regolamentazione, che va resa chiarissima, fissando dei principi generali, è tutelare i minori non solo rispetto alle opere cinematografiche e televisive, ma anche ai supporti multimediali, dall’homevideo ai videogiochi” ha aggiunto il sottosegretario -. Vorremmo proporre sia un intervento normativo che alcuni progetti rivolti a diverse fasce d’età per un uso consapevole degli strumenti multimediali”.
La bozza di ipotesi della riforma, nata da un gruppo di lavoro al Ministero, verrà discussa in un seminario a porte chiuse che si terrà entro la fine di marzo, a cui interverranno esperti, giuristi, componenti delle Associazione dei genitori, responsabili dei vari ministeri competenti (da quello delle Comunicazioni a quello della famiglia) e i rappresentanti parlamentari che si occupano del tema.
Anna Serafini, presidente della Commissione Parlamentare per l’infanzia ha precisato che “non si sta parlando di censura, ma dell’interesse dei minori, bisogna mettere a loro disposizione tutti gli strumenti per ridurre al minimo i rischi e massimizzare le opportunità nel loro rapporto con i media”. Emilio Rossi, Presidente Comitato per l’Applicazione del Codice Tv e Minori ha sottolineato le lentezze del sistema di revisione cinematografica attuale, citando il caso di ‘Hannibal Lecter - le origini del male’: “Il film è uscito il 9 febbraio, ma la commissione censura ha potuto valutarlo solo nel pomeriggio del giorno prima. È stato deciso un divieto ai minori di 14 anni, che né i giornali, né i trailer, hanno riportato”.(ANSA).
13-FEB-07 15:56 NNNN

cinematografo.it

I bimbi e lo schermo
In un convegno a Roma si è discusso l'annoso problema della regolamentazione e delle responsabilità educative

Il bambino e lo schermo. Cinema e minori: istruzioni per l’uso. E’ questo il titolo del convegno promosso dal Coordinamento Genitori Democratici Nazionali e che si è svolto a Roma questa mattina. Numerosi gli interventi per parlare di un argomento più che mai delicato che vede protagonisti i minori. Da Luca Borgomeo, Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti a Emilio Rossi, Presidente del Comitato per l’applicazione del Codice Tv e Minori.
Da sempre ci si pone il problema di come televisione, cinema e altri media debbano essere vigili per evitare che “visioni scorrette” possano essere date in pasto a un pubblico di giovani e giovanissimi. Ma sembra che - al di là di discussioni, codici e regolamentazioni - l’attenzione venga spesso dimenticata. Così - solo per citare esempi recenti - al cinema passa senza divieto il film Apocalypto di Mel Gibson e in televisione mandano in onda, in fasce non protette film, reality e trasmissioni trash, che mettono in scena pesanti match verbali, violenza e volgarità. Il problema, dunque, rimane.
Tra gli interventi di questa mattina, quello di Dario Edoardo Viganò, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, che ha sottolineato la necessità di fare chiarezza sui soggetti che sono preposti ad assumersi l’ambito educativo. “Fatta eccezione dei maggiorenni, certamente i produttori e i distributori non hanno alcun titolo per negoziare scelte in campo educativo, - ha detto Viganò -. Questo resta come fatica e responsabilità alle relazioni familiari e alle grandi istituzioni laiche o religiose come scuola, oratori, associazionismo”.
Passando poi alla legge relativa alla censura, Viganò ha dichiarato che “è inadeguata per il fatto che è opera di mediazioni a partire da un modello assolutamente inadeguato. Inoltre l’intervento da compiere oggi è su due fronti diversi ma assolutamente complementari e necessari entrambi: il primo di regolamentazione del sistema dell’audiovisivo e l’altro di deciso intervento formativo a livello scolastico in termini di media education”. “Dal punto di vista formativo - ha concluso il Presidente di Eds - il Ministero della pubblica istruzione è chiamato in causa in forma più decisa. Infatti credo sia giunta l’ora di procedere con l’inserimento di tipo curricolare della media education. Si tratta di una forma di formazione nei confronti dei ragazzi e delle ragazze e di sussidiarietà nei confronti dei genitori che vivono spesso un gap non solo generazionale ma propriamente tecnologico. Non si tratta ancora una volta di un ennesimo progetto pilota: troppi ne abbiamo avuti in Italia (Maragliano, Miccichè, Giannattelli). No ai progetti pilota si a progetti sistematici magari per aree geografiche. Semmai una fase di valutazione di quanto fatto.”

La redazione 13/02/2007

 

cinecittà news

13/2/2007 16:43 -
Montecchi: nuove regole a tutela dei minori

“Spazio all'autoregolamentazione, meccanismi sanzionatori forti, disposizioni di classificazione delle opere e graduazione degli orari di messa in onda, ispirati alle regole in vigore nel resto d'Europa”. Questi alcuni punti di forza delle nuove regole a tutela dei minori, indicati, secondo quanto scrive l'Ansa, dal sottosegretario del ministro dei Beni e le Attività Culturali, Elena Montecchi, intervenuta alla tavola rotonda “Il bambino e lo schermo-Cinema e minori: istruzioni per l'uso”.

“L'obiettivo della nuova regolamentazione, che va resa chiarissima, fissando dei principi generali, è tutelare i minori non solo rispetto alle opere cinematografiche e televisive, ma anche ai supporti multimediali, dall'homevideo ai videogiochi - ha aggiunto la parlamentare Montecchi - e vorremmo proporre sia un intervento normativo che alcuni progetti rivolti a diverse fasce d'età per un uso consapevole degli strumenti multimediali”.

Entro la fine di marzo la bozza di ipotesi della riforma, nata da un gruppo di lavoro al ministero, verrà discussa in un seminario a porte chiuse, con esperti, giuristi, componenti delle associazione dei genitori, responsabili dei ministeri competenti e alcuni rappresentanti parlamentari che si occupano del tema.

[di Fe. I]

 

la Piazza 28 febbraio 2007

INIZIATIVE: CINEMA E MINORI, ISTRUZIONI PER L'USO
Schermare oltre lo schermo

La rapida evoluzione del sistema mediatico richiede, secondo il Coordinamento dei genitori democratici, più adeguate forme di tutela per i minori

di Enrico Orsingher

“È vietata la trasmissione di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico o morale dei minori, che contengano scene di violenza gratuita o pornografiche, che inducano ad atteggiamenti di intolleranza basati su differenze di razza, sesso, religione o nazionalità. È comunque vietata la trasmissione di film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico oppure siano stati vietati ai minori di anni diciotto[...] I film vietati ai minori di anni quattordici non possono essere trasmessi né integralmente, né parzialmente prima delle ore 22,30 e dopo le ore 7”. Sono questi i tre commi fondamentali attualmente riservati alla tutela dei minori nell'ambito della L. 6 agosto 1990, n. 223, che disciplina il sistema radiotelevisivo pubblico e privato.

Partendo dalla constatazione che il sistema di controlli e sanzioni finalizzati a dare concretezza alle misure di tutela risulta palesemente inadeguato, il Cgd (Coordinamento genitori democratici) ha promosso un'apposita tavola rotonda, tenutasi il 13 febbraio presso la sala convegni dell'Ara Pacis, in collaborazione e con il patrocinio della Commissione scuola del Comune di Roma.

“Alla luce delle nuove configurazioni che assume il panorama dei nuovi media – ha affermato nella sua relazione Angela Nava Mambretti, presidente del Cgd –, gli attuali sistemi di tutela si rivelano sempre più inadeguati”. Un giudizio che punta l'indice sia su limiti e sanzioni la cui efficacia si rivela parziale, in quanto rivolta a un singolo medium e quindi insufficiente in relazione al multiforme contesto mediatico; sia su una radicata tendenza a non supportare alcuna strategia finalizzata allo “sviluppo di competenze educative diffuse, in grado di condizionare anche la qualità dell'offerta multimediale e delle modalità di fruizione da parte di bambini e ragazzi”.

Il funzionamento del sistema di controllo, ai sensi della normativa vigente, si sostanzia nel lavoro di una serie di Commissioni di revisione, a cui spetta esprimere sui film il parere sul rilascio o il diniego del nulla osta, parere vincolante per l'amministrazione di riferimento, il ministero per i Beni e le Attività culturali.

Ogni Commissione è presieduta da un docente di diritto ed è composta da un docente di psicologia dell'età evolutiva, due esperti di cultura cinematografica, due rappresentanti dei genitori provenienti dalle associazioni più rappresentative (che diventano quattro nel caso di opere prodotte per la televisione), due rappresentanti di settore, più un esperto designato dalle associazioni per i diritti degli animali, laddove siano utilizzati nella produzione.

Come si evince dal citato articolo di legge, la concessione del nulla osta con limitazioni (divieto ai minori di 14 o 18 anni) ha conseguenze importanti sulla vita televisiva dell'opera esaminata. “Non poter essere trasmessi in televisione, o doverlo fare solo in fasce orarie di minore audience è il vero spauracchio dei produttori” ha affermato l'assessore alle Politiche culturali del Comune di Roma, Silvio Di Francia.

“La trasmissione del film in televisione non può essere assimilata alle altre forme di proiezione - ha sottolineato Emilio Rossi , presidente del Comitato per l'applicazione del codice tv e minori - Andare al cinema è frutto di una scelta; mentre le immagini televisive che entrano continuamente in casa facendo zapping, non vengono scelte, ma subite.

Inoltre, spesso si assiste a singole sequenze, ad esempio di violenza, che rimangono decontestualizzate.

Cambiando canale, non si arriva neanche a fruire della funzione riequilibratrice dell'immancabile lieto fine. Le scene che possono colpire la psiche del minore hanno un'efficacia tanto più negativa, quanto più sono fine a se stesse”.

Considerazioni che fanno comprendere come sia importante una programmazione televisiva che tuteli il minore: “Particolarmente delicato è il ruolo che è chiamata a svolgere la tv pubblica - ha dichiarato Mussi Bollini, capostruttura di Raitre per i programmi dedicati ai bambini e ai ragazzi - Il punto è che le produzioni per bambini costano e vanno supportate, perché il pubblico e il corrispondente ritorno pubblicitario, sono relativamente scarsi. In Italia, i bambini di età compresa tra i 4 e i 14 anni sono poco più di sei milioni. Ciò spiega perché la programmazione per l'infanzia, nelle sale, come in tv, è abbondante solo sotto Natale”. Non a caso, in allegato alla relazione prodotta dal Cgd, c'è un disegno di legge del 2002, riguardante la promozione del cinema italiano, che all'art. 3 recita: “Le emittenti televisive [...] riservano una quota non inferiore al 10 per cento degli introiti netti annui derivanti da pubblicità al reinvestimento in film lungometraggi e cortomertraggi e in programmi specificatamente rivolti ai minori. Alla medesima finalità provvede la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, a ciò destinando una quota, [...] non inferiore al 20 per cento dei proventi complessivi dei canoni di abbonamento”.

In conclusione, per usare le parole della senatrice Anna Serafini , presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia: “Per giungere a una nuova legge, al passo coi tempi, bisogna lavorare su un asse culturale che tenga nel debito conto l'esperienza delle associazioni dei genitori. In una realtà in cui il 98% dei bambini hanno libero accesso all'uso del telefonino, che ormai è in grado di interfacciarsi con qualsiasi media, il compito del legislatore è quello di ridurre i rischi e massimizzare le opportunità”.