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IL BAMBINO E LO SCHERMO ANSA CINEMA: ELENA MONTECCHI, NUOVE REGOLE PER TUTELARE MINORI (ANSA) - ROMA, 13 FEB - Spazio all’autoregolamentazione, meccanismi sanzionatori forti, disposizioni di classificazione delle opere e graduazione degli orari di messa in onda, ispirati alle regole in vigore nel resto d’Europa: sono alcuni dei punti nella proposta per una riforma radicale dell’attuale sistema di revisione cinematografica, finito al centro delle polemiche dopo il caso ‘Apocalypto’. L’ha spiegato Elena Montecchi, sottosegretario del Ministro dei Beni e le Attività Culturali, durante la tavola rotonda ‘Il bambino e lo schermo - Cinema e minori: istruzioni per l’uso’, organizzata a Roma dal Coordinamento Genitori Democratici. cinematografo.it I bimbi e lo schermo Il bambino e lo schermo. Cinema e minori: istruzioni per l’uso. E’ questo il titolo del convegno promosso dal Coordinamento Genitori Democratici Nazionali e che si è svolto a Roma questa mattina. Numerosi gli interventi per parlare di un argomento più che mai delicato che vede protagonisti i minori. Da Luca Borgomeo, Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti a Emilio Rossi, Presidente del Comitato per l’applicazione del Codice Tv e Minori. La redazione 13/02/2007
cinecittà news 13/2/2007 16:43 - “Spazio all'autoregolamentazione, meccanismi sanzionatori forti, disposizioni di classificazione delle opere e graduazione degli orari di messa in onda, ispirati alle regole in vigore nel resto d'Europa”. Questi alcuni punti di forza delle nuove regole a tutela dei minori, indicati, secondo quanto scrive l'Ansa, dal sottosegretario del ministro dei Beni e le Attività Culturali, Elena Montecchi, intervenuta alla tavola rotonda “Il bambino e lo schermo-Cinema e minori: istruzioni per l'uso”. “L'obiettivo della nuova regolamentazione, che va resa chiarissima, fissando dei principi generali, è tutelare i minori non solo rispetto alle opere cinematografiche e televisive, ma anche ai supporti multimediali, dall'homevideo ai videogiochi - ha aggiunto la parlamentare Montecchi - e vorremmo proporre sia un intervento normativo che alcuni progetti rivolti a diverse fasce d'età per un uso consapevole degli strumenti multimediali”. Entro la fine di marzo la bozza di ipotesi della riforma, nata da un gruppo di lavoro al ministero, verrà discussa in un seminario a porte chiuse, con esperti, giuristi, componenti delle associazione dei genitori, responsabili dei ministeri competenti e alcuni rappresentanti parlamentari che si occupano del tema. [di Fe. I]
la Piazza 28 febbraio 2007 INIZIATIVE: CINEMA E MINORI, ISTRUZIONI PER L'USO La rapida evoluzione del sistema mediatico richiede, secondo il Coordinamento dei genitori democratici, più adeguate forme di tutela per i minori “È vietata la trasmissione di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico o morale dei minori, che contengano scene di violenza gratuita o pornografiche, che inducano ad atteggiamenti di intolleranza basati su differenze di razza, sesso, religione o nazionalità. È comunque vietata la trasmissione di film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico oppure siano stati vietati ai minori di anni diciotto[...] I film vietati ai minori di anni quattordici non possono essere trasmessi né integralmente, né parzialmente prima delle ore 22,30 e dopo le ore 7”. Sono questi i tre commi fondamentali attualmente riservati alla tutela dei minori nell'ambito della L. 6 agosto 1990, n. 223, che disciplina il sistema radiotelevisivo pubblico e privato. Partendo dalla constatazione che il sistema di controlli e sanzioni finalizzati a dare concretezza alle misure di tutela risulta palesemente inadeguato, il Cgd (Coordinamento genitori democratici) ha promosso un'apposita tavola rotonda, tenutasi il 13 febbraio presso la sala convegni dell'Ara Pacis, in collaborazione e con il patrocinio della Commissione scuola del Comune di Roma. “Alla luce delle nuove configurazioni che assume il panorama dei nuovi media – ha affermato nella sua relazione Angela Nava Mambretti, presidente del Cgd –, gli attuali sistemi di tutela si rivelano sempre più inadeguati”. Un giudizio che punta l'indice sia su limiti e sanzioni la cui efficacia si rivela parziale, in quanto rivolta a un singolo medium e quindi insufficiente in relazione al multiforme contesto mediatico; sia su una radicata tendenza a non supportare alcuna strategia finalizzata allo “sviluppo di competenze educative diffuse, in grado di condizionare anche la qualità dell'offerta multimediale e delle modalità di fruizione da parte di bambini e ragazzi”. Il funzionamento del sistema di controllo, ai sensi della normativa vigente, si sostanzia nel lavoro di una serie di Commissioni di revisione, a cui spetta esprimere sui film il parere sul rilascio o il diniego del nulla osta, parere vincolante per l'amministrazione di riferimento, il ministero per i Beni e le Attività culturali. Ogni Commissione è presieduta da un docente di diritto ed è composta da un docente di psicologia dell'età evolutiva, due esperti di cultura cinematografica, due rappresentanti dei genitori provenienti dalle associazioni più rappresentative (che diventano quattro nel caso di opere prodotte per la televisione), due rappresentanti di settore, più un esperto designato dalle associazioni per i diritti degli animali, laddove siano utilizzati nella produzione. Come si evince dal citato articolo di legge, la concessione del nulla osta con limitazioni (divieto ai minori di 14 o 18 anni) ha conseguenze importanti sulla vita televisiva dell'opera esaminata. “Non poter essere trasmessi in televisione, o doverlo fare solo in fasce orarie di minore audience è il vero spauracchio dei produttori” ha affermato l'assessore alle Politiche culturali del Comune di Roma, Silvio Di Francia. “La trasmissione del film in televisione non può essere assimilata alle altre forme di proiezione - ha sottolineato Emilio Rossi , presidente del Comitato per l'applicazione del codice tv e minori - Andare al cinema è frutto di una scelta; mentre le immagini televisive che entrano continuamente in casa facendo zapping, non vengono scelte, ma subite. Inoltre, spesso si assiste a singole sequenze, ad esempio di violenza, che rimangono decontestualizzate. Cambiando canale, non si arriva neanche a fruire della funzione riequilibratrice dell'immancabile lieto fine. Le scene che possono colpire la psiche del minore hanno un'efficacia tanto più negativa, quanto più sono fine a se stesse”. Considerazioni che fanno comprendere come sia importante una programmazione televisiva che tuteli il minore: “Particolarmente delicato è il ruolo che è chiamata a svolgere la tv pubblica - ha dichiarato Mussi Bollini, capostruttura di Raitre per i programmi dedicati ai bambini e ai ragazzi - Il punto è che le produzioni per bambini costano e vanno supportate, perché il pubblico e il corrispondente ritorno pubblicitario, sono relativamente scarsi. In Italia, i bambini di età compresa tra i 4 e i 14 anni sono poco più di sei milioni. Ciò spiega perché la programmazione per l'infanzia, nelle sale, come in tv, è abbondante solo sotto Natale”. Non a caso, in allegato alla relazione prodotta dal Cgd, c'è un disegno di legge del 2002, riguardante la promozione del cinema italiano, che all'art. 3 recita: “Le emittenti televisive [...] riservano una quota non inferiore al 10 per cento degli introiti netti annui derivanti da pubblicità al reinvestimento in film lungometraggi e cortomertraggi e in programmi specificatamente rivolti ai minori. Alla medesima finalità provvede la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, a ciò destinando una quota, [...] non inferiore al 20 per cento dei proventi complessivi dei canoni di abbonamento”. In conclusione, per usare le parole della senatrice Anna Serafini , presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia: “Per giungere a una nuova legge, al passo coi tempi, bisogna lavorare su un asse culturale che tenga nel debito conto l'esperienza delle associazioni dei genitori. In una realtà in cui il 98% dei bambini hanno libero accesso all'uso del telefonino, che ormai è in grado di interfacciarsi con qualsiasi media, il compito del legislatore è quello di ridurre i rischi e massimizzare le opportunità”. |