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Insegnare come relazione sociale

Dario Missaglia

Ma che cos'è questo malessere che pervade il mondo della scuola?
Nel corso di pochi anni la scuola è stata sottoposta a un inedito carico di riforme. Oggi, con il governo Berlusconi, una proposta di segno diverso inizia il suo iter legislativo ed animala discussione tra i docenti, i genitori, gli studenti, le forze politiche e sociali. La scuola è apparsa in questi mesi stordita, disorientata.
La riforma dei cicli aveva prodotto in una parte significativa dei docenti una condizione di smarri
mento, di sofferenza. La sospensione di quella riforma non ha prodotto reazioni significative. Anzi, essa è stata vissuta con una sorta di sollievo e la malcelata convinzione che in fondo la scuola è destinata a non cambiare.
La proposta del governo azzera questa illusione che del resto è innanzitutto smentita nei fatti, nei processi sociali, in quel mutamento epocale che ha coinvolto il mondo del lavoro e delle nuove tecnologie. Che lo desideri o meno, la scuola è costretta a cambiare. Ma quale sarà il segno del cambiamento possibile?
La politica farà la sua parte ma ci sono aspetti del cambiamento possibile che parlano direttamente a chi nella scuola opera, vive, lavora. .
Da che cosa nasce la difficoltà a insegnare oggi? Cosa rende così problematica la relazione educativa? Perché i saperi che abbiamo a disposizione sembrano insufficienti a motivare larghi strati di adolescenti all'apprendimento? Cosa si può fare per scrollarsi di dosso una sentita e crescente marginalità della scuola nella società contemporanea?

Sono queste le domande che molti docenti e genitori si pongono. E avvertono, stridente, la contraddizione tra una scuola più forte della sua autonomia riconosciutale anche dalla Costituzione e le difficoltà ad affermare un ruolo importante della scuola sul territorio.
A queste domande cercherò possibili piste di ricerca, di prime e provvisorie risposte. Senza verità date e con molte provocazioni a supposte certezze, rimettendo soprattutto al centro, come chiave interpretativa generale, la ridefinizione dell'insegnare come relazione sociale.
Riflettendo non solo sulle "forme" dell'insegnare ma anche sui saperi che la scuola continua a proporre senza riuscire a superare i confini dell'esclusione di un parte troppo rilevante di giovani. C'è insomma una questione del cambiamento che va ben oltre i problemi di "ordinamento", che pure sono necessari, ed investono le responsabilità individuali di ciascuno di noi; esigono uno sguardo appassionato e critico sui caratteri del modello sociale in cui siamo immersi.

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