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INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI CASTIGLIONCELLO

il bambino sconfinato

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 Il Tirreno     12.5.2002

E' multietnica la scuola italiana del Duemila
I dati al convegno di Castiglioncello: sono 180mila gli studenti stranieri

Federica Lessi


CASTIGLIONCELLO. Sono 180.000 gli studenti stranieri presenti in Italia. Lo rivela un'indagine nazionale relativa al 2001 condotta dal Ministero dell'istruzione e presentata da Vinicio Ongini ieri al Castello Pasquini, durante la seconda giornata del convegno «Il bambino s-confinato». Si tratta di bambini e ragazzi stranieri che frequentano dalle scuole materne alle superiori nel nostro paese, d'età compresa tra i 3 e i 19 anni. Sono arrivati da 184 paesi diversi e appartengono a nuclei familiari composti o ricomposti in Italia.
Famiglie che vivono prevalentemente nelle province e nei medi e piccoli centri urbani, dove stanno occupando professionalmente e socialmente i posti lasciati dagli abitanti originari. La fotografia scattata ai giovani immigrati dal Ministero dell'istruzione rivela una realtà in crescita: gli alunni stanieri in Italia sono circa 30.000 in più rispetto al 2000 e rappresentano il 2,2% della popolazione scolastica nazionale.
«I dati regionali sono in corso di elaborazione - ha detto l'esperto del Ministero - ma per la Toscana si può sicuramente parlare di una tendenza alla riconferma dei risultati del 2000. Ossia ad una prevalenza del gruppo albanese sugli altri (con eccezione delle province di Firenze e Prato, dove i cinesi sono più numerosi) e al primato nazionale della provincia di Prato per la maggior concentrazione di alunni immigrati».
La precedente indagine del Ministero dell'istruzione, relativa al 2000, riportava la presenza in Toscana di 13.558 alunni stranieri, consegnando alla nostra regione il terzo posto nella scala nazionale dopo Emilia Romagna e Umbria. Per la provincia di Prato addirittura la precentuale degli alunni stranieri in relazione alla popolazione scolastica era del 5,5%, più del doppio rispetto alla media delle province italiane (2,2%).
Tra i temi del convegno anche il bambino immigrato visto con gli occhi di registi, scrittori ed esperti di comunicazione, come nel dibattito che si è acceso tra gli scrittori Francesco D'Adamo e Luca Raffaelli e il regista Roberto Faenza. Storie che guardano la diversità con gli occhi dei ragazzi, come un amore ai limiti tra un palestinese e una israeliana raccontato da Faenza nel suo film «L'amore perduto», o nel libro senza lieto fine di Francesco D'Adamo, la «Storia di Iqbal», il bambino pakistano liberatosi dalla schiavitù di tessitorie di tappeti, divenuto un emblema internazionale dei diritti dei piccoli e ucciso misteriosamente da un'auto in fuga.

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