INTERNAZIONALI DI CASTIGLIONCELLO
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30.4.2002 UNICITTÀ Toscana Livorno Infanzia negata o perenne? di Francesco Ceccarelli ROSIGNANO (Livorno). Nel Sud del mondo ci sono ragazzini costretti a diventare grandi troppo presto. Dell'adulto devono imparare la capacità di trasformarsi in lavoratore, ovviamente ancora più sottopagato rispetto a un adulto, o in forza militare, pronta a imbracciare fucili e, nel caso, perfino a morire. Nel Nord, inteso come insieme di nazioni ricche, alcuni adulti, tali per l'età, non vogliono rinunciare allo status di adolescente. Troppo comodo vivere coccolati dai genitori, rinunciare ad assumere responsabilità, ma non a farsi rimpinguare il conto corrente, anche senza lavorare. Resta da capire, poi, quanto le trasformazioni in corso nel mondo del lavoro abbiano inciso su questa tendenza. Fra questi due estremi oscilla la figura del "Bambino s-confinato", dal titolo della quattordicesima edizione degli incontri internazionali di Castiglioncello, dedicati, uno ogni due anni, a un aspetto del mondo dell'infanzia. Dal 10 al 12 maggio castello Pasquini ospiterà docenti universitari, insegnanti, giornalisti e numerose figure che, a vario titolo, si confrontano con i bambini, chiamati a riflettere sui loro "limiti" dal Comune di Rosignano Marittimo, che del convegno è il promotore, insieme a Regione Toscana, Provincia di Livorno e Coordinamento genitori democratici. L'autorevolezza degli enti che hanno garantito il patrocinio (dall’UNICEF al Centro europeo dei genitori delle scuole pubbliche) e la collaborazione (il Dipartimento di psicologia dei processi di sviluppo e di socializzazione della Sapienza, a Roma) è tale da garantirla alla manifestazione. La quale presenta una ricchezza di interventi, di contributi e di tavole rotonde da aver obbligato i promotori a una scaletta dai ritmi serrati. I temi generali del "Bambino s-confinato" presentano molti legami con l'attualità politica. Il riferimento si indirizza alla riflessione sul ruolo della scuola e di quella pubblica, in particolare, chiamata per sua missione (termine aziendalistico che, però, qui calza a pennello) ad educare all'apertura verso altre culture, al rispetto e non chiudersi in un localismo esasperato, come certi passaggi della "controriforma Moratti" lasciano sospettare. l due estremi della figura del bambino non hanno confini. Da un lato, nei tre quarti del mondo, l'infanzia è paragonabile a una crosta sottilissima, che si consuma subito: c'è il lavoro che incombe, di solito conto terzi o per una multinazionale che deve pagare poco per guadagnare sempre di più. O, piuttosto, c'è una guerra da combattere. Nelle nazioni dove il benessere (pare) parola diffusa, anche i bambini lavorano, ma per un "datore" interno alla famiglia. Sono chiamati a soddisfare le ambizioni dei genitori, che li vogliono far assomigliare a tanti piccoli manager che eccellono in mille attività. Destinati, forse, a trasformarsi in altrettanti "Peter Pan" che di crescere non ne hanno voglia. Ricchezza e povertà continuano a fare da spartiacque tra nord e sud del mondo. Ma per ricchezza non si intende soltanto la disponibilità di danaro. "E' povero - riflettono gli organizzatori il bambino che non ha accesso alla varietà dei percorsi formativi, che abbandona il percorso scolastico ed è destinato alla precarietà di un inserimento nel mondo del lavoro sempre più connotato dalla valorizzazione della conoscenza come risorsa strategica". Una concezione di scuola che insegna a produrre beni e a consumarli che alla Moratti piace tanto. Ricchezza, povertà (materiale, di possibilità d'istruzione) e scuola. Ecco il trinomio su cui si rifletterà a Castiglioncello. Nel disegnare i confini del bambino qual è il ruolo della scuola pubblica? "Essa deve, oggi più che mai, costituire il luogo privilegiato del confronto e dell'educazione sociale", aggiungono gli organizzatori. L'apertura come idea opposta a quella strisciante xenofobia, voglia di omologazione, nei valori, nei punti di riferimento politici, culturali e sociali, che il governo di centro destra, a volte in maniera subdola, vuole trasmettere. I ragazzini "devono essere guidati" nel viaggio meraviglioso della scoperta: è uno dei compiti fondamentali della scuola "pubblica e pluralista". Finalità che una scuola, di ispirazione confessionale, non vuole e non può - per sua natura - perseguire. Su questi argomenti sr confronteranno i relatori, fra cui Paolo Fabbri, semiologo dell'Università di Bologna, ("II bambino di Babele" è il titolo dell'intervento), Melita Cavallo, presidente della Commissione per le adozioni internazionali ("Confini senza sbarre o delle finte libertà"), Dario Missaglia, responsabile nazionale della CGIL per Formazione e ricerca ("Insegnare come relazione sociale"). E ancora un seminario sui bambini in guerra, coordinato dalla giornalista Rai Tiziana Ferrario, sull'integrazione fra alunni di diverse nazionalità nella scuola pubblica, sulla scuola impegnata a contrastare la dispersione e su come la cooperazione possa dare una mano allo sviluppo nel sud del mondo e un calcio deciso a ogni campagna di sfruttamento. Per le richieste di partecipazione al convegno, l'iscrizione ai seminari, la sistemazione logistica, è possibile anche consultare il sito del Comune di Rosignano Marittimo, all'indirizzo www.comune.rosignano.livorno.it, cliccando sulla home page l'icona con il simbolo del convegno, dove è riportato anche il programma nel dettaglio. |
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