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Per la qualità della scuola pubblica

La Segreteria Nazionale del Coordinamento Genitori Democratici si è riunita a Roma il 6 maggio 2007. Ha preso in esame, tra l’altro, le segnalazioni giunte da varie scuole in diverse Regioni d’Italia.

Questa Associazione si è battuta per anni con passione anche in solitudine contro le politiche restrittive e classiste del Ministero Moratti sottolineando con forza la necessità di difendere la scuola pubblica “di tutti e per ciascuno”, rispettosa delle “diversità”, ispirata a principi “alti” di democrazia, integrazione, professionalità.

Abbiamo sostenuto con entusiasmo il cantiere di idee organizzato dal Centro-Sinistra per un programma capace di dare nuova dignità al sistema scolastico e assumere la crescita dell’istruzione nel Paese come asse trainante per un nuovo sviluppo economico e sociale.

Abbiamo compreso e condiviso l’impegno attento a fermare i processi negativi avviati dalla Legge 53 e a smontarne gli elementi, senza improvvisazione e senza creare pericolosi vuoti (la politica del “cacciavite”).

Per questo non possiamo non esprimere preoccupazione di fronte a messaggi negativi che giungono dalle scuole pubbliche in diverse Regioni del Paese.

Viene segnalata la impossibilità di assicurare la copertura delle supplenze, comunicata alle scuole ad anno scolastico già inoltrato, con riduzione del monte-ore dell’istruzione assicurata ai bambini e ai ragazzi, mandati a casa in anticipo e/o, cosa ancor più grave, abbinati alle classi, rendendo ingestibile il già allarmante rapporto docente/alunni che da 1/25 passa spesso a 1/30 anche in presenza di alunni diversamente abili, per sanare l’emergenza di docenti assenti, fornendo così un’immagine di precarietà e di scarsa considerazione verso il delicato compito formativo che non può essere promosso nella logica di una scuola assistenzialista.

Né possiamo ignorare come da più parti ci si segnali che le domande di iscrizione al tempo pieno non vengano accolte, nell’impossibilità di ampliare gli organici degli insegnanti.

L’applicazione del D.P.C.M. 185/06 costringe le famiglie dei disabili a procedure inutili e frustranti per il riconoscimento delle difficoltà, con l’evidente scopo di ridurre l’organico di sostegno (intento del precedente Governo, non sufficientemente “smontato” dall’attuale).

Sono tutti segnali preoccupanti che indicano un’attenzione decrescente ai problemi dell’istruzione, progressivo disimpegno da un settore fondamentale per il futuro del Paese, una insufficiente cura per i diritti degli studenti e per le aspettative delle famiglie.

Intanto appare sempre più incerto l’impegno a ridare vitalità alla partecipazione democratica nella Scuola, promuovendo e incentivando la formazione di Comitati Genitori, favorendo la presenza e la consultazione attiva delle Associazioni e delle rappresentanze dei Genitori negli Organi Collegiali Territoriali.

Senza la partecipazione dal basso dei Genitori (portatori di legittimi interessi che riguardano il futuro del Paese) il cambiamento nella Scuola si affievolisce, viene ridotto a problema tecnico, viene subordinato a logiche miopi di contenimento della spesa.

Il Coordinamento Genitori Democratici segnala al Presidente Prodi e al Ministro Fioroni la difficoltà a comprendere e a condividere quanto sta avvenendo nelle scuole. Segnala la necessità di una profonda revisione delle politiche scolastiche adottate e di sviluppare un atteggiamento di ascolto nei confronti dei Genitori nelle scuole , oltre che degli Operatori.

L’istruzione è un interesse fondamentale del Paese. All’istruzione devono essere assegnate risorse adeguate. I portatori di legittimi interessi, come i Genitori, devono essere ascoltati e devono partecipare alle decisioni nell’interesse del Paese.

Condividiamo l’impalcatura generale del programma di governo di “contenimento della spesa pubblica” e di “razionalizzazione” delle spese ma non a danno della qualità del servizio di istruzione - formazione - ricerca, asse portante della crescita culturale e civile di uno Stato Democratico.