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Comitato di applicazione Appello del Comitato su violenza e crimini in TV Il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione TV e minori riunito il 1° aprile 2008 ha portato preoccupata attenzione, alla luce dello spirito e della lettera del Codice, sulla rappresentazione in TV, a volte esasperatamente ripetitiva, del crimine e più in generale della violenza comunque declinata: fisica o verbale o psicologica, singola o di branco, traumatizzante o cronicizzata, di mano o di telefonino, di vicinato, scuola, stadio, famiglia ha riscontrato che eccessi quantitativi e qualitativi riguardano, con possibili alterazioni della stessa agenda quotidiana, le trasmissioni propriamente giornalistiche, per le quali non può non tenersi conto, doverosamente ma non illimitatamente, del diritto-dovere di informazione; ma anche riguardano programmi di talk e intrattenimento dove più facilmente possono prevalere obiettivi di sensazionalismo a fini di ascolto con possibili effetti di fascinazione ha rilevato inoltre che al duplice rischio, da un lato di enfatizzare situazioni estreme da un altro lato di conferire ordinarietà e attrattiva alla violenza, può concorrere la presenza nei palinsesti, in orario di “televisione per tutti”, di certi film, di fiction anche prodotta o commissionata dalle emittenti, soprattutto di profuse serie di telefilm d'importazione del genere criminal-poliziesco, caratterizzati da attraente fattura ma anche da violenza dura o sofisticata, anche su donne presentate come oggetto seduttivamente mercificato, da crudi accertamenti necroscopici, da situazioni tendenti a perversione, quasi fosse in atto una vera e propria spirale estremizzante segnala aspetti che, nei vari comparti di programmazione, richiedono attenzione particolare come: 1) l'incidenza negativa che non può non avere l'iterazione di certi temi; 2) il coinvolgimento di minori con problemi anche di privacy per quanto concerne l'informazione; 3) la concomitanza con processi penali e l'uso di materiale giudiziario con la tendenza ad una rappresentazione sulle vicende giudiziarie come forme esasperate di spettacolo al di là di ogni insopprImibile esigenza di cronaca e di informazione immediata od attuale ; 4) l'orario di programmazione, con speciale ma non esclusivo riguardo alla fascia protetta; 5) l'esigenza di sempre più adeguati segnali e avvisi (incluse doverose notizie sulle alternative di programmazione) con l'avvertenza peraltro che nessun segnale e nessun avviso può legittimare la diffusione in orario di “televisione per tutti” di trasmissioni decisamente da riservare a collocazione meno esposta considerato che la violenza, soprattutto la violenza sovrarappresentata in televisione, comporta pericoli per bambini, ragazzi, adolescenti, non solo e non tanto perché può determinare emulazione, ma perché espone precocemente coscienze in fase di delicata formazione a una visione distorta dei rapporti con gli altri, a turbamento reattivo oppure deprimente, a una deriva di assuefazione desensibilizzante, come è segnalato da una ricerca promossa dalla Società Italiana di Pediatria, quasi che la violenza fosse normalità in ogni antagonismo tra individui e tra gruppi ritiene di fare appello a famiglie, a educatori, a operatori televisivi, a imprese di produzione e soprattutto di emittenza, affinché, ciascuno nel proprio ambito, adottino scelte, anche tecnologiche e di orario, e comportamenti commisurati alle rispettive responsabilità, certo di trovare ascolto, tutti avendo a cuore il domani di figli e nipoti si augura di potere nel prossimo futuro salutare con apprezzamento i primi segni – unilaterali o concordati che siano – di una significativa inversione di tendenza.
Il documento è stato inviato alle emittenti televisive (RAI, Mediaset, Telecom Italia Media, FRT, MTV, AERANTI / Corallo, AIR IAB, CNT, CONNA, Gruppo Radiotelevisivo Indipendente, REA, Terzo Polo, Sky) e-mail: comitato.minori@comunicazioni.it Tel. 06 5444 7513/4/6/7/9-fax 06 5444 7515 c//o Ministero delle Comunicazioni
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