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A proposito della riforma e del documento Bertagna
Roma 11 novembre 2001

Al Prof. Giuseppe Bertagna
Presidente del Gruppo di lavoro per l'attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici

Egregio Presidente,
a seguito dell'incontro del 10 novembre, che ha meglio sostanziato i punti sottoposti in data 2 ottobre anche al parere delle associazioni dei genitori, Le invio alcune riflessioni, certamente non esaustive delle tematiche esaminate, ma coerenti con la linea di pensiero di cui il Coordinamento Genitori Democratici è da molti anni interprete.

La non esaustività è, ovviamente, determinata dall'impegno alla riservatezza rispetto a possibili applicazioni della riforma, impegno al quale Lei ci ha invitato e che facciamo convintamente nostro, riservandoci una consultazione di tutta la base associativa nel momento in cui alcune ipotesi di fattibilità saranno rese pubbliche dal Ministro.

Alcuni principi innanzitutto che connotano da sempre l'associazione che rappresento:
l'obbligo scolastico a 15 anni va espletato nel circuito scolastico (è vero che la parola obbligo non è semanticamente la più felice, ma senza dubbio le parole sono la loro storia e nel nostro paese un obbligo ha significato opportunità di emancipazione per molti in un passato ancora recente); assumiamo pertanto i 15 anni come il momento di una scelta non precocizzata che segue ad un biennio di scuola superiore unitario, orientativo, formativo in cui le ore di area elettiva consentano ai nostri ragazzi e ai loro genitori di scegliere ed autodeterminarsi.

Ribadiamo la nostra contrarietà ad ogni possibile tentativo di eliminare il valore legale del titolo di studio, pur ritenendo che esso debba essere ancorato ad un reale accertamento di abilità e competenze definite da standard nazionali.

Auspichiamo, inoltre, un forte rifinanziamento della legge per l'edilizia scolastica. Nello specifico delle ipotesi a noi esposte dalla commissione esprimiamo perplessità rispetto alla possibilità che la frequenza di uno o più anni della scuola d'infanzia, possa costituire credito rispetto all'espletamento dell'obbligo formativo che è fino ai 18 anni o essere interpretato come una surrettizia scorciatoia: non siamo perciò contrari, in via di principio, all'obbligo di frequenza di almeno l'ultimo anno della scuola d'infanzia, strada maestra per dare dignità istituzionale e credibilità sociale agli operatori della stessa, sempre inteso come ulteriore innalzamento dell'obbligo.

Siamo favorevoli inoltre ad una scuola di base di durata settennale, consapevoli del fatto che la scuola media non riesce più a rispondere adeguatamente ai bisogni formativi delle nuove generazioni, con una possibile scansione interna 3-2-2, cui faccia seguito un biennio unitario ed orientante propedeutico alla scelta della formazione professionale o del triennio di scuola superiore.

Riteniamo ancora che la quota di curricolo locale a disposizione delle scuole dell'autonomia (valutabile in circa 300 ore annuali), debba essere svolta da tutti nell'istituzione scolastica o nella rete di istituzioni scolastiche e non presso agenzie formative esterne per il difficile accertamento di qualità e per il carattere discriminante che la scelta potrebbe implicare.

Grati dell'attenzione e sempre disponibili ad un confronto

ANGELA NAVA MAMBRETTI
Presidente nazionale del C.G.D.

 

Questi sono i punti qualificanti del documento di studio del Gruppo di lavoro presieduto dal professor Giuseppe Bertagna:

  • riconoscimento della frequenza della scuola dell'infanzia, che resta facoltativa e triennale, come uno degli almeno 12 anni di istruzione/formazione necessari per ottenere una Qualifica (oggi ne bastano 10);
  • mantenimento della struttura ordinamentale attuale per la scuola primaria (cinque anni) e per la scuola media (tre anni); scelta degli studi secondari, quindi, a 14 anni, come adesso, e non più a 13, come previsto dalla legge 30/2000. Resta inteso che dopo questa scelta lo studente può sempre cambiare idea, trattandosi di percorsi formativi caratterizzati dalla massima flessibilità;
  • suddivisione di questi due cicli ordinamentali in 4 cicli biennali unitari sul piano della continuità didattica e organizzativa, nonché in due cicli quadriennali per le attività dei Laboratori;
  • accesso all'università anche per i diplomati della formazione secondaria;
  • possibilità di scelta per tutti tra università e formazione superiore;
  • per promuovere il profilo finale degli allievi e gli obiettivi didattici specifici ad esso relativi, disponibilità, per gli allievi e le famiglie, di affiancare all'orario obbligatorio di 825 ore annuali quello facoltativo fino a 300 ore annuali, da svolgersi in laboratori di Informatica, Lingue straniere, Attività motorie e sportive, Attività espressive (teatro, musica, pittura, cinema, fotografia…), Recupero e sviluppo degli apprendimenti;
  • tre possibilità per giungere all'istruzione e alla formazione superiore oppure per entrare nel mercato del lavoro: la prima si riferisce all'istruzione secondaria (Licei), la seconda alla formazione secondaria a tempo pieno (Istituti), la terza alla formazione secondaria in alternanza scuola-lavoro;
  • potenziamento della formazione superiore, chiamata a diventare sempre più concorrenziale con i corsi universitari e a distribuirsi su un arco temporale da un trimestre a sei semestri;
  • accertamento della preparazione degli studenti in ingresso all'istruzione universitaria e alla formazione superiore;
  • possibilità, per chi risultasse carente, di frequentare per il tempo necessario (da un mese ad un anno) moduli specifici di riallineamento contenutistico e metodologico, organizzati in collaborazione tra l'università e la formazione superiore e la scuola secondaria.

I documenti completi si trovano sul sito del Ministero dell'Istruzione a partire dall'indirizzo
http://www.istruzione.it/statigenerali/rapporto.shtml

Nelle nostre pagine trovi il testo dell'intervento agli Stati Generali.

 
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