INCONTRI
INTERNAZIONALI DI CASTIGLIONCELLO sedicesima edizione
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Alberto Alberti 0.- Castiglioncello, con le sue MILLE EPIFANIE DEL BAMBINO, per me fa parte del firmamento delle STELLE FISSE e Angela Nava ha la mia massima ammirazione Confesso la mia debolezza: non ho saputo dire di no all'invito di Angela Nava, e ora mi trovo in grande imbarazzo. Non sono riuscito a pensare qualcosa di intelligente e non so se quello che vi dirò ha un senso. Mi rimetto alla vostra clemenza. Del resto, avete già sentito e sentirete successivamente cose di grande interesse. Ho pensato di fare una rassegna fenomenologica come un semplice osservatore di cose di scuola (anzi, come un povero diavolo). Non un discorso fluido, ma alcuni flash. 1.- La qualità ir/reale. Come il bambino la qualità dei percorsi formativi è reale e irreale insieme, c'è e non c'è: per un verso la scuola dà sempre qualcosa, per un altro verso non dà mai abbastanza. Ma precisamente non è nemmeno questo. Piuttosto è quello che dice Eraclito: Il dio è giorno e notte, E tutto ciò vale sia per il reale che per l'irreale 2.- Dunque una serie di flash sulle tante qualità “reali” 3.- Scuola di Barbiana. La qualità del “professore” La ricreazione. Non c'era ricreazione. Non era vacanza nemmeno la domenica. Nessuno di noi se ne dava gran pensiero perché il lavoro è peggio. Ma ogni borghese che capitava a visitarci faceva una polemica su questo punto. Un professore disse: «Lei reverendo non ha studiato pedagogia. Polianski dice che lo sport è per il ragazzo una necessità fisiopsico… » Parlava senza guardarci. Chi insegna Pedagogia all'Università, i ragazzi non ha bisogno di guardarli. Li sa tutti a mente come noi si sa le tabellone. 4.- La qualità di Lucio Finalmente andò via e Lucio che aveva 36 mucche nella stalla disse: «La scuola sarà sempre meglio della merda»[1] Quesito: e se le mucche fossero state 3.600?
5.- FIGARO «BARBIERE DI QUALITÀ» Dal 1816 Figaro va cantando: «RASOI E PETTINI, LANCETTE E FORBICI ecc.» ma anche «SENZA FIGARO NON SI ACCASA A SIVIGLIA UNA RAGAZZA ecc.»
Si tratta di una AZIONE COMPLESSIVA POLIFUNZIONALE SINTETICA
6.- Le qualità di Figaro
MA (dubbio atroce)… Sa fare veramente bene la barba? Diciamo di più: a qualcuno interessa veramente sapere se Figaro sa fare la barba?
7.- Altro tipo di qualità. L'OMINO DI BURRO
Si tratta di una AZIONE SEPARATISTA UNIDIREZIONALE ANALITICA 8.- Le qualità dell'Omino di Burro
MA…
a che cosa porta?
9.- Le due polarità Figaro: Qualità del processo in generale - complessità - creatività - successo nell'insieme Omino Burro: Qualità del singolo “episodio” - Linearità - sequenzialità - successo nell'episodio
10.- Il sintetico e l'analitico La considerazione sintetica globale dei processi non ci consente di conoscere i singoli passaggi – (il fare la barba per Figaro) La considerazione analitica dei singoli episodi non ci consente di prevedere il risultato – (il diventare asino di Pinocchio)
11.- «Accoglienza» a Barbiana La vita era dura anche lassù. Discipline e scenate da far perdere la voglia di tornare. Però chi era senza basi, lento e svogliato si sentiva il preferito. Veniva accolto come voi accogliete il primo della classe. Sembrava che la scuola fosse fatta solo per lui.
12.- Altro esempio di qualità reale. Nel mese di Aprile 2006, alla “Città educativa” di Roma, le scuole comunali dell'infanzia hanno presentato i loro prodotti, in una rassegna durata 20 giorni, fra mostre, laboratori, conferenze ecc. La scuola comunale di S. Cleto, ha presentato un progetto realizzato con la visita al Museo di Palazzo Altemps. Scrivono le insegnanti: «attraverso la documentazione fornita dal Comune, abbiamo descritto dettagliatamente ai bambini il Museo che si andrà a visitare, dando importanza segnatamente alle statue e soprattutto al Trono Ludovisi». E ancora: «quotidianamente i bambini svolgono attività anche se con tecniche semplici ed elementari come la pittura, la manipolazione… Il Trono Ludovisi è stato realizzato con acqua colla e carta di giornale, “cartapesta”». Ecco alcune fotografie: IN SINTESI: La qualità dell'infanzia è complessa 13.- A Città Educativa, abbiamo fatto incontrare i ragazzi delle scuole medie superiori che avevano visitato i campi di sterminio nazisti, con ragazzi delle scuole medie. I primi hanno raccontato ai loro compagni più piccoli il loro viaggio. Ecco l'ingresso di Auschwitz, in un fotogramma portato dai ragazzi: Noi ricordiamo: I.I.S.S. “Sibilla Aleramo” Roma Era italiano? (racconto). Era storia? (La Shoah). Era immagine? (foto) O era un'altra cosa ancora? Anche nelle scuole superiori la qualità è complessa 14.- La qualità delle riforme: da
a
Una manifestazione di qualità è oggi il tema delle riforme[2] “Riformismo” e “riformista” hanno assunto negli ultimi tempi un valore ideologicamente positivo. Tutti si dicono “riformisti”, vogliono fare riforme e accusano gli avversari politici di essere “conservatori”[3]. La singolarità preoccupante è che la “riforma”, quale che essa sia, da mezzo per realizzare un bene (il miglioramento) diventa un fine. Il giudizio positivo è attribuito a priori e direttamente all'idea astratta di riforma, piuttosto che alla qualità del miglioramento. Riformare per il solo motivo di riformare, e basta. Ideologia, nel senso peggiore del termine. Forse per questo sia Berlinguer (e quindi De Mauro) che la Brichetto Moratti, hanno cominciato col riformare la scuola di base, senza tenere in nessun conto il fatto che essa (almeno per due terzi: elementare e infanzia) era la migliore del nostro sistema, e dava risultati all'altezza dei più avanzati sistemi scolastici del mondo culturalmente sviluppato. Il male stava e sta da tutt'altra parte. L'ideologia del riformismo è cieca e si abbatte come una “tormenta” sulla nostra scuola. L'insospettabile Bottani nota[4]: «I sistemi scolastici, a livello mondiale, sono stati travolti, nel corso degli ultimi due decenni, da un'ondata di riforme, che hanno avuto effetti angoscianti sui docenti, messo in subbuglio i responsabili politici, generato tensioni e conflitti all'interno della comunità scientifica che si occupa di scuola. Molte osservazioni documentano questa situazione di degrado del clima scolastico: conflitti violenti fra insegnanti, consigli di istituto e distrettuali che non si convocano più, un forte aumento dei pensionamenti anticipati, decisioni contraddittorie di provveditori, presidi, uffici ministeriali, e così via. Un episodio ben illustra questa situazione: in Svizzera, a Ginevra, il partito radicale che era stato nel corso dell'Ottocento e del Novecento alla punta delle riforme scolastiche, ha presentato in Parlamento una legge di moratoria sulle riforme. Solo una situazione davvero destabilizzante può indurre una forza politica a presentare una simile proposta». 15.- GLI EFFETTI COMPLESSI DEL PON .- Da qualche anno mi occupo degli interventi per prevenire e contrastare la dispersione scolastica nelle regioni del mezzogiorno, finanziati con i fondi Europei e, complessivamente, ricadenti nel Piano operativo nazionale (PON) gestito dal Ministero dell'Istruzione (PON-Scuola). In genere le scuole fanno tante cose belle ma non sempre ne sono coscienti. Un esempio è questo. In una riunione sub-regionale, mi pare a Caltanissetta ma non sono sicuro di ricordare bene il posto, il preside e gli insegnanti di un Istituto Alberghiero, mi vantano le qualità di una torta realizzata da una studentessa. La voglio incontrare per complimentarmi con lei. E la ragazza mi dice: “Più che la torta, mi è piaciuto il lavoro di ricerca. Il professore ci ha fatto leggere una poesia di Quasimodo, mi è piaciuta e ne ho letto altre di mia iniziativa. Forse quest'anno sarò promossa perché ho continuato a leggere poesie e altro”.
16.- Durante una ricerca sugli effetti dei progetti del PON abbiamo registrato molti fatti interessanti. E alcune testimonianze, come la seguente: “Non so se sarò promosso ma ho fatto almeno qualcosa che mi ha soddisfatto”. Oppure: “Non so se passerò al IV anno, ma ho scoperto qualcosa che mi piace e potrebbe diventare un lavoro per il futuro”. Fanno riflettere alcune osservazioni come la seguente: La professoressa dello scorso anno mi diceva che non andavo bene per “colpa dei miei genitori che non hanno un titolo di studio elevato.. Come se io non potessi fare nulla di diverso da quello che essi fanno. Dopo quelle parole, non credevo più in niente e odiavo tanto i professori che i miei genitori, perché li ritenevo causa della mia bocciatura”[5] Un elemento sociologicamente corretto viene assunto dall'insegnante come alibi del suo disimpegno.
17. Per conoscere veramente la qualità della scuola ci servirebbe qualcosa come quello che hanno fatto Julia e Mandelbrot con la matematica dei frattali.
18. – Invece, che cosa fanno i docimologi?
PER “RIDURRE” LA COMPLESSITA'
MA… Ricordate l'accoglienza riservata a Pinocchio dall'Omino di Burro? E quella di Barbiana? In questa prospettiva analitica rischiamo proprio di valutare positivamente l'Omino di Burro e negativamente l'accoglienza di Barbiana.
19. Su un inganno simile si è costruito il giochetto della “Qualità totale”
L'Incompiuta di Schubert Una barzelletta, riportata da Corrado Augias nella sua rubrica di lettere su Repubblica, esprime meglio di ogni altra riflessione l'errore che fanno i docimologi analitici quando vogliono applicare alla scuola le teorie del mercato, a partire da quel famoso anatema di Bottani sulla fine della “ricreazione”. Eccola. Un solerte dirigente incaricato dell'ottimizzazione aziendale, riporta al suo presidente le osservazioni fatte durante l'ascolto di un concerto in cui si eseguiva l'Incompiuta di Schubert: «I quattro oboisti restano per un periodo considerevole inattivi, bisognerebbe diminuire il loro numero e spalmare la loro prestazione sul totale della sinfonia in modo da ridurre i loro tempi morti. I dodici violini suonano tutti le stesse note con un effetto di duplicazione che appare inutile; consiglierei di ridurre drasticamente gli effettivi di questa sezione. Se fosse questione di volume di suono, si potrebbe provvedere con amplificazione elettronica. L'orchestra consacra tempo e sforzo considerevoli all'esecuzione di biscrome con un effetto eccessivo di raffinatezza, raccomanderei di approssimare tutte le note alla semicroma più vicina in modo da poter utilizzare operatori presi sul posto e con qualifica inferiore. La ripetizione da parte dei corni di passaggi già eseguiti dagli archi non presenta alcuna oggettiva necessità. Se si eliminassero tutte le battute ridondanti di questo tipo si potrebbe ridurre la durata dell'esecuzione da due ore a venti minuti circa. Concludo, signor presidente, che se Schubert avesse potuto disporre di funzionari ottimizzatori e adeguati controllori di gestione, avrebbe potuto portare a termine la sua Incompiuta»[6]. II PARTE
A QUESTO PUNTO SIAMO ARRIVATI A PARLARE DELLE QUALITA' “IRREALI” (SENZA TRATTINO). SONO TUTTE QUELLE “QUALITA” (TRA VIROGLETTE) CHE UNA SORTA DI ACCANIMENTO DOCIMOLOGICO ANALITICO CI COSTRINGE A PRATICARE QUOTIDIANAMENTE[7]:
19 .- La qualità irreale degli strumenti formali
20. OMOLOGAZIONE
LA DISPERSIONE (come effetto della selezione) DIVENTA QUALITà (la scuola che seleziona ed espelle è considerata la più seria!!!) Così, in particolare, opera il liceo classico di Gentile LA SELEZIONE DEI “MIGLIORI” = DISPERSIONE LE GERARCHIE CULTURALI INAUTENTICHE LOTTA ALLA DISPERSIONE Apprezzamento delle diverse forme di intelligenza (La multimedialità, il “tempo pieno”) Apprezzamento delle diversità culturali (l'intercultura, la globalizazione)
Omologazione e selezione dei saperi
21.- Le discipline “essenziali”
22.- Omologazione attraverso la Lingua Anche con la lingua si fa selezione di classe. Eppure sappiamo che la lingua è, sì, strumento fondamentale del comunicare, ma non esclusivo C'è anche INTELLIGENZA PERCETTIVA: VISIVA, UDITIVA, OLFATTIVA, TATTILE, GUSTATIVA
Sappiamo pure che la lingua ha una natura esperienziale e che l'ESPERIENZA DEL MONDO rende la semantica della lingua inseparabile dalle conoscenze del mondo: gli schemi e le strutture attraverso cui diamo senso alle espressioni della lingua non sono diversi da quelli con cui diamo senso al nostro essere e agire nel mondo Facciamo un esempio. Chi mi sa dire che vino è, questo che è descritto, linguisticamente in modo egregio, dal sommo Veronelli?
23.- La lingua non basta soprattutto ai giovani Una nuova cultura non gutenberghiana
24. Altro flash. Le 5 tipologie della qualità secondo la prescrizione analitica della Presidenza Consiglio Ministri - 2003 Tipologie di Qualità:
25.- Ma, per esempio, la “qualità richiesta” da che deriva?
E ….
Non c'entra nulla? Non orienta e fa crescere (elevare) o diminuire (abbassare) la richiesta? Chi orienta la richiesta?
Cultura = Bene individuale per esercitare potere
Cultura = Bene sociale per stare meglio insieme agli altri
Cultura = Bene possibile per la mediazione offerta dalla scuola
26.- Analogamente, la qualità progettata deve fare i conti con:
ecc.
Qualità progettata: 2.- “Scenari” Politico- istituzionali
27. La qualità delle “rete” (la rete serve solo a unificare i servizi o a costruire intelligenze complesse?) La qualità della rete è
La rete, la famiglia e la legge 53/2003
26. Legislazione di qualità? NO: Ruolo Ancillare della scuola l. 53/03 – D.Lvo 59/04
ma:
l. 53/03 – D.Lvo 59/04
Indicazioni nazionali
29.- La qualità dell'opinione pubblica. In due esempi: I esempio: LO “SCANDALO” Alta corte di Londra sentenzia:
ALLARMATI COMMENTI NEI giornali del 9 marzo 2006 II esempio: IL “SILENZIO”
Nessuno ne parla – la notizia si trova solo sul sito UNLA (gen.06) La notizia è che Londra desta scandalo, Cosenza nemmeno fa notizia. L'opinione pubblica è già degradata. E allora A mo' di conclusione:
[1] Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, LEF, Firenze, 1967, pp. 12-13 [2] Da un mio articolo in corso di stampa su “La vita scolastica” (Giunti) [3] All'origine, com'è risaputo, non era così: “Riformista” si contrapponeva a “massimalista” o “rivoluzionario”, non a “conservatore”. Si trattava di cambiare il mondo, di migliorarlo, di renderlo più giusto e solidale, ma si sceglievano strade diverse. I rivoluzionari ritenevano che tutto l'esistente fosse talmente degradato e corrotto da non poter essere salvato nemmeno in parte: andava cancellato e ricostruito dalle fondamenta. I riformisti pensavano che fosse più realistico salvare e mantenere in vita le cose buone che il passato ci aveva dato e correggere le altre che apparivano ingiuste e sbagliate. Gli uni e gli altri si dividevano sui mezzi, non sui fini. [4] N. Bottani, L'Equità nella tormenta delle riforme scolastiche) si può leggere su ADi/news del 4 maggio 2005 (Associazione Docenti Italiani - www.adiscuola.it). Sul tema vedi anche: A. Alberti, Tormenta di riforme: 1.- I mostri di perizia; 2.- Gli astri maligni; 3.- Gli astronomi e Schubert, in «Valore Scuola La rivista», Anno I, rispett. N. 11, 12 e 13, 2005; Idem, L'equità formativa, in «Vita scolastica», Anno LX, n. 6, 2005 [5] Cfr. MIUR, Alla ricerca della qualità, Roma 2005 [6]“La Repubblica”, 1 maggio 2005, p. 28 - Rubrica “Lettere”, a cura di C. Augias. [7] Da questo punto in poi, essendo finito il mio tempo, procedo solo per appunti/titoli di argomenti. Mi limito a leggere il brano di Calvino, dell'ultima pagina. |