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INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI CASTIGLIONCELLO

sedicesima edizione

alle relazionirelazioni

il bambino irreale

Un'esperienza fuori dal comune

a cura di Simona Barbetti e Daniela Sgobino

L'esperienza della nostra scuola nasce all'interno di un corso d'aggiornamento pluriennale, condotto dal prof. Carlo Bernardini, che si pone l'obiettivo di verificare ed analizzare il problema dell'analfabetismo scientifico riscontrato in giovani ed adulti e che sembra diminuire progressivamente, andando a ritroso nell'esperienza scolastica dei bambini.

Possiamo affermare che questa è senz'altro un'esperienza fuori dal comune per due motivi:

  1. il contesto storico in cui si sviluppa che vede manifestarsi, dopo la fase della scuola “aperta”, a livello nazionale e locale un nuovo impegno di studio e di riorganizzazione dell'attività educativa.
    Impegno in cui si distingue particolarmente l'Amministrazione del Comune di Scandicci e che registra anche una interessata seppur critica partecipazione del personale docente.
  2. i caratteri di novità e sperimentazione si traducono, motivati forse dalla durata dell'esperienza e dalle prospettive educative, in atteggiamenti consolidati delle insegnanti che operano perciò più consapevolmente ed in modo continuo e trasversale ai vari contesti esperienziali dei bambini.

 

Un'ipotesi iniziale.

Il nostro lavoro prende spunto da una idea iniziale che ipotizza la presenza di una serie di “conoscenze tacite” in bambini anche piccoli, conoscenze intorno al mondo che sembrano perdersi nel prosieguo del percorso scolastico.

Nasce così una indagine, fatta di giochi e di “prove”, per verificare e valutare una sorta di scientificità non specifica, indagine su problemi inconsueti per i bambini ma capaci di stimolare la loro curiosità; non problemi relativi alle scienze naturali ma a fenomeni che prevedano un approccio razionale.

Emergono tre aspetti essenziali per la nostra ricerca :

  1. i bambini si dimostrano sinceri, e pronti ad ammettere di non sapere.
  2. sono curiosi cioè capaci di fare domande.
  3. sono disponibili a modificare la propria opinione, dopo l'acquisizione di nuovi dati.

Queste capacità, cioè l'onesta e la sincerità, la curiosità e la disponibilità a modificare le proprie convinzioni in presenza di nuovi elementi, risultano essere spontanee nei bambini e sono indispensabili per un approccio creativo ai problemi; purtroppo spesso gli adulti le perdono.

 

Il ruolo dell'insegnante.

L'analisi dell'esperienza evidenzia l'importanza del ruolo dell'insegnante che, per cultura e formazione professionale, è finalizzato alla trasmissione delle conoscenze. E' subito evidente però che uno dei modi per frenare la curiosità dei bambini è proprio quello di fornire loro risposte preconfezionate, aderenti ad una logica adulta e talvolta troppo formalizzata per poter stimolare un ragionamento nei bambini.

La figura dell'insegnante assume perciò la nuova connotazione di regista cioè di guida alla conversazione, che non interviene se non per rilanciare il dialogo, in un clima di confronto fra bambini .

Non fornisce spiegazioni, anche se semplificate, ma rilancia la riflessione cercando di catturare l'attenzione dei bambini; agevola e valorizza l'intervento di ciascuno, promuove occasioni di esperienze comparabili eliminando le ridondanze cioè semplificando le situazioni per arrivare all'individuazione di regole generalizzabili e quindi alla possibilità di fare previsioni, incoraggia la ricerca di soluzioni autonome e creative dei problemi.

L'insegnante ha il compito di utilizzare un linguaggio rigoroso seppur semplice; il linguaggio è infatti il principale veicolo della relazione adulto/bambino e richiede pertanto un notevole autocontrollo da parte dell'educatore. L'insegnante ha inoltre il compito di agevolare la creazione di un linguaggio comune che utilizza termini osservativi condivisi fra i bambini, aventi cioè per tutti gli stessi significati.

Non meno importante è l'esigenza di dare una gradualità alle difficoltà dei problemi proposti, partendo dall' esperienza quotidiana dei bambini per arrivare a problemi più astratti.

 

Alcuni tipi di esperienze.

La nostra indagine prende in esame alcune categorie di esperienze che da una parte ci consentono di dare sistematicità al lavoro già svolto e dall'altra ci forniscono lo spunto per nuove prove, intendendo con questo termine tutte quelle attività guidate che consentono di sperimentare, conoscere, verificare:

  • simbolizzare cioè costruire, riconoscere ed utilizzare simboli. In questo gruppo rientrano tutte quelle attività che richiedono una annotazione da socializzare.
  • astrarre da esperienze concrete cioè far riflettere i bambini su esperienze quotidiane come, per esempio, la velocità.
  • riconoscere variabili rilevanti scartando gli aspetti ridondanti. Si intendono quelle attività in cui i bambini si abituano a distinguere gli aspetti sostanziali di una situazione dagli aspetti che non modificano in alcun modo le caratteristiche dei fatti osservati .
  • consolidare esperienze comuni attraverso tutte quelle attività che riproducendole schematicamente, ne consentono una lettura più corretta.
  • Correlare i fenomeni tra loro secondo un rapporto di causa/effetto; sono quelle esperienze che abituano il bambino ad ordinare situazioni semplici in sequenze logiche, così da poter fare previsioni.

 

Il criterio per valutare le esperienze dal punto di vista della praticabilità, viene individuato nella “regola del 50%” cioè viene considerata efficace una prova che raggiunge un livello di successo intorno al 50%; infatti una prova con risultato positivo al 90% viene considerata probabilmente troppo semplice; una prova che riesca positiva solo per il 10% invece viene considerata probabilmente troppo difficoltosa e quindi da ridimensionare.

Dunque le prove che riscontrano un risultato positivo intorno ad un valore del 50% di successi consentono un discreto margine di lavoro con i bambini, risultando non troppo complesse e sufficientemente stimolanti.

 

Criteri di scientificità.

Una volta individuate le tipologie di esperienze proponibili ai bambini, fissiamo i criteri perché queste abbiano un minimo accettabile di scientificità, distinguendole in:

  • prove che stimolano il ragionamento e che, attraverso il confronto con esperienze simili, portano all'astrazione ed alla formazione di concetti.
  • prove schematiche con poche variabili perché i bambini siano incoraggiati a focalizzare aspetti essenziali dell'esperienza e non fuorvianti rispetto al ragionamento.
  • prove inserite nella programmazione in modo da evitare l'improvvisazione che disorienterebbe i bambini.
  • prove che consentono una verifica immediata perché non si fissino nella mente del bambino immagini mentali errate che diventano conoscenza.
  • Prove che escludono l'uso del numero per incoraggiare i bambini ad utilizzare comparazioni, confronti e ad inventare loro stessi soluzioni autonome.

 

La natura dei problemi.

Per poter educare i bambini alla soluzione autonoma e ragionata dei problemi, dobbiamo tenere presente che questi possono essere di tre tipi:

  • problemi che ammettono una soluzione (es. qual è la distanza tra Roma e Firenze?)
  • problemi che richiedono un criterio di ottimizzazione (es. mi conviene percorrere la strada più lunga e veloce o più corta ma più lenta? In questo caso devo scegliere se voglio risparmiare tempo o benzina.)
  • problemi di opinione (es. l'oroscopo dirà il vero?) che prevedono risposte anche contraddittorie e non confutabili. In questo gruppo si inseriscono i pregiudizi che spesso impediscono il ragionamento.

 

E' importante aiutare i bambini a distinguere il tipo di problema che hanno di fronte per poi cercarne una soluzione; è altrettanto essenziale aiutare i bambini a costruire spontaneamente degli algoritmi, evitando formalizzazioni precoci.

 

Tipologie di algoritmi.

Un'attenta analisi delle capacità logiche e prematematiche dei bambini, compiuta in collaborazione con le insegnanti della scuola elementare (presenti nel primo periodo al corso d'aggiornamento), ci suggerisce una serie di abilità su cui lavorare, per offrire loro la possibilità di affrontare con discreta tranquillità i problemi che incontreranno nei successivi livelli di scolarizzazione.

Tali capacità, definite prerequisiti, vengono così suddivise:

  • organizzazione spaziale: riguarda le esperienze relative ai concetti spaziali sopra/sotto, dentro/fuori, davanti/dietro, dx/sx, più in generale alla comprensione del valore del “punto di vista” dal quale si guarda.
  • organizzazione temporale: consiste nell'acquisizione dei concetti temporali di prima/dopo e della periodicità giorno/notte.
  • discriminazione: è il riconoscimento della diversità, di forma, colore ecc.
  • raggruppamento: è esattamente l'opposto della discriminazione ovvero il riconoscimento dell'uguaglianza di forma, colore, dimensione, evidenziando che uguale non vuole dire identico.
  • ordinamento: la capacità di riconoscere e riprodurre una gradualità di grandezze, età, altezze, figure con vario numero di elementi ecc., in senso crescente e decrescente.
  • trasformazione: definire una operazione (es. trasformare il cerchio in triangolo) per poi applicarla, utilizzando una “macchina di trasformazione”.
  • conservazione: osservazione di ciò che si conserva cioè resta uguale, per es. la quantità d'acqua in travasi fra contenitori di diversa forma o grandezza.
  • successione: individuazione dell'elemento successivo in una sequenza che si ripete a gruppi di due, tre o più elementi,in maniera lineare.
  • simbolizzazione: l'invenzione, la lettura e l'uso di simboli concordati. E' importante evidenziare il valore convenzionale dei simboli.
  • sostituzione: la capacità di cambiare un elemento con due più piccoli equivalenti.
  • moltiplicazione logica: il riconoscimento dell'intersezione di due insiemi, con l'utilizzazione del termine “almeno”.

 

Conclusioni.

Questa sperimentazione che, come si è già detto, ha portato all'acquisizione di atteggiamenti più mirati e attenti delle insegnanti nella loro attività educativa, ci suggerisce comunque alcune riflessioni:

punti di forza:

  • tutti i bambini si mostrano curiosi verso i problemi a loro proposti, curiosi ed interessati tanto da creare una sorta di gara a chi scopre la soluzione del problema. E' evidente il desiderio di compiere esperienze di questo tipo, che sembrano scarseggiare nel loro vissuto.
  • i bambini più piccoli evidenziano une certa difficoltà nella concentrazione e verbalizzazione ma non nella capacità di intuire soluzioni e di proporre idee creative che si dimostra pari a quella dei compagni più grandicelli.
  • si comprende l'importanza di fornire i bambini più piccoli di materiali idonei che consentano loro di superare una limitata capacità grafica che li penalizzerebbe,e dotarli di altri strumenti quali immagini, forme da assemblare o quant'altro consenta loro di esplicitare il proprio pensiero.
  • la sistemazione del materiale in spazi accessibili ai bambini, all'interno della sezione consente successive puntualizzazioni, discussioni, approfondimenti che aiutano i bambini a rielaborare l'esperienza condividendone significati e risultati e incoraggiandoli a continuare.

Punti di crisi:

  • il numero dei bambini che partecipano all'esperienza condiziona senza dubbio la sua evoluzione; 20/22 bambini presenti sono probabilmente un numero eccessivo che non consente una effettiva e concreta partecipazione di tutti.
  • rimane ancora tutto da sviluppare l'aspetto della continuità con la scuola di base, aspetto affatto secondario se torniamo per un attimo all'ipotesi iniziale dalla quale prende vita tutto questo nostro lavoro e cioè che è estremamente importante che le conoscenze di tipo scientifico (non specifico) presenti in modo spontaneo nei bambini non vengano inibite durante le varie fasi della scolarità, ma assecondate e sviluppate.

 

Documentazione disponibile.

Sono stati scritti due testi in collaborazione con gli aggiornatori, il personale insegnante e rappresentanti dell'amministrazione comunale di Scandicci, non più in commercio:

“Il bambino ragionevole” autori vari ed. Luciano Manzuoli

“L'insegnante ragionevole” a cura dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Scandicci ed. Giunti-Lisciani

La documentazione dell'esperienza relativa al concetto di Forza- Lavoro-Leva è disponibile sul sito di autoformazione della Regione Toscana :

www.progettotrio.it
area open - Educazione scientifica - esperienze