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INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI CASTIGLIONCELLO

sedicesima edizione

alle relazionirelazioni

il bambino irreale

Telegiornale in classe:
un progetto di Media Education per restituire realtà al rapporto tra bambini e media

Realizzando programmi per bambini e ragazzi e, in particolare un telegiornale per loro, il Gt Ragazzi, si ha spesso la sensazione che si aggiri davvero nel nostro paese un bambino irreale, ovvero quello che è rappresentato dai media e soprattutto dai telegiornali. Il bambino raccontato in tv, infatti, è quasi sempre quello vittima di crimini o eventi drammatici e questo è ancor più vero e frequente nel caso dei telegiornali che davvero poco spazio dedicano al bambino nella sua normalità e quotidianità.

Uno degli intenti del Gt Ragazzi è proprio questo: restituire realtà alla rappresentazione dei bambini nei media, raccontare il loro mondo e la loro vita con tutto quello che di bello e positivo ne fa parte. Oltre, ovviamente, a raccontare le principali notizie del mondo per riuscire a fornire loro gli strumenti per orientarsi nella complessità della realtà contemporanea.

E per raggiungere questi fini il Gt Ragazzi ha pensato anche di uscire dalla tv e di entrare nelle scuole per far entrare loro nella tv e nei suoi meccanismi con un progetto di Media Education centrato sull'informazione televisiva: il Telegiornale in classe .

Il progetto Telegiornale in Classe nasce da un'idea del Gt Ragazzi - Tg3/Rai Tre in collaborazione con l' Assessorato alle Politiche Educative e alla Scuola del Comune di Roma e il supporto del Cine Tv “R. Rossellini” di Roma. Tale progetto è stato inizialmente indirizzato agli studenti delle classi IV e V di scuola elementare e per la seconda edizione ha sperimentato il coinvolgimento di alcune classi medie. Nell'edizione 2004/2005 sono stati coinvolti circa 600 bambini romani che hanno prodotto 15 telegiornali; per l'edizione 2005/2006 il numero delle classi e delle scuole coinvolte è notevolmente cresciuto: hanno partecipato 22 scuole, di cui 17 romane 3 toscane e 2 friulane, per un totale di 46 classi e 1000 bambini ca. I tg prodotti sono stati 34, di cui 29 di scuola elementare e 5 di scuola media.

L'obiettivo del progetto è stato quello di coinvolgere i più piccoli nell'analisi e nella lettura critica dell'informazione televisiva e di prepararli alla comprensione e all'interpretazione dei fenomeni della comunicazione in generale, guidandoli nella fruizione delle notizie e promuovendo un'abitudine stabile alla visione del telegiornale e, in generale, al concetto del “tenersi informati”. A partire dalla visione in classe del Gt Ragazzi come attività didattica, il progetto si è svolto in fasi successive durante le quali i bambini sono stati seguiti dai responsabili del Gt Ragazzi, sino ad arrivare alla realizzazione di un telegiornale fatto da loro.

Sia da parte dei bambini sia da parte degli insegnati c'è stato un grande interesse e un grande coinvolgimento sin dalle prime fasi del progetto. Lavorando con tante scuole diverse abbiamo incontrato realtà varie. Alcune scuole, infatti, avevano già sperimentato progetti di Media Education e avevano già lavorato con telecamere e microfoni in altre occasioni. Per alcune scuole, invece, il progetto Telegiornale in Classe è stata la prima esperienza di inserimento dei media nella didattica e la prima opportunità di prendere in mano una telecamera e realizzare un video.

Nel proporre il progetto si è lasciata piena autonomia agli insegnanti e ai bambini in merito alla scelta delle notizie da inserire nei tg. Alcuni gruppi di lavoro hanno realizzato servizi su fatti di cronaca e attualità, mentre altri hanno preferito concentrarsi sui fatti accaduti nella loro scuola; molti, poi, hanno fatto entrambe le cose dando vita ad un telegiornale in cui accanto a notizie di stretta attualità legate alla realtà italiana e internazionale hanno fatto convivere notizie e racconti di quello che avviene nella loro scuola o nel loro quartiere.

Ma, al di là del valore dei prodotti finiti, il dato interessante che è emerso da questa esperienza è stata la conferma della notevole capacità che sussidi e prodotti audiovisivi di questo genere hanno di “catturare” i più giovani. E' ovvio che se l'insegnamento della storia o della geografia o della matematica passa anche attraverso la visione di un film, l'ascolto di un brano musicale o l'ascolto di registrazioni radiofoniche di repertorio, allora è più semplice e stimolante per un bambino e un ragazzo seguire e memorizzare, fare suo l'apprendimento. Ma quello che più conta è che ancora maggiore è la disponibilità del giovane studente ad apprendere se, addirittura, un film o un video o una nuova trasmissione radio da pensare e realizzare sono le finalità di un progetto didattico proposto dagli insegnanti. Attraverso progetti che coinvolgono i media, inoltre, sempre e comunque si può trasmettere l'insegnamento della storia o della geografia o della matematica proprio perché i media, sempre e comunque, hanno bisogno di contenuti.

Un altro significativo risultato ottenuto durante questo anno di lavoro con i bambini delle scuole romane è stato quello di assistere alla progressiva “demitizzazione” della televisione e del mondo dello spettacolo in generale nel loro immaginario. Per esempio: nei primi incontri con le classi, durante i quali si è iniziato il lavoro di suddivisione del gruppo in una vera e propria redazione giornalistica, molti dei bambini affermavano di voler ricoprire il ruolo di regista o di conduttore, sostanzialmente i due ruoli di maggiore visibilità. Nel corso del progetto, poi, i bambini stessi sono tornati a riflettere su queste scelte iniziali ed hanno spesso affermato che, compreso davvero tutto il lavoro che c'è dar fare per mandare in onda un telegiornale, era importante e preferibile svolgere altri ruoli. Molti bambini, per esempio, hanno capito di non amare affatto il lavoro di chi sta davanti la telecamera né quello di chi sta subito dietro ma molto più quello di chi, in redazione, deve concentrarsi sulla raccolta delle notizie e dei materiali utili ai giornalisti o sull'organizzazione dell'intero processo produttivo.

Insomma, i bambini hanno compreso che per fare la tv, che sia informativa o di puro intrattenimento, c'è molto lavoro da fare e le competenze necessarie sono davvero tante e diverse. E lo hanno capito anche grazie ai loro tutor: gli studenti del Cine Tv “R. Rossellini” di Roma che, presso la struttura del Comune di Roma “Città Educativa”, hanno realizzato il montaggio dei telegiornali. Questi ragazzi, di poco più grandi dei nostri giovanissimi giornalisti, come dei fratelli maggiori hanno spiegato ai più piccoli cosa significa il montaggio audio/video e come si fa. Ma soprattutto hanno rappresentato per i più piccoli un ulteriore esempio tangibile di cosa fare se davvero da grandi si vuole fare la tv: studiare in una scuola che insegna proprio questo.

E soprattutto, nei 34 tg prodotti hanno scelto di raccontarsi come sono realmente e di raccontare il mondo così come loro stessi lo vedono.

Roberta De Cicco
Produttore Esecutivo di Gt Ragazzi
Rai Tre Bambini e Ragazzi