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INCONTRI
INTERNAZIONALI
DI CASTIGLIONCELLO

QUATTORDICESIMA EDIZIONE

il bambino sconfinato

Regione Toscana
Provincia di Livorno
C
omune di Rosignano Marittimo
Coordinamento Genitori Democratici

con il patrocinio di
UNICEF Italia
EPA European parents association
CEPEP Centre europeen des parents des ecoles publiques
in collaborazione con
MCE Movimento di cooperazione educativa
Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e di Socializzazione dell'Università "La Sapienza" di Roma

10/11/12 maggio 2002
Castello Pasquini

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II Bambino del terzo millennio vive e cresce in una rete di relazioni e di comunicazioni globali, inserito nelle ’zone di confine' tra popoli, culture, appartenenze sociali e religiose diverse, sul margine ambiguo dell'accesso a nuove opportunità e libertà o della caduta nell'isolamento e nell'emarginazione culturale.

A lui, proprio a lui, a `Il bambino s-confinato' é dedicato il XIV Incontro Internazionale di Castiglioncello.

Domandarsi, pertanto, qual è il confine del bambino e quali sono le chances che egli ha per superarlo e per incontrarsi con gli altri, vale domandarsi quale mondo, quale civiltà, quale scuola stiamo costruendo per l'uomo di oggi e di domani.

E ancora, che cosa possa fare il mondo degli adulti, come possa muoversi, fra un ruolo di 'doganiere', custode inesorabile del confine, e quello di traghettatore che accompagna lungo la strada per il passaggio di qualsiasi frontiera: insomma, c'è un punto di equilibrio che possa segnare una nuova responsabilità formativa?

Questo convegno, sebbene nella drammatica situazione mondiale, si propone, attraverso relazioni, tavole rotonde, ricerche e workshop, di individuare i nuovi confini e tracciare sentieri praticabili che li possano superare.

 

 

In tre quarti del pianeta il bambino diventa adulto a pochi anni, forza-lavoro o peggio ancora preda di sfruttamento sessuale, mentre nella nostra oasi di precaria opulenza il confine assume complessità quasi schizofreniche. Troppo spesso, infatti, chiediamo ai nostri figli, come fossero dei piccoli Mozart, di sviluppare precocemente forme di autonomia talora apparenti e forse strumentali, competenze e talenti eccezionali: allo stesso tempo, le esigenze di protezione e i tempi dilatati della formazione li mantengono nella condizione di nuovi Peter Pan, costretti nelle gabbie di un'infanzia e di una adolescenza sempre più prolungata.

 

 

Come attribuire, dunque, valore all'esperienza dell'infanzia, piuttosto che omologarla o annullarla nella clonazione dei modelli dell'adulto? Ed ancora, pensando ad un tema che occupa grazie alla cronaca, l'immaginario di molti, qual è il confine temporale dell'infanzia e quindi la sua punibilità giuridica? E il confine fra le identità sessuali ha, oggi, contorni nuovi?

Ma sappiamo che il concetto di confine include anche la convivenza di gruppi provenienti da culture diverse: la realizzazione di percorsi positivi di integrazione, accanto all'esigenza di contrastare spinte razziste e xenofobe, richiede che i più piccoli siano guidati a costruire nuove identità culturali aperte alla relazione e al dialogo con le diversità, in antitesi oggi con le incombenti pulsioni di chiusura. '

Anche nei contesti scolastici, le nuove modalità di convivenza tra appartenenze religiose e culturali differenti propongono in modo inedito l'impegno per la laicità della scuola, orientandolo verso soluzioni più adeguate alle configurazioni assunte dai nuovi processi formativi, in cui anche i confini epistemologici disciplinari subiscono rotture e contaminazioni.

E il confine di sempre, quello tra ricchezza e povertà, come segna i destini degli individui e dei gruppi sociali? Non solo, infatti, nel mondo si accentuano le disuguaglianze economiche e sociali, le aree di ricchezza e di povertà ma, in particolare, forme di `nuove povertà' si manifestano sul piano dell'accesso alle opportunità comunicative e culturali. In tal senso, é `povero' il bambino che non ha accesso alla varietà dei canali comunicativi e dei contesti formativi, che abbandona il percorso scolastico costringendosi alla precarietà dell'inserimento in un mercato del lavoro sempre più connotato dalla valorizzazione della conoscenza come risorsa strategica.

 

 

Questo é il terreno si cui l'Incontro intende indagare e contribuire a formulare risposte e ipotesi di lavoro che coinvolgano da protagonisti tutti coloro che, genitori, insegnanti, educatori, operatori sociali, sono chiamati a formare le nuove generazioni. Accanto ai genitori, agli operatori della scuola, interlocutori privilegiati dell'Incontro sul 'Il bambino s-confinato' sono anche gli educatori professionali, per le loro pratiche d'intervento nei contesti del disagio educativo e sociale, nonché i mediatori culturali, con la proposta di esperienze e metodologie di lavoro.

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