torna alla home page
news

 
 

PRIMO FORUM NAZIONALE
DELL'EDUCAZIONE E DELL'ISTRUZIONE

FIRENZE
23 e 24 ottobre 2004
 
Materiali di riflessione
 

La mozione finale

Seminario 1

Seminario 2

Seminario 3

Seminario 4

Seminario 5

Seminario 6

Seminario 7

 

Università in crisi: alternative possibili

relazioni introduttive Paolo Saracco e Massimo Grandi
coordinamento e sintesi dei lavori di Vincenza Ferrara (PRC)

 

Il seminario ha visto la presenza di studenti, docenti, ricercatori, precari, personale delle università e degli enti di ricerca, esponenti ONG, sindacalisti , esponenti locali di partiti.

I primi due interventi, Paolo Saracco (FLC-CGIL) e Massimo Grandi (in rappresentanza del movimento degli universitari fiorentini), hanno rilevato come la battaglia esclusivamente focalizzata sul DDL Moratti relativa alla riforma dello stato giuridico dei docenti universitari, che di fatto stabilizza la situazione di elevato precariato all'interno delle università, può diventare un limite all'analisi e quindi alla mobilitazione più generale contro l'attacco alla "funzione pubblica" dell'università e degli enti di ricerca.

Il processo a cui assistiamo già da alcuni anni ha posto in crisi l'università e con gli ultimi provvedimenti del governo viene accelerato ed estremizzato l'adeguamento alle leggi del mercato, la cosiddetta "mercificazione del sapere", la riduzione degli spazi di democrazia, la riduzione se non la cancellazione del diritto allo studio e quindi al libero accesso alla formazione universitaria e quindi al futuro di "libera ricerca",

Alcune proposte , che per il loro contenuto prevedono tempi diversi:

  • emergenza: mobilitazioni per il ritiro del ddl;
  • breve termine: reclutamento straordinario di 20.000 ricercatori in forma stabile (considerando non solo il precariato ma anche la messa fuori ruolo circa 30/35.000 docenti universitari nei prossimi 6/7 anni)
  • aumento del finanziamento ordinario
  • a medio e lungo termine interventi legislativi per università, ricerca, diritto allo studio
  • ripristinare la partecipazione democratica con organi di autogestione con le rappresentanza di tutte le componenti dell'università.

 

La discussione si è poi sviluppata a partire dalla constatazione della perdita della funzione sociale dell'università e dall'esigenza di creare un collegamento con la scuola per realizzare l'obiettivo dell'accesso all'istruzione e alla formazione permanente per tutti, che l'Europa della conoscenza si è dato.

È emersa l'esigenza di aprire un dibattito rovesciando i termini delle questioni, non quindi dallo stato giuridico dei docenti che appare come ultimo anello nella catena di privatizzazione e precarizzazione del mondo dell'istruzione e della ricerca, per ripartire da quale scuola, quale università, più in generale quale modello di "sviluppo" per il nostro paese.

Appare quindi urgente, rilanciare il ruolo dell'università di massa e di qualità ,di ricerca pubblica collegata al progetto più ampio del ruolo dell'istruzione, dalla scuola dell'infanzia all'università, come pilastro fondamentale del paese, considerando che solo questa seconda motivazione sostanzia e rende credibile i costi che l'accesso e la qualità per tutti richiedono.

Un dibattito e quindi la realizzazione di un progetto per una "nuova università" che preveda degli elementi ineludibili e il superamento di alcune discussioni in corso (es. 3+2 si o 3+2 no):

  • riqualificazione della didattica in collegamento con la ricerca;
  • applicazione reale del diritto allo studio;
  • nessuna precarizzazione del personale;
  • collegamento dell'università con la scuola;
  • partecipazione democratica di tutte le componenti degli Atenei all'autogoverno degli stessi e allo sviluppo di nuove linee di intervento sull'università;

e da qui alcune proposte condivise:

  • ruolo unico dei docenti universitari eventualmente articolato per esperienza
  • borse di studio per tutti i dottori di ricerca
  • rafforzamento dei contenuti di base per quanto riguarda la didattica
  • finanziamento dalla fiscalità generale

La constatazione è che la battaglia è prima di tipo politico e culturale che di rivendicazione, dentro e fuori dall'università.

Purtroppo assistiamo all'abdigazione dello stato, rispetto al mondo dell'istruzione, che continua a conservare solo una presenza formale, e ciò ci deve indurre a costruire momenti sempre più frequenti sia di intreccio tra mondo della scuola e università, che di discussione e di progettualità condivisa per la costruzione di un altro mondo dell'istruzione possibile.

Appare chiaro quindi come l'esperienza di questo forum dovrebbe essere ripetuta cercando modalità efficaci per rilanciare un dibattito reale di tutto il paese su l'istruzione considerano la scuola, l'università, la ricerca come "patrimonio comune" per promuovere sperimentazioni e progetti nuovi.

I partecipanti al seminario, seppure con diverse sensibilità, ritengono che, così come per la scuola, non si può per l'università e la ricerca proporre riforme calate dall'alto gli eventuali cambiamenti e innovazioni devono essere condivisi e comunque a partire da principi già stabiliti ad esempio dalla nostra costituzione.

Si conclude con alcune proposte relative alla costruzione di dibattiti e alle mobilitazioni per i prossimi mesi:

  • conferenze regionali delle università (in Toscana a partire dal 5 novembre a Firenze);
  • adesione alla mobilitazione indetta per l'università contro il DDL Moratti dall'8 al 12 novembre;
  • adesione alla manifestazione del 15 novembre per rivendicare la costruzione di un progetto per l'istruzione pubblica e di qualità;
  • Blocco delle università nei momenti cruciali dei passaggi parlamentari;
  • Agevolare e contribuire l'inchiesta organizzata dalla RNRP