La città dei bambini e delle bambine
I vostri figli non sono vostri figli.
Sono i figli e le figlie della fame che ha in se stessa la vita.
Essi non vengono a voi, ma attraverso di voi,
e non vi appartengono benché viviate insieme.
Potete amarli, ma non costringerli a vostri pensieri,
perché essi hanno loro pensieri, ma non le anime loro,
perché abitano case future
che neppure in sogno potrete mai visitare
Profeta di Gibran Kahlil Gibran
PROPOSTA PRESENTATA ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SETTIMO MILANESE
PREMESSA
Nelle città di oggi viviamo male e i bambini sono quelli che pagano il prezzo più alto rispetto a tutte le altre categorie d'età
L'emergenza più grave è sul versante dei processi di socializzazione e delle capacità relazionali.
Nel corso degli ultimi 25 anni il dominio dell'automobile ha progressivamente sottratto ogni spazio, ogni possibilità di autonomia nei giochi, nelle mobilità e nelle relazioni interpersonali dei bambini, cancellato ogni occasione di esplorazione, di esperienza e di avventura, quasi del tutto scomparsa è la dimensione del gruppo amicale di vicinato, fondamentale sul piano relazionale e ludico e per la progressiva assunzione di autonomia rispetto all'ambiente.
I nostri bambini vivono barricati in casa inchiodati davanti alla televisione, soli, o vengono gestiti ad ore da operatori specializzati, in attività formative, sportive e del tempo libero, Attività comunque dove i ragazzi sono trattati come utenti o come clienti rinchiusi in strutture e pratiche a fruizione passiva.
I bambini del 2000 rispetto ai loro coetanei degli anni 50 hanno acquisito un vistoso progresso in campo cognitivo, espressivo e nelle capacità di gestire le informazioni e i tanti apporti della società della comunicazione di massa, ma hanno perso punti nel campo delle capacità manuali, in quelle delle competenze organizzative e nelle relazioni sociali, come risulta da una quantità di studi effettuati e come è ben noto a molti insegnanti.
La carenza di spazi fisici e di occasioni dove incontrarsi da soli, senza la presenza degli adulti, non permettono ai bambini di fare esperienze autonome, di rischiare per la prima volta, di misurarsi con compiti concreti e questo spiega l'arretramento dei nostri ragazzi rispetto a capacità che sono tuttora decisive per il passaggio alla vita attiva ed alla condizione adulta.
IL LABORATORIO (coordinamento delle attività educative)
L'Ente Locale in questi ultimi anni è stato investito dalla necessità di riqualificare la propria attività amministrativa ponendo il tema dell'infanzia come centrale rispetto alle proprie strategie politiche: investire sull'infanzia significa progettare il futuro, migliorare la qualità della vita nell'attualità.
Nello spirito delle indicazioni e dei principi enunciati nella Convenzione dei diritti dell'infanzia, in molti paesi sono stati elaborati e sono in corso di attuazione diversi progetti dove i bambini non sono più considerati minori da tutelare ma cittadini a tutti gli effetti.
Perché questi interventi non siano pura strumentalizzazione, caricatura degli adulti, suggestioni o peggio ancora una moda passeggera è necessario che l'Ente locale sia motore di questo cambiamento.
L'amministrazione comunale che intenda promuovere processi di partecipazione dei bambini necessita, prima di attivare esperienze concrete, al fine di rendere stabili e permanenti tali iniziative; di creare un coordinamento all'interno del Comune un “ Laboratorio ” dedicato allo sviluppo del progetto “la città dei Bambini e delle Bambine”
Il Laboratorio avrà una funzione “educativa” nei confronti degli amministratori e dei cittadini, dovrà mettere o ri-mettere il bambino nella loro testa. Dovrà cioè aiutare gli adulti a riconoscere i bambini i loro bisogni, i loro diritti; ad ascoltarli e a capirli. Impresa tutt'altro che semplice, che ha bisogno di preparazione e di grande libertà intellettuale.
Il laboratorio rappresenterà per l'Amministrazione comunale anche un costo anche se relativo. Il comune dovrà mettere a disposizione personale (nella figura del responsabile può essere) e locali.
Il laboratorio dovrà avere un bilancio leggero, che gli permetta di operare, con una certa autonomia e indipendenza, che garantisca le sue attività con i bambini, consenta di far conoscere le varie iniziative e dia la possibilità di avere qualche consulenza se necessaria. Per il resto, per gli interventi di cambiamento della città, non dovrà avere risorse proprie, ma dovrà sensibilizzare i vari assessorati affinchè spendano i fondi del bilancio ordinario in modo diverso, non per cose nuove, ma per realizzare quelle già previste, con un'ottica nuova. Quindi non spendere di più, ma spendere meglio. Compito del laboratorio non è diventare una struttura che opera autonomamente, ma sviluppare dentro l'amministrazione e con i cittadini una nuova filosofia della città.
Il laboratorio dovrà:
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Fare una rilevazione dei bisogni e delle condizioni di vita e delle aspettative dei bambini e delle loro famiglie, verificare l'efficienza dei servizi presenti sul territorio (salute, scuole, attività extra-scolastiche, sportive, culturali tempo libero) e suggerire delle soluzioni;
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Dare continuità e migliorare la programmazione degli interventi;
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Coordinare e valorizzare le risorse e le esperienze più significative;
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Verificare l'efficacia degli interventi;
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Attivare iniziative sperimentale in cui i bambini e la comunità svolgono ruoli attivi;
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Far conoscere le attività e i risultati raggiunti agli utenti e a tutti i cittadini;
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Integrare gli interventi sul territorio promossi sia dal servizio pubblico che dal privato/associazionismo
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Coinvolgere assessorati, enti, istituzioni che tradizionalmente non si occupano dei minori, responsabilizzandoli a lavorare in funzione degli interessi e dei bisogni delle nuove generazioni
LA PAROLA AI BAMBINI
La prima e più importante scelta da farsi è quella di dare ai bambini un ruolo di protagonisti, dare loro la parola, permettere loro di esprimere pareri e metterci noi adulti nell'atteggiamento di ascolto, di desiderio di capire e la volontà di tener conto di quello che dicono i bambini. Nessuno può rappresentare i bambini senza preoccuparsi di consultarli, di coinvolgerli, di ascoltarli. Far parlare i bambini non significa chiedere loro di risolvere i problemi della città, creati dagli adulti, significa tener conto delle loro idee e delle loro proposte. Non è facile dare la parola ai bambini, ne comprendere quello che dicono. Occorre essere convinti che i bambini abbiano qualcosa da dirci, e che questo qualcosa sia diverso da quello che sappiamo fare noi adulti. Per fare questo bisogna aiutare i bambini a liberarsi dagli stereotipi, dalle risposte ovvie e banali che la televisione e il cattivo esempio degli adulti, a casa, a scuola, nella città hanno stampato dentro i loro occhi coprendo i loro desideri, e la loro creatività. Bisogna riportare i bambini ad osare, a desiderare, ad inventare e allora salteranno fuori le idee, le proposte, i contributi.
Perché questo sia possibile il Laboratorio dovrà fornire operatori capaci di animare gruppi di bambini e di ragazzi nella varie forme di partecipazione democratica alla vita della città.
Esperienze ad esempio possono essere il consiglio dei bambini e la progettazione partecipata
A SCUOLA CI ANDIAMO DA SOLI
In alcune città italiane è stata avviata da tempo una esperienza chiamata “a scuola ci andiamo da soli” Si tratta di permettere ai bambini della scuola elementare di andare a scuola e tornare a casa da soli a piedi. E' un'esperienza piccola rispetto all'obiettivo generale di dare ai bambini la possibilità di uscire da soli di casa, ma è un modo per aprire un varco nel protezionismo esasperato delle famiglie e nella sfiducia sociale ormai generalizzata. E' una esperienza possibile perché prevede un percorso ben definito sempre uguale, per un tempo limitato, e con la partecipazione di molti bambini delle diverse età.
Prima di dare il via a questa proposta occorre lavorare per parecchio tempo. Il problema principale è la sfiducia che i genitori hanno nei confronti degli altri adulti e dei loro bambini. Per aiutarli a superare questa paura occorre limitare l'invadenza e la prepotenza delle auto e ricucire una rete di accoglienza e solidarietà sociale che renda questa esperienza possibile, coinvolgendo i diversi protagonisti della vita della città.
Per incominciare si potrebbe individuare un quartiere a campione.
I BAMBINI
Questa iniziativa offre ai bambini una piccola occasione di autonomia affrontando da soli i problemi del percorso e qualche rischio da loro facilmente controllabile, suggerire loro comportamenti di cooperazione e solidarietà passando a prendere i compagni più piccoli, handicappati o isolati, rompendo la rigida esperienza di coetanei proposta dalla scuola.
GLI INSEGNANTI
La scuola può fare molto per appoggiare e valorizzare l'iniziativa. Potrebbe rappresentare una proposta semplice di educazione ambientale, perché invita i bambini a conoscere in modo diretto il proprio quartiere, percorrendo ogni giorno, nelle varie stagioni, fino a conoscerne i dettagli, le attività, i cambiamenti, le persone,. Piccole esperienze personali che, portate a scuola e sommate, possono costituire una base interessante per lavori di apprendimento e di progettazione.
Costituisce una concreta e seria esperienza di educazione stradale, partendo anche in questo caso dalle quotidiane esperienze individuali, per studiare insieme i percorsi migliori e i comportamenti più corretti sia dai bambini che dagli automobilisti.
Occorrerà chiedere agli insegnanti di diminuire il peso degli zaini studiando modalità diverse per l'utilizzo dei libri, o valorizzando l'uso dei carrelli.
I GENITORI
E' importante dare ai genitori la possibilità di scoprire le capacità di autocontrollo e di responsabilità dei propri figli e recuperare essi stessi una maggiore autonomia, più tempo, meno vincoli, liberandosi dall'obbligo dell'accompagnamento a scuola. Con i genitori il confronto è più difficile rispetto a ciò che considerano un grave pericolo per i propri figli. Il pericolo più grande è rappresentato proprio dalle loro auto, che in quelle ore sono responsabil della stragrande maggioranza del traffico intorno alle scuole. Occorre ragionare insieme ai genitori sulla necessità che i bambini ritrovino forme di solidarietà (cercarsi, passarsi a prendere, accompagnarsi) e una maggiore autonomia. Che possano sperimentare le diverse stagioni dell'anno senza paura della pioggia o per la neve (sempre considerati eventi piacevoli nella nostra infanzia).
Occorre concordare che i bambini vengano lasciati andare a scuola e tornare a casa da soli entro un'area definita, in modo che chi abita lontano li accompagna fino a questo limite e non fino a scuola.
Molti genitori chiederanno che prima di iniziare l'esperienza vengano effettuati alcuni interventi urbanistici che rendano più sicuri i punti più critici del quartiere, l'attuazione di quanto previsto nel piano generale del traffico (vedi allegato) potrebbe essere sufficiente a dare delle garanzie di sicurezza, modifiche potranno essere apportate dopo aver verificato, ad esperienza avviata, le reali esigenze e priorità.
GLI ANZIANI
Importante creare un rapporto con le Associazioni degli anziani, non per chiedere di assumere ruoli particolari di vigilanza o di assistenza, ma per chiedere loro di “esserci”, di uscire in quelle fasce orarie, di passeggiare di andarsi a leggere il giornale, di andare a fare la spesa, insomma di dare un'occhiata e di essere i nonni di tutti i bambini.
I COMMERCIANTI
Questa categoria ha una caratteristica che la rende preziosa per questa esperienza: il commerciante sta sulla strada, per questo può dare un'occhiata ai bambini ed è sempre lì e può costituire un punto di riferimento. Bisognerà chiedere ai negozianti di partecipare all'iniziativa e quelli che aderiranno dovranno esporre sulle loro vetrine un adesivo del Laboratorio della Città dei Bambini.
I bambini conoscono il simbolo e sanno che, dove appare, loro possono entrare e chiedere: di telefonare a casa senza pagare la chiamata, bere, fare la pipì, ricomporre una lite.
GLI ADOLESCENTI
E' necessario incontrare anche i ragazzi della media per richiedere la loro disponibilità a collaborare per favorire questa piccola, ma importante impresa, dei loro compagni più piccoli evitando eventuali molestie che da questi potrebbero venire.
L'ASSESSORATO AL TRAFFICO
L'iniziativa dovrà essere avviata in stretta collaborazione con l'assessorato al traffico, che dovrà realizzare (magari attraverso il coinvolgimento dei bambini) dei cartelli stradali sperimentali, per avvisare gli automobilisti che nella zona i bambini vanno a scuola da soli. L'assessorato al traffico dovrà promuovere di corsi di aggiornamento per i vigili intitolato “il vigile amico dei bambini”
I VIGILI
In alcune esperienze di “città dei bambini” si è ritenuto utile aprire un corso di aggiornamento per i vigili. Durante gli incontri si è esaminato il ruolo che il vigile esercita, sostanzialmente finalizzato al controllo del traffico e della sota delle auto e la possibilità che possa assumere un ruolo di garante, in una nuova ottica di maggiore mobilità urbana. Il vigile per esempio non dovrà più presenziare davanti alle scuole, liberato dall'assedio e dal pericolo delle macchine dei genitori che accompagnano i figli, ma dovranno essere presenti nel quartiere girando nelle strade per stimolare gli automobilisti a tener conto dei diritti dei bambini, punendoli se non rispettano la precedenza sulle striscie pedonali o se parcheggiano sui marciapiedi riducendo l'autonomia dei pedoni.
AUTOMOBILISTI
Attraverso l'apposita segnaletica stradale saranno informati gli automobilisti dell'iniziativa, offrendo loro una bella opportunità di educazione al rispetto dei diritti dei pedoni.
IL QUARTIERE
L'iniziativa offre ai bambini una occasione di autonomia, vuole restituire al quartiere l'esperienza dei bambini per strada. Un'esperienza che non intende sollecitare romantici ricordi, ma preparare
Un futuro sostenibile, con meno smog, meno rumore, con più sicurezza e più gente per strada.
In alcune città prima dell'avvio dell'iniziativa sono state svolte delle indagini preliminari che intendevano conoscere le modalità in cui viene effettuato il percorso casa-scuola, la valutazione della proposta di andare a piedi da soli, le eventuali difficoltà e proposte. In alcuni casi sono stati distribuiti a scuola dei questionari che dovevano essere compilati a casa sia da parte dei genitori che degli allievi.
In altri casi si è utilizzata la formula dell'intervista da parte di un'equipe di ricerca.
Tutte le esperienze sonno state oggetto di verifiche periodiche.
CONCLUSIONI
L'uomo è veramente tale soltanto quando gioca.
Friedrich Schiller
Non inducete i ragazzi ad apprendere con la violenza e la severità, ma guidateli invece per mezzo di ciò che li diverte, affinchè possano meglio scoprire l'inclinazione del loro animo
Platone, Repubblica, VII
I castighi servono a ridurre al silenzio, non a confutare le idee.
Samuel Johnson, Sermons
Settimo Milanese, 1999
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