1/2005 | |
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Un anno di attività. Con luci e ombre Nel 2005 i Cgd crescono nel numero a livello locale e nella diffusione territoriale più capillare Lo scorso giugno, in occasione dell'assemblea annuale, la presidente Angela Nava ha tracciato un bilancio sull'attività svolta nel 2005. Riportiamo di seguito una sintesi della relazione. E' in corso un progetto editoriale che prevede la raccolta degli innumerevoli scritti sull'infanzia. I genitori di Marisa daranno vita a un libriccino che, insieme alla riedizione dei “Pensieri per i genitori” di Rodari e alle “Filastrocche” di Argilli, costituisce un cofanetto. Per quanto riguarda l'associazione si registra una tendenza consolidata di crescita, sia nel numero dei Cgd locali, sia nella diffusione territoriale più capillare. A livello nazionale registriamo una grande fatica nel lavorare in una zona di confine dai contorni sempre da definire, un senso di precarietà che accompagna il nostro lavoro perché non venga interpretato come connivenza a un disegno riformatore che non condividiamo. Tuttavia sta difficilmente passando a livello regionale e provinciale lo stravolgimento dell'idea della formazione dei genitori declinata solo come formazione sulla riforma grazie anche alla nostra resistenza. Sta invece passando qualche iniziativa che voli più alto del dibattito attuale. A giorni il FONAGS col MIUR siglerà un protocollo col Comitato TV e minori, di cui facciamo parte, per iniziative di sistema nel campo della media-education che coinvolgano i genitori. C'è bisogno di una nostra ripresa di iniziativa nel campo della laicità, elemento fondante la nostra associazione e impegno rinnovato che ci siamo assunti nell'assemblea di Gela e che in questi ultimi mesi ha visto la nostra partecipazione ai convegni sul tema indetti da “Scuola e Costituzione” in diverse città d'Italia. Ci siamo anche rassegnati a che l'insegnamento della religione cattolica e il suo giudizio valutativo compaiano a fianco alle altre discipline in una sorta di indistinta opzionalità. Uno dei tanti mali minori. Abbiamo tenuto in piedi il tavolo nazionale“Fermiamo la Moratti”. Per quanto riguarda l'abrogazione della riforma, ribadiamo che riteniamo la riforma inemendabile, che è necessario per il mondo della scuola ricevere un segnale di forte discontinuità; tuttavia non sta a noi scegliere le forme, ma ai decisori politici. Il nostro progetto di scuola si compone di pochi punti irrinunciabili. Chiediamo che l'autonomia, sulla quale dobbiamo ripensare a una nostra proposta di Organi Collegiali, divenga cultura diffusa e praticata e non solo un antidoto ai disastri morattiani veri o presunti. Vogliamo ragionare criticamente sul nodo della valutazione senza parole d'ordine precostituite, con laicità. La nostra progettualità è emersa anche nell'impegno per la raccolta di firme per il disegno di legge “0/6” della consulta Gianni Rodari, che mina dalle fondamenta la logica dominante sulla scuola. Altro nodo è la proposta dell'obbligo scolastico a 18 anni: in linea di massima siamo favorevoli a esso in una prospettiva di lunga durata, chiediamo però da subito l'obbligo a 16 in un biennio unitario e non unico. Abbiamo intrapreso altre battaglie in favore dell'infanzia. Quella sul Ritalin ci ha permesso di essere presenti sul sito del segretariato sociale della Rai “Giù le mani dai bambini” insieme a realtà diverse da noi, nel mantenimento della nostra identità. Rinnoviamo la nostra partecipazione alle commissioni di revisione cinematografica: i nuovi membri designati si sono impegnati a rendere patrimonio associativo la loro esperienza con una rubrica periodica sul nostro sito, inoltre è operante una banca dati informatica dei progetti genitori, delle buone pratiche, dei documenti a esse afferenti che in sinergia con la rivista Pedagogika metteremo i piedi. Nonostante le difficoltà in cui versano gli EE.LL. riusciremo a rinnovare la straordinaria esperienza dei bambini di Castiglioncello con il contributo del comune di Rosignano: che si terrà il 5,6,7 maggio 2006. “Ci attende un periodo impegnativo, ma abbiamo la consapevolezza che sia pur tra debolezze e contraddizioni questo paese ha bisogno della nostra voce autonoma e democratica. Con questa consapevolezza l'augurio di buon lavoro a tutti noi”. |