1/2005 | |
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Campagna contro il Ritalin Il protocollo del Registro nazionale ADHD crea una stigma sociale avvalorando una sindrome nata solo dopo la creazione del farmaco Di seguito riportiamo una sintesi dell'intervento di Fabio Pari, incaricato CGD campagna disagio scolastico e psicofarmaci. Un anno fa, assieme alla Società Italiana di Psichiatria Democratica, è stata avviata una campagna nazionale sul disagio scolastico e i trattamenti terapeutici (psicofarmaci) proposti dalle linee governative di intervento in questo campo. Con il decreto Sirchia del 22 luglio 2003, il metilfenidato (molecola di vecchio stampo, derivato anfetaminico) passa dalla tabella degli stupefacenti a quella degli psicofarmaci per la cura della cosiddetta “sindrome ADHD”, deficit di attenzione con iperattività. Procede nel contempo il Progetto Prisma, teso a convalidare con test molto superficiali il presupposto di una popolazione infantile estesa a rischio salute mentale. Se si analizzano le 9, risibili domande del questionario con cui sono stati esaminati 9000 alunni tra i 10 e i 14 anni, balzano agli occhi le similitudini tra una diagnostica così banalizzata e le voci delle schede morattiane di valutazione della condotta scolastica, così come quelle presenti sui “portfolio” adottati in alcune scuole “fedeli alla linea”. La registrazione dei casi cosiddetti di ADHD avviene in modo autoritario (ai fini della somministrazione di una pillola pericolosa, che accentua le prestazioni di chiunque, che non seda ma crea concentrazione a fronte di ben 2900 effetti collaterali pericolosi). Il protocollo del Registro nazionale ADHD è nefasto, in quanto prosegue l'individuazione estesa dello screening del Progetto Prisma, creando stigma sociale e avvalorando una sindrome ipotizzata e nata solo dopo la creazione del farmaco relativo. Non solo: il protocollo lascia due alternative ai genitori, quella della cura “consona” a chi se la può permettere privatamente, il rimborso del trattamento a chi non ha altri mezzi e deve “aderire” alla somministrazione delle pillole dell'obbedienza (oggi è il Ritalin, presto sarà una nuova molecola). Colgo l'occasione per ribadire che da parte nostra non si intende in alcun modo avallare concezioni o pratiche di cura che presuppongano rifiuto totale della medicina, della psichiatria e della ricerca scientifica, ben sapendo che “non curare” significa più tristemente abbandonare. Ovvero, rifiutiamo con decisione qualsiasi inquinamento di una campagna di questo tipo da parte di sette, scientology, santoni, guaritori e praticoni di false alternative alla medicina e alla conoscenza, chiunque essi siano. Noi siamo altro. Indichiamo il pericolo di un farmaco reintrodotto con scopi di controllo sociale e per chiari interessi produttivi (il Ritalin del resto costa poco, è l'induzione alla dipendenza in età successive che produce mercato). Non per questo propugniamo l'abbandono delle buone pratiche terapeutiche. Non per questo lanciamo strali su una casa produttrice per favorirne altre. Contestiamo la logica che guida personaggi come l'onorevole Burani Procaccini a reiterare l'apertura dei manicomi e il contenimento dei comportamenti attraverso la sola azione chimica sui neurotrasmettitori (infausta moda statunitense). Ci muoviamo in questo campo in nome della scuola inclusiva, della società dell'accoglienza e dell'integrazione, delle buone pratiche nella salute mentale che hanno aperto la strada alla grandi riforme degli anni Settanta. Basaglia non era un “antipsichiatra”, noi del CGD non abbiamo mai propugnato la dissoluzione della scuola in nome di false vie individuali (privatistiche) alla conoscenza. Siamo a un bivio: continuare su questa strada produttiva di consenso informato e partecipato, oppure lasciare scuola e salute alla mercé dei poteri forti del mercato. Questa la scelta che, anche da una tale campagna del CGD, va posta alla Fabbrica di Prodi, per una scuola senza Moratti, per una presa in carico della salute dei figli che non sia la diagnosi leggera, frettolosa e in malafede cui oggi assistiamo grazie alla controriforma dell'Università e alla devastazione della formazione e ricerca. I media, i coordinamenti delle scuole, i politici, i sindacati, ci sono vicini e si aspettano molto da noi. In autunno prossimo ripartiamo con le consegna al Governo delle firme raccolte e nuove iniziative di sensibilizzazione. Auspichiamo che questa battaglia si estenda a tutti i circoli del CGD. |