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editorialestorie di copertinaaiutare a studiarea scuola senza ansiecronologia
 
 

come nasce il progetto

un sostegno al ruolo di genitore 

Il progetto "Aiutare a Studiare" è nato ed è cresciuto dall'attività del CGD di Prato. Gli incontri con i genitori (sia a scuola che nei "salotti"), l'attività dei soci del CGD negli organi collegiali della scuola (Distretto, istituti ecc.), le relazioni attivate con esperti che si interessavano del "disagio scolastico", hanno messo in evidenza il bisogno profondo di un intervento che non fosse diretto solo alla scuola. Quale azione potevamo fare per dare risposte concrete e "in tempo reale" ai genitori che vivono in modo più o meno ansioso il rapporto con la scuola?
Siamo partiti dal presupposto che per la maggioranza dei genitori il successo scolastico del proprio figlio è un riscontro forte dell'essere buoni genitori, e che ogni genitore investe molto sulla scuola identificandola con la totalità delle prospettive di vita dei figli. Insieme al Dott. Carlo Ricci, abbiamo individuato un'area di sofferenza comune a molti genitori, quella di seguire i figli nei compiti a casa, un'opera e un impegno quotidiano che, se male assolto, può compromettere la carriera scolastica del bambino: ma cosa significa "Aiutare il figlio nei compiti"?
Farli in sua vece? - Nessun genitore direbbe di sì!!
Controllarglieli? - .... e tutti i genitori sanno riguardare un compito? E se vedono gli errori cosa devono fare? Correggerli?
Riascoltare le lezioni? Ma quanto e quando intervenire?
E se un genitore lavora, il bimbo aspetta a fare i compiti alla sera?
Tanti problemi, tante domande, tanti dubbi: e il nostro corso ha aggiunto domande e dubbi, ma ha anche introdotto delle certezze, tra cui la principale è quella che il genitore non deve fare l'insegnante nei confronti del figlio; il suo rapporto con il figlio è diverso: deve essere presente ma in altro modo rispetto alle consuetudini che lo vedono trasformarsi nel pomeriggio e abbandonare il ruolo di genitore per assumere quello di insegnante.
Già dal primo corso con un gruppo di genitori di prima e seconda elementare ci siamo resi conto dell'interesse che il progetto suscitava e dei cambiamenti che i genitori riuscivano a introdurre nel loro rapporto con i bimbi e con la scuola. La soddisfazione di riscontrare che la nostra azione produceva cambiamenti positivi in così breve termine, e poteva quindi contribuire a migliorare il rapporto di quei bimbi con la scuola e con lo studio, ha spronato noi genitori del CGD ad allargare l'offerta di corsi cercare finanziamenti.
I primi finanziamenti (del 1996) sono venuti da parte dell'Assessorato alla P.I. del Comune di Prato, ma bastavano per uno o due corsi l'anno (una goccia nel mare del bisogno) finché finalmente nel 1997 è uscita la L.285/97 "Promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza" della Livia Turco, che ha permesso anche a noi di ampliare l'offerta di corsi, e non solo verso genitori ma anche verso insegnanti e verso operatori.
Fondamentale è stata la scelta di fare un corso di formazione per operatori (psicologi, pedagogisti ...) per prepararli a condurre i gruppi di genitori in questo ambito. Nei corsi per insegnanti vengono affrontate, da un punto di vista più professionale e in modo più approfondito, le problematiche della comunicazione tra la scuola e famiglia, inerenti a momenti "istituzionali" della scuola: in particolare quali messaggi, espliciti e impliciti, vengono trasmessi, quali fraintendimenti e quali ambiguità possono interrompere la comunicazione con i genitori, quali paure possono intervenire, quali azioni positive si possono attivare per superare il distacco scuola famiglia, affrontando le tematiche delle intelligenze multiple e l'analisi dell'errore in situazioni didattiche.

Perla Giagnoni (presidente del CGD di Prato)