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crescere cooperando
imparare la cooperazione e l'associazionismo fin
da piccoli
lla
fine di ottobre ho assistito alla nascita della Cooperativa Scolastica
(A.C.S.) nella scuola elementare Puddu del V Circolo Prato. E' una scelta
educativa eccezionale e credo rara. I bambini e le bambine delle due
classi di quinta elementare hanno costituito una vera e propria associazione,
della quale fanno parte gli insegnanti come tutori per quanto riguarda
gli aspetti finanziari. L'associazione ha tanto di statuto, nel quale
sono descritte le finalità, gli organi dirigenti, le modalità
di elezione e di formazione delle decisioni. Io, che sono scettica sullo
scimmiottamento dei comportamenti adulti, sono rimasta davvero colpita
dalle potenzialità educative dell'associazionismo vissuto a scuola:
si vedeva ad occhio nudo che per quei bambini e bambine la A.C.S. era
una loro creatura, ne erano orgogliosi, non avrebbero delegato nessun
altro ad alimentarla e a mantenerla viva, ed erano presi dall'importanza
del loro "luogo", dove sperimentare la vita associativa. Lì
si sperimenta la differenza tra democrazia delegata e democrazia partecipata.
E' un'esperienza da diffondere specialmente nella nostra realtà
così ricca di associazionismo, volontariato e cooperazione: un
caldo invito a documentarsi.
Perla Giagnoni,
presidente Cgd di Prato,
componente segreteria nazionale
Assemblee,
verbali, Consiglio di Amministrazione, Collegio dei Sindaci, dei Probiviri,
Libri Sociali .... è una Cooperativa speciale, è una
A.C.S. cioè una Associazione Cooperativa Scolastica, nata nella
nostra scuola elementare "C. Puddu".
I protagonisti di questo percorso, significativo della ricchezza del
modello cooperativo e della sua trasferibilità all'interno della
scuola come proposta didattica utile a far acquisire conoscenze e metodi
di confronto democratico, sono gli alunni delle classi V, a.s.2000/01.
Nella concreta collaborazione ad un fine comune di natura solidaristica
( tramite la destinazione di parte degli utili realizzati dall'A.C.S.
ad associazioni umanitarie ) la coopertaiva scolastica in atto, a cui
è stato dato il nome "Sifequi", un personaggio inventato
dai bambini già in prima elementare, e "si-fa-qui",
per indicare il concreto percorso operativo di realizzazione di oggetti
artigianali, rappresenta per i ragazzi un'esperienza capace di trasmettere
i valori del rispetto reciproco, del sostegno ai deboli, del superamento
dell'individualismo e della collaborazione, che sono i fondamenti dello
stare bene insieme in una società civile.
Il percorso dell'A.C.S. scolastica è un progetto complesso che
prevede più situazioni formative: singole situazioni e situazioni
comuni (intervento di esperti, definizione dei ruoli e degli incarichi,
documentazione, pubblicità, valutazione ).
L'impegno per la buona riuscita del Progetto è assicurato e sono
già consolidate negli alunni alcuni punti fermi necessari per
essere efficienti cooperatori, come dice la cooperativa "OCCE 67"
di Strasburgo:
Essere Cooperatore significa:
- Non isolarsi
- Avere un cuore generoso
- Essere aperti verso gli altri
- Fare il primo passo
- Avere il coraggio di lanciarsi
- Andare diritti alla meta
- Non avere paura di sostenere le proprie opinioni
- Intraprendere buone relazioni
- Avere il senso della responsabilità
- Saper esercitare i propri poteri
- Affermare i propri diritti
- Esser coscienti dei propri doveri
- Partecipare democraticamente
- Fare gruppo
- Far lavorare la testa
- Mantenere la calma in tutte le circostanze
- Non monopolizzare l'attenzione
- Avere senso dell'umorismo
- Amare la natura
- Rispettare le differenze
- Non essere razzista
- Dividere le proprie cose con gli altri
- Essere europeo.
Hanno costruito il progetto gli insegnanti: Maria Lucia Dei, Giuseppe
Paglia, Santo Macaluso, Anna Agostino
A
cura di
Francesco Meucci
Presidente della ACS Sifequi. (classe V ??)
Sifequi
si-fa-qui
Associazione Cooperativa Scolastica
Classi quinte scuola elementare statale Claudio Puddu, via Montalese
239 - Prato
Tel. 0574 721714 e-mail se.puddu@po-net.prato.it
fuori dal guscio
i genitori come risorsa nella rete territoriale
solidale
Il
progetto dell'istituto comprensivo di Fauglia è stato avviato
partendo dalla rilevazione dei bisogni, e articolato in più momenti.
Il punto di partenza è stato fornito da dati oggettivi:
A) La ricerca IRPET della Regione Toscana del '96 ha rilevato che tre
dei cinque Comuni sul cui bacino gravitano le scuole di questo Istituto
Comprensivo sono ad alto rischio socio-culturale (Lorenzana, Orciano
Pisano e Santa Luce) mentre gli altri due (Crespina e Fauglia) sono
riconosciuti a medio rischio socio- culturale.
B) I dati rilevati e pubblicati dall'Osservatorio Scolastico Provinciale
hanno evidenziato in più anni che quest'area è interessata
da alti numeri di abbandoni scolastici soprattutto femminili (le donne
hanno in media 6,5 anni di studio obbligatorio contro ad es: i 10,7
anni dell'area pisana).
L'Osservatorio Scolastico ha anche messo in rilievo che il titolo di
studio dei genitori ed in particolar modo della madre influenza il percorso
scolastico dei figli.
A queste prime e consistenti rilevazioni ne è stata aggiunta
una terza impostata dal nostro stesso Istituto: la raccolta dati su
titolo di studio e lavoro dei genitori che hanno iscritto i bambini
alla Scuola dell'Infanzia. I risultati dell'indagine svolta (1999/2000)
sono riportati nella seguente tabella:
Scuola
dell'Infanzia |
|
|
|
|
Genitori
con figli iscritti al 1° anno |
Licenza
Elementare |
Licenza
Media |
Diploma
di Maturità |
Laurea |
Padre |
10% |
56% |
23% |
11% |
Madre |
5% |
44% |
39% |
12% |
|
|
|
|
|
Scuola
Elementare |
|
|
|
|
Padre |
14% |
47% |
30% |
9% |
Madre |
8% |
50% |
32% |
10% |
|
|
|
|
|
Scuola
Media |
|
|
|
|
Padre |
14% |
50% |
33% |
3% |
Madre |
13% |
46% |
37% |
4% |
Dalla
riflessione su tutti questi dati è emersa la necessità
di "avviare interventi di formazione con gli adulti-genitori".
Il progetto parte da questo assunto teorico: "Le probabilità
di insuccesso scolastico dei ragazzi sono legate al livello di istruzione
dei genitori e alle difficoltà di integrazione tra i diversi
soggetti del territorio".
Il progetto ha come obiettivi generali:
a) aiutare i genitori a sviluppare una visione più consapevole,
informata e partecipativa del "sistema" scuola;
b) migliorare la formazione e l'autoformazione dei genitori durante
il percorso scolastico dei loro figli;
c) costruire una rete solidale tra scuola ed extrascuola per la presa
in carico di problemi individuali e collettivi e per la realizzazione
di progetti integrati di area attraverso un approccio interistituzionale
al fenomeno della dispersione scolastica.
Sono definiti i "Laboratori del fare e del pensare con e per i
genitori" gli spazi attrezzati in ogni plesso scolastico dove ogni
settimana o quindicinalmente i genitori si incontrano con i docenti
o con gli esperti da loro richiesti per affrontare temi riguardanti
il rapporto genitori - figli e gli aspetti della crescita nei bambini.
Gli obiettivi sono:
- stabilire
relazioni "forti" fra docenti e genitori per conoscersi
- collaborare - incontrarsi - comunicare - progettare - operare
- dare
ai genitori la possibilità di acquisire maggiori informazioni
sulle attività dei figli a scuola
- usufruire
degli spazi scolastici e di attività rivolte specificatamente
agli adulti.
si sono realizzate e/o sono in atto azioni che si configurano come iniziative
di educazione permanente per gli adulti: corsi di teatro, corsi di inglese
e spagnolo, corsi di computer ecc.
I laboratori sono anche luoghi di incontro, di relazione fra genitori,
facilitano la condivisione delle informazioni, la cooperazione tra i
docenti e i genitori, la messa in atto di iniziative che coinvolgono
anche i bambini in orari e spazi fuori dalla scuola.
Ecco alcuni esempi.
Nella scuola Elementare di Lorenzana (1144 abitanti - 19,43 kmq), i
genitori del Laboratorio e il docente coordinatore delle attività
hanno proposto la pulizia di una parte di un meraviglioso giardino/parco
di una vecchia villa da restaurare (Villa Giuli). Hanno coinvolto l'Associazione
locale "Sport e Cultura" e l'Ente Locale per una prima pulizia
generale dello spazio "adottato" e poi con i figli ogni domenica
mattina i genitori si sono recati a sistemare e rendere accessibile
a tutti lo spazio recuperato. La Scuola ha successivamente organizzato
uscite e feste nel parco e oggi lo spazio è fruibile da tutti.
A Santa Luce (1484 abitanti - 66,72 kmq) contemporaneamente al Laboratorio
con i genitori, che vede coinvolte come coordinatrici congiuntamente
le insegnanti della Scuola dell'Infanzia e della Scuola Elementare,
ne è stato organizzato uno sulla "creatività dei
bambini", condotto da una educatrice dell'extrascuola. Questa attività
che ha riunito in un primo momento i bambini delle due scuole i cui
genitori partecipavano al laboratorio, oggi vede protagonisti bambini
e ragazzi della Scuola Media e diversi genitori in un unico lavoro "gomito
a gomito". Un dato significativo da segnalare è la "presa
in carico di tipo sociale" dei ragazzi partecipanti da parte di
adulti che non sono i loro genitori.
È in atto in questo stesso laboratorio - e forse non a caso -
una riflessione sull'affido familiare e sui luoghi accoglienti ed educativi.
E ancora un ultimo esempio: nel Comune di Crespina (3520 abitanti -
27 kmq) la Scuola Elementare di Cenaia ha attivato un Laboratorio sulla
"scrittura di fiabe per bambini".
I genitori con l'aiuto costante di un docente della scuola e con l'intervento
sporadico di un esperto hanno inventato fiabe e racconti. I prodotti
sono stati raccolti e regalati ai bambini della scuola. Una fiaba poi
è stata musicata e registrata; la cassetta prodotta è
stata regalata dal gruppo dei genitori partecipanti ai loro figli.
Questi esempi per far capire come le attività dei Laboratori
nel progetto "Fuori dal Guscio" diventano momenti di socializzazione
e aggregazione in Comuni collinari dove scarsi sono gli stimoli culturali
e aggregativi extra bar.
Daniela Pampaloni
Dirigente Scolastico IC Fauglia(Pi)
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