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il tempo pieno:
un futuro nero, a meno che…
l testo dello schema di Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 settembre (l'attuazione della controriforma Moratti nelle scuole dell'infanzia, elementari e medie) contiene una tragica novità. Rispetto al testo precedente è stato aggiunto l'articolo 16 che abroga "dall'anno successivo dall'approvazione del Decreto", gli articoli 130 e 162 del Testo Unico sull'Istruzione, il che vuol dire che da settembre del prossimo anno, se il Decreto diventa definitivo , il Tempo Pieno alle elementari e il tempo Prolungato alle medie dovrà cessare anche per quelle classi che già lo avevano cominciato.
Il governo vuole eliminare uno "scandalo".
Lo scandalo del Tempo Pieno una scuola che funziona bene scelta sempre più dai genitori e dagli insegnanti.
Il Tempo Pieno non è soltanto la risposta ad un bisogno sociale incomprimibile, di cura e attenzione dei bambini ma è anche un modello pedagogico avanzato e di qualità, fondato scientificamente, che consente l'ascolto ed il rispetto dei bambini, l'accettazione delle diversità, il loro protagonismo negli apprendimenti.
Ma l'abrogazione del Tempo Pieno è la punta emergente di una controriforma che ha come obiettivo la demolizione della scuola pubblica , dell'infanzia elementare e media .
Nella scuola elementare e media cominciano le demolizioni e i danni
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L'anticipo delle iscrizioni alla scuola materna - L'ingresso di bambini di due anni e mezzo che non hanno l'autonomia per essere inseriti in classi di 25/28 alunni sarà causa di disagio per loro e di degrado della scuola dell'infanzia il cui ruolo educativo viene declassato a ruolo assistenziale. Si vuole mascherare l'insufficienza degli asili nido pubblici che soddisfano meno del10% delle necessità reali.
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L'anticipo delle iscrizioni alla scuole elementari e medie - Costituisce una dannosa e aziendalistica velocizzazione dei percorsi scolastici che non tiene in alcun conto della necessità di una crescita armonica della personalità di bambini e ragazzi, dei loro bisogni cognitivi, affettivi e sociali. Si rende più difficile la vita dei singoli bambini e delle classi aumentando il disagio scolastico. Si evita così di realizzare un obbiettivo ormai universalmente riconosciuto quello di rendere generalizzato e obbligatorio l'ultimo anno della scuola dell'infanzia.
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Creazione del Maestro Prevalente e Tutor - In realtà si tratta di un insegnante Unico (18/22 ore a settimana, scelto dal Dirigente scolastico) perdippiù aggravato da pesanti impegni burocratici, contornato da insegnanti satelliti subordinati e deresponsabilizzati. Si crea una gerarchizzazione antipedagogica tra gli insegnanti, si perde ogni possibilità di lavoro collegiale e cooperazione educativa, si creano le condizioni per una conflittualità assai dannosa per gli alunni. Nella scuola media porta alla soppressione del Consiglio di classe fondamentale momento di confronto, programmazione e valutazione tra gli insegnanti.
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Piani di studi personalizzati - Sono l'antitesi di una scuola democratica che abbia come obiettivo la rimozione degli ostacoli all'uguaglianza. La personalizzazione costituisce il primo atto per una selezione dei bambini ed una loro stratificazione e cristallizzazione di classe. Si evita di creare le condizioni (riduzione del numero degli alunni per classe) per un insegnamento individualizzato che aiuti i singoli bambini a raggiungere obiettivi e saperi valutati come indispensabili e fondanti.
Nella scuola superiore proseguono demolizioni e danni
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Cancellazione dell'obbligo - La controriforma Moratti cancella l'obbligo scolastico e lo sostituisce con un vago diritto/dovere non esigibile. Questo mentre dall'UNESCO ed altri numerose istituzioni educative e culturali si avverte che i giovani che lasciano la scuola prima dei 18 anni sono candidati drop-aut e all'esclusione sociale. Mentre i Paesi Europei più avanzati hanno già innalzato l'obbligo scolastico a 18 anni con relative gratuità e facilitazioni.
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Scelta e selezione precoce - La inciviltà e l'ottusità della controriforma Moratti potrebbe essere misurata anche solo da questo elemento: i ragazzini a 12 anni dovrebbero scegliere se dopo la scuola media, dovranno frequentare un liceo (con conseguente percorso universitario), o relegarsi come allievi della Formazione Professionale Regionale, degradata e degradante. Una polarizzazione e selezione di classe inaccettabile di tutti i nostri giovani, da una parte gli studenti con all'orizzonte una laurea, dall'altra quelli che conseguano una qualifica regionale destinati alla ignoranza e alla subalternità
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Risuscita la formazione professionale regionale - L'anno scorso il 99,3% dei ragazzi che si sono licenziati dalle scuole medie si sono iscritti alle scuole superiori. Senza obbligo scolastico i giovani e i loro genitori hanno scelto per la prosecuzione degli studi fino a 18 anni. In altri paesi questo obiettivo è stato raggiunto con grande impegno politico e sforzi finanziari. La controriforma Moratti, anticipata nella sua attuazione da numerosi protocolli firmati da MIUR e Regioni, si impegna ad ostacolare questa scelta di crescita dirottando gli studenti iscritti agli istituti Tecnici e Professionali di Stato verso la Formazione professionale regionale di primo livello ormai in estinzione.
La perentorietà violenta del Decreto non deve passare, genitori, insegnanti e cittadini devono imporre con le iniziative e le lotte il ritiro del provvedimento.
Francesco Barba |