torna alla home page Genitori Come 2/2003
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Editoriale marisa e il cgddicono di marisala biografiamarisa e la costituzioneappelloriflessioni per oggi 
 

dalla Resistenza alla Costituzione Repubblicana

Ogni commemorazione non è mai fine a se stessa ma riflette la sensibilità dei partecipanti verso i temi peculiari che sono stati personificati da coloro che stiamo ricordando. E' per questa ragione che ripercorrere la vita di Marisa Musu come genitori e come cittadini assume un significato particolare in questo momento in cui molti di noi vivono con estrema preoccupazione le vicende della nostra politica nazionale e mondiale.

Vi è infatti una sensazione diffusa di un forte pericolo di regresso e di ritorno al passato verso i periodi più bui della nostra storia accompagnata dalla voglia altrettanto forte di rimuovere questa sensazione insieme agli avvenimenti cui fa riferimento. Il tentativo di offuscare il periodo storico della prima metà del XX secolo attraverso una riscrittura ambigua e tendenziosa degli avvenimenti appare senza dubbio come una operazione preliminare per preparare la strada verso una riedizione corretta ed aggiornata di quella avventura nefasta. A coloro che ritengono che l'Italia, o l'Europa, od il mondo intero siano immuni da tale pericolo possiamo rispondere che lo stesso tipo di considerazioni venivano fatte agli inizi degli anni venti del secolo scorso e che non solo i rappresentanti delle democrazie occidentali, ma neanche gli stessi fautori del movimento fascista e nazista hanno saputo valutare gli sviluppi a cui avrebbe portato la loro avventura lasciandosi trascinare dal susseguirsi inarrestabile degli avvenimenti.

La nostra repubblica e gli spazi di libertà che con essa abbiamo conquistato non sono stati una gentile concessione della classe politica dominante, ma sono stati raggiunti a caro prezzo con morti e distruzioni e rappresentano il punto più alto raggiunto nella nostra società per la partecipazione politica e per lo sviluppo sociale.

La carta costituzionale rappresenta il documento fondante che caratterizza la nostra repubblica e la nostra civiltà.

L'Italia è stata la patria del fascismo che è stato il progenitore sia del falangismo spagnolo che del nazismo tedesco e la borghesia italiana ha abbracciato con entusiasmo questa nuova ideologia che le dava la possibilità di giocare un ruolo da protagonista sulla scena politica nazionale ed internazionale; né il neonato movimento operaio, né la tradizione cattolica e contadina sono stati in grado di contrastare questo fenomeno che si era autodefinito rivoluzionario ed eversivo sin dai suoi esordi sia nei contenuti anti istituzionali che nei metodi violenti e squadristi.

Dopo circa sessanta anni da quei tragici avvenimenti, noi abbiamo l'obbligo morale, come genitori e come cittadini di fare tesoro di quelle esperienze passate per poter fornire alle prossime generazioni degli strumenti di lettura e di analisi che le rendano capaci di non incorrere di nuovo in quei tragici avvenimenti.

All'interno del quadro politico italiano, non c'è nessuno che dichiari apertamente di non riconoscersi nella nostra carta costituzionale, ma dopo la prassi di questa prima affermazione cominciano subito i distinguo sia nelle affermazioni che soprattutto nei comportamenti. Mai infatti come in questo momento, nella storia della repubblica italiana, o forse della nazione italiana, si è avuta una così grossa discrepanza tra le dichiarazioni pubbliche ed i comportamenti, o meglio tra le dichiarazioni di ieri e quelle di domani.

Mantenere fede alla parola data era un imperativo etico a cui attenersi anche a costo della propria vita e costituiva l'unica discriminante tra l'uomo onesto e l'avventuriero perché la parola veniva considerata come lo specchio dell'anima. Al giorno d'oggi vi è solo un uso strumentale della parola che denota la mancanza di un vero spirito democratico ed una fedeltà solo formale ai dettami della costituzione.

Il punto fondamentale è che meno di sessanta anni dopo la nascita della nostra repubblica democratica cominciano a riapparire i rigurgiti di quella concezione autoritaria e populista dello stato che è stata la vera anima del fascismo e che si manifesta attraverso una campagna di delegittimazione delle varie figure istituzionali preposte come garanzia alla tutela delle libertà e dei diritti dei cittadini.

Coperto da uno sdrucito velo di falso modernismo e di liberismo efficientista è cominciata in modo ormai palese ed inconfutabile quell'opera di scardinamento della carta costituzionale e di stravolgimento della nostra democrazia attraverso la continua e progressiva erosione di quei pilastri fondamentali che sono a fondamento della stessa e cioè la giustizia, la libertà di informazione, la scuola pubblica, la sanità, la previdenza, lo stato sociale e così di seguito.

Questa opera di disgregazione si spinge paradossalmente a mettere in discussione persino quel liberismo in nome del quale si dichiara di voler procedere alla realizzazione delle riforme.

La realtà è che al di là delle parole con cui viene professata la fede democratica, siamo di fatto davanti a concetti molto diversi di democrazia e che quei valori che sino ad oggi ritenevamo generalmente condivisi non sono affatto consolidati e rischiano di essere sepolti sotto una cortina di interessi personali che vengono rivendicati dai più in nome della libertà ed imposti a scapito dei più deboli.

Richiamarsi alla costituzione quindi non costituisce una sorta di commemorazione nostalgica ma costituisce un baluardo fondamentale da mettere a difesa della nostra democrazia.

I Padri costituenti hanno fatto tesoro della immane tragedia che si è abbattuta sul nostro paese e che ha colpito il mondo intero per costituire attraverso il giusto bilanciamento di pesi e contrappesi un impianto adatto a contrastare il più possibile il ripetersi di future avventure nostalgiche, forse rischiando anche un certo grado di rigidità nella assunzione delle decisioni, ma evitando facili slittamenti verso situazioni irreversibili.

Portare anche piccole modifiche alla costituzione senza un esame molto attento rischia di far saltare tutto l'equilibrio istituzionale e di creare situazioni insostenibili e molto pericolose.

La campagna per la affissione dei principi fondamentali della costituzione nelle classi di tutte le scuole di ogni ordine e grado che intendiamo lanciare insieme a tutte le associazioni ed i partiti che si riconoscono nei valori della costituzione ha lo scopo di rinnovare nei nostri figli i valori che ci sono stati trasmessi dai nostri patri spesso attraverso il sacrificio della loro vita affinché siano in grado di coltivare e preservare la grande eredità che ci è pervenuta tramite la resistenza e la lotta al nazi-fascismo riconoscendo sul nascere tutte quelle piccole e grandi ingiustizie, tutte le piccole e grandi forzature che messe insieme possono determinare il crollo del sistema.

Come cittadini e come genitori abbiamo l'obbligo di educare i nostri figli al dialogo ed al confronto nel rispetto delle regole dicendo loro di non fidarsi dei falsi profeti o di coloro che si definiscono uomini della provvidenza.

Di insegnare loro a verificare costantemente che le parole siano coerenti con i fatti ed a reagire alle ingiustizie anche se apparentemente sembrano non toccarli personalmente.