1/2004 | |
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Angela Nava
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n materia di autonomia e dipendenza nella relazione tra genitori e figli la discussione trent’anni fa poneva l’accento sui guasti provocati dall’autoritarismo in diversi ambiti: familiare, educativo, professionale. Oggi i rapporti tra le generazioni hanno visto ridursi l’asimmetria in termini di autorità, al punto che è il suo opposto, il permissivismo, ad essere in discussione. I modelli educativi della realtà italiana si collocano tra i due estremi, con un significativo slittamento verso la polarità ‘permissiva’: gli adulti esitano a porsi come ‘modelli’, per la paura di essere rifiutati come tali e quindi sono relativamente poche le occasioni in cui i giovani possono effettivamente confrontarsi con degli ‘adulti significativi’. In famiglia, come nella scuola, l’adulto tende a ritirarsi in un ruolo tecnico o strumentale, che non coinvolga dimensioni valoriali e/o affettive troppo pronunciate ma se gli adulti non fissano dei ‘paletti’, anche i giovani stentano a definire i confini del territorio da occupare. In assenza di norme anche la loro violazione perde di significato né mette radici il valore dell’autonomia e il principio di responsabilità. Possiamo dire che l’autonomia è la capacità di muoversi su un terreno di incertezza, utilizzando alcune sicurezze di base: non può svilupparsi in assenza di libertà, ma nemmeno in assenza di argini e di confini. Il problema è: dove tracciare questi confini. A ognuno deve essere lasciata la libertà che è in grado di gestirsi autonomamente: enunciazione valida come linea guida ma difficile da mettere in pratica. (sintesi non rivista dall’autore) |