torna alla home page Genitori Come 1/2004
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speciale

Angela Nava
Alfonso Maurizio Iacono
Manuela Naldini
Francesco Tonucci
Alessandro Cavalli
Diana Cesarin
Giovanna Zunino
Antonio Erbetta
Pino Centomani
Sergio Tavassi
Tavola rotonda "per Marisa"
Tavola rotonda finale
 
 

il bambino sregolato
“Bambini, imparate a fare le cose difficili”

Tavola rotonda “per Marisa Musu”

La Tavola rotonda, dedicata a Marisa Musu, è stata introdotta da un verso di Gianni Rodari, tratto dalla “Lettera ai bambini”, e ha proposto una riflessione su alcuni atteggiamenti culturali ed educativi che segnano l’approccio alle nuove forme di complessità sociale.

La poesia di Rodari sembra quasi una sfida o una provocazione (“.. cantare per il sordo / liberare gli schiavi che si sentono liberi”), una sfida di fronte ad un panorama sociale e culturale che appare del tutto opposto.

Assistiamo alla progressiva affermazione di un atteggiamento culturale improntato al culto della “facilità” (della ricerca di obiettivi e di successi da raggiungere attraverso illusorie scorciatoie che vorrebbero eludere l’impegno e misconoscere le difficoltà e la complessità delle situazioni reali), associato alla convinzione più o meno consapevole di vivere nel migliore del mondi possibili, a patto di non metterne in discussione le regole e le fondamenta.

Tuttavia, la poesia di Rodari (e l’interpretazione che Marisa Musu ne ha sempre dato nel suo impegno quotidiano) non significa affatto indulgere verso atteggiamenti inutilmente moralistici o autopunitivi; indica piuttosto una domanda più generale: come è possibile vivere e lavorare, da genitori ed educatori, radicati nel proprio mondo contesto di vita e, al tempo stesso, ridiscuterne le forme e i modelli economici e sociali, criticarne gli assunti impliciti collocandosi nella prospettiva di modelli di vita alternativi (aiutare i ragazzi, come affermava Rodari, a “pensare le cose più grandi di loro”).

Il più difficile dei compiti, per chi è impegnato come genitore o educatore, è forse quello di trovare soluzioni ad un paradosso che in qualche misura fonda la nostra condizione di genitori o di educatori: essere capaci di maturare e far maturare nei nostri ragazzi un pensiero solidale, nel quale gli altri sono presenti e contano, e al tempo stesso non rinunciare alla libertà dei nostri pensieri e delle nostre scelte.

È stato questo il tema complessivo della Tavola Rotonda (coordinata da Mario Russo), declinato in relazione ad alcuni aspetti particolari: a) la consapevolezza del divenire storico nella costruzione dell’identità culturale (Alessandro Portelli); b) l’attenzione agli attuali processi della comunicazione televisiva e il difficile compito di realizzare programmi di qualità per i più giovani in grado di aiutarli a promuovere il senso critico e l’uso consapevole del mezzo televisivo (Mussi Bollini); c) la tensione verso il recupero delle vecchie e nuove forme di emarginazione sociale, che testimoniano il fallimento nella ricerca di facili scorciatoie di successo, e il ruolo degli adulti nel costruire percorsi di prevenzione (Francesco Paolo Occhiogrosso); d) la riflessione filosofica sui fondamenti del rapporto educativo, soprattutto in relazione alla progressiva conquista dell’autonomia nella relazione (Maurizio Alfonso Iacono); e) infine, il ruolo che genitori ed educatori possono svolgere nei confronti delle nuove generazioni, soprattutto per la loro capacità di aiutarle a “fare le cose difficili” (Angela Nava).