1/2004 | |
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Angela Nava
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Tavola rotonda “per Marisa Musu” La Tavola rotonda, dedicata a Marisa Musu, è stata introdotta da un verso di Gianni Rodari, tratto dalla “Lettera ai bambini”, e ha proposto una riflessione su alcuni atteggiamenti culturali ed educativi che segnano l’approccio alle nuove forme di complessità sociale. La poesia di Rodari sembra quasi una sfida o una provocazione (“.. cantare per il sordo / liberare gli schiavi che si sentono liberi”), una sfida di fronte ad un panorama sociale e culturale che appare del tutto opposto. Assistiamo alla progressiva affermazione di un atteggiamento culturale improntato al culto della “facilità” (della ricerca di obiettivi e di successi da raggiungere attraverso illusorie scorciatoie che vorrebbero eludere l’impegno e misconoscere le difficoltà e la complessità delle situazioni reali), associato alla convinzione più o meno consapevole di vivere nel migliore del mondi possibili, a patto di non metterne in discussione le regole e le fondamenta. Tuttavia, la poesia di Rodari (e l’interpretazione che Marisa Musu ne ha sempre dato nel suo impegno quotidiano) non significa affatto indulgere verso atteggiamenti inutilmente moralistici o autopunitivi; indica piuttosto una domanda più generale: come è possibile vivere e lavorare, da genitori ed educatori, radicati nel proprio mondo contesto di vita e, al tempo stesso, ridiscuterne le forme e i modelli economici e sociali, criticarne gli assunti impliciti collocandosi nella prospettiva di modelli di vita alternativi (aiutare i ragazzi, come affermava Rodari, a “pensare le cose più grandi di loro”). Il più difficile dei compiti, per chi è impegnato come genitore o educatore, è forse quello di trovare soluzioni ad un paradosso che in qualche misura fonda la nostra condizione di genitori o di educatori: essere capaci di maturare e far maturare nei nostri ragazzi un pensiero solidale, nel quale gli altri sono presenti e contano, e al tempo stesso non rinunciare alla libertà dei nostri pensieri e delle nostre scelte. È stato questo il tema complessivo della Tavola Rotonda (coordinata da Mario Russo), declinato in relazione ad alcuni aspetti particolari: a) la consapevolezza del divenire storico nella costruzione dell’identità culturale (Alessandro Portelli); b) l’attenzione agli attuali processi della comunicazione televisiva e il difficile compito di realizzare programmi di qualità per i più giovani in grado di aiutarli a promuovere il senso critico e l’uso consapevole del mezzo televisivo (Mussi Bollini); c) la tensione verso il recupero delle vecchie e nuove forme di emarginazione sociale, che testimoniano il fallimento nella ricerca di facili scorciatoie di successo, e il ruolo degli adulti nel costruire percorsi di prevenzione (Francesco Paolo Occhiogrosso); d) la riflessione filosofica sui fondamenti del rapporto educativo, soprattutto in relazione alla progressiva conquista dell’autonomia nella relazione (Maurizio Alfonso Iacono); e) infine, il ruolo che genitori ed educatori possono svolgere nei confronti delle nuove generazioni, soprattutto per la loro capacità di aiutarle a “fare le cose difficili” (Angela Nava). |