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il bambino sconfinato
Confini e limiti in educazione: rispettare il limite, varcare il confine

Gabriella Romano, segretaria nazionale del Movimento Cooperazione Educativa

La relatrice ha affrontato il tema dell'educazione, in bilico tra limite e confine.

Il limite come qualche cosa da rispettare, il confine come qualche cosa da varcare per accedere in spazi nuovi alla ricerca di un mondo "altro" da quello comune.

Ogni volta che superiamo dei confini, ci sembra di perderci, di abbandonare la nostra identità; invece, è proprio il cambiamento che ci permette di reinventarci, di capirci, diventiamo consapevoli di noi stessi , ci riscopriamo come soggetti e a volte ci ritroviamo in quell'alterità che prima sembrava così lontana ed impenetrabile.

Tutte le "cose del mondo" ci avvolgono e ci travolgono, il rapporto con noi stessi e con gli/le altri/e è fortemente influenzato da tutto quello che viviamo e che sentiamo. Il cambiamento domina sovrano in questo contesto: ogni volta che ci confrontiamo con il mondo, infatti, cambia qualche cosa di noi. Il cambiamento è forse l'unica costante che ci caratterizza. Continuamente varchiamo dei confini e rimettiamo in discussione tutto.

Nell'epoca della globalizzazione apparentemente sembra che tutti i confini siano spariti, anche le dimensioni temporali e spaziali, perdono senso: tutto è vicino e veloce . Realmente, i confini da varcare sono ancora tanti, il bambino s-confinato è circondato da "cose" che ancora deve scoprire, capire, interpretare e sentirle come proprie.

In questo contesto la scuola e gli/le educatori/educatrici, devono costruire i presupposti per sviluppare nei bambini e nelle bambine le categorie per riuscire a capire e vivere il reale. E' indispensabile dunque creare una scuola "che dia strumenti per valicare confini ed esplorare territori nuovi (.)" trasformando spazi, tempi, regole: "un'educazione pubblica, gratuita per tutti/e (.) garantita e finanziata dallo stato, in una prospettiva di realizzazione di una società solidale, egualitaria e radicalmente democratica."

La crescita può essere vista secondo Gabriella Romano come un continuo superamento di confini spaziali e temporali. Crescendo si passa dal noto all'ignoto per perdere e poi ricercare la propria identità.

In questa ricerca continua e inarrestabile, quotidianamente ci ricostruiamo, rifondiamo il nostro rapporto con il mondo, con le situazioni più disparate, con gli/le altri/e, e, in questo tessuto sociale ci adeguiamo all'evolversi dei contesti ritrovandoci ogni volta un po' cambiati e s-confinati.