torna alla home page Genitori Come 1/2002
[ home ] [1/00] [2/00] [1/01] [2/01] [1/02] [1/03] [2/03] [1/04] [2/04] [1/05] [2/05] [1/06] [2/06] [1/07]

 

 

speciale
Angela Nava
Chiara Saraceno
Paolo Fabbri
Gabriella Romano
Andrea Gallo
Melita Cavallo
Lella Ravasi Bellocchio
Annamaria Rivera
dai workshop
Mario Russo
Dario Missaglia
Raffaele Mantegazza
Carlo Ricci e Robert Roche
Giancarlo Tanucci
Stefano Galieni
Vinicio Ongini
Marisa Musu
Gianfranco Simoncini e Nicoletta Creatini


 
 

il bambino sconfinato

Ha un futuro il bambino s-confinato?

Marisa Musu, giornalista

 

Marisa Musu nel suo appassionato intervento introduttivo alla tavola rotonda “Ha un futuro il bambino s-confinato?” ci ha reso partecipi delle sue esperienze e della sua visione del bambino del futuro.
Marisa vede il bambino degli anni 2000 né confinato, né s-confinato; auspica un Bambino libero, libero ma generoso di sé, un bambino a cui siamo riusciti a dare la capacità di capire in modo solidale chi gli sta vicino, un bambino che capisce e che vuole essere capito dagli altri.
Marisa collega il suo pensiero sul bambino del futuro all’ attualità: nei nostri giorni Lei che ha vissuto la guerra come partigiana combattente, ripensa alla sua infanzia di bambina nata sotto il fascismo, dove il motto ” credere, obbedire, combattere”, con i tre peggiori verbi della lingua italiana trasmetteva la parola d’ordine del regime che sintetizzava la filosofia a fondamento della formazione della volontà dei bambini e dei cittadini ‘allineati’ attraverso la diffusione martellante della propaganda.
Ad una ragazza di 16 anni che le aveva chiesto come modificare la connotazione negativa del significato tre verbi, Marisa ha risposto che vorrebbe sostituire credere con dubitare (pensare in modo critico); obbedire con fare la cosa giusta; combattere con lottare insieme agli altri per...
Marisa vorrebbe un bambino libero e generoso di sé con radici ben radicate e profonde.
Ciò vale anche per i bambini italiani. Le nostre radici sono quelle che stanno alla base della nostra Costituzione, i bambini devono sapere cosa hanno fatto le generazioni uscite dalla guerra e che hanno costruito la nostra democrazia lottando in modo generoso a prezzo della vita. Marisa, all’epoca, fece una scelta di vita, impegnativa, che la rese diversa da quei suoi coetanei che si omologarono al regime. Marisa non si è mai sentita simile ai “ragazzi di Salò”! Per il suo vissuto se guarda ai bambini italiani di domani, ai bambini s-confinati, vorrebbe più che un bambino libero un bambino generoso di sé, radicato nei valori della propria Costituzione.